di Pasquale Di Paola
Nel Belpaese più della metà delle scuole hanno riaperto i portoni ad inizio settimana. E, dopo pochi giorni, i nodi già stanno venendo al pettine. Al netto delle tante belle parole spese e dei facili proclami di rito sbandierati da interessati politicanti e abbastanza superficiali dirigenti scolastici, i risultati reali sono testimoni di una realtà impietosa. Ad oggi la situazione dei numeri, che sono l’unica testimonianza della effettiva realtà scolastica, ci dicono che degli 84.808 posti di docenti da assumere in ruolo per coprire gli effettivi posti vacanti ne sono stati nominati poco meno di 30.000; dei 14.142 posti di docenti per l’adeguamento dell’organico di fatto non ne è stato nominato ancora nessuno.
Mancano circa 80.000 posti di docenti di sostegno in deroga, il che costituisce una ennesima, ulteriore, vergognosa penalizzazione per gli alunni diversamente abili. E mancano i 60.000 docenti del famigerato contingente Covid, docenti che erano stati promessi dal ministro in servizio e operativi dal primo giorno di scuola. Altra nota dolente delle scuole, la mancanza dei DSGA, figura essenziale e necessaria per la gestione del personale Ata. Infatti dei 3.800 posti messi a bando ne sono stati coperti appena 1000. Con la conseguenza che i dirigenti scolastici sono in grandissima difficoltà per la scarsa funzionalità delle segreterie scolastiche in un momento così cruciale della vita scolastica.
Annaspano le scuole che hanno attuato un serio distanziamento nelle classi, ricorrendo alla formazione dei gruppi che dovrebbero essere gestiti da questi docenti cosiddetti “del gruppo Covid”. Docenti senza alcun diritto o riconoscimento tutelativo, licenziabili in ogni momento o in caso di ritorno a un tipo di didattica a distanza. In molte realtà scolastiche si sono formate classi con 26 o 27 alunni con banchi posizionati nelle modalità piu fantasiose possibili, attaccati a finestre che, per garantire ricambio d’aria e ventilazione continua, devono rimanere spesso aperte. Così da avere alunni cotti dal sole in queste calde giornate di metà settembre.
Stessi alunni che poi si congeleranno con l’arrivo dei primi freddi invernali. Criticità anche nelle mense scolastiche. Il CTS aveva indicato il rapporto di sicurezza nel distanziamento mensa: 40 alunni ogni 100 metri quadri. Non in tutte le scuole viene rispettata questa prescrizione, generando uno stato di pericoloso contagio per gli alunni e forti ansie nei genitori. E, nonostante sia stato vietato il canto e l’uso di strumenti musicali, sempre in relazione al contenimento epidemiologico, da segnalare che non in tutte le scuole viene attuata questa prescrizione. Così come non tutte le scuole applicano un rigoroso scaglionamento in entrata e uscita alunni, aumentando di fatto il rischio contagi.
Si era raccomandato di limitare al massimo la circolazione di carta, essendo la carta uno dei principali vettori di droppless, le particelle che trasportano e trasmettono il virus. Invece in molte scuole i docenti continuano a fare uso smodato di fotocopie e verifiche su fogli, disattendendo la normativa che prevede che ogni foglio debba essere raccolto indossando guanti e depositato per 48 ore in una busta sterilizzata prima di essere usato. E la componente genitori e quella docenti della scuola, molto frettolosamente e incautamente, non mettendo la tutela della salute dei propri figli e degli alunni davanti a tutto, hanno firmato analizzandolo superficialmente il patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia.
Sollevando in un certo modo i dirigenti scolastici dalla responsabilitaà di contagi legati al non rispetto puntuale e scrupoloso delle regole contenute nelle linee guida. Chiudendo gli occhi e facendo finta che a scuola tutto vada bene,tutto piu’o meno sia come prima.Posizionando l’apertura e la frequenza a scuola davanti a tutto il resto. E, rischiando di pagare a caro prezzo, sulla pelle dei propri figli, questa scelta e questo chiudere gli occhi davanti alla realtà. Perché far frequentare ai propri figli la scuola in certe condizioni è come andare in vacanza con la porta di casa aperta e con i ladri pronti ad entrare sulle scale.