di Pasquale Di Paola
Ci siamo. Tra tre giorni nel Belpaese riapriranno le scuole. Già da alcuni giorni sui social ha avuto inizio la gara, da parte di vari amministratori locali e soggetti più o meno interessati, a fare un elenco del tanto fatto per mettere in sicurezza le scuole, una corsa all’auto-elogio che ha il sapore del grottesco e del beffardo per chi la scuola dovrà viverla direttamente in prima persona e ne conosce le reali condizioni. A tre giorni dall’apertura ufficiale nelle scuole del Belpaese mancano all’appello spazi aula alternativi per 400.000 studenti, 30.000 unità Ata e 200.000 docenti. Drammatica la situazione degli alunni diversamente abili.
Ad oggi, venerdì 11 settembre, gli insegnanti di sostegno presenti dal primo giorno nelle scuole lo saranno in un rapporto di 3 a 10. In pratica su 10 docenti di sostegno necessari per assistere gli alunni diversamente abili 3 saranno presenti e 7 assenti. Non pervenuti nelle scuole circa l’80% dei banchi monoposto la cui consegna era stata garantita entro giovedì 10 settembre. Per un’efficace e reale azione di contrasto al diffondersi del virus era stato garantito, mesi fa, lo sdoppiamento delle classi con 25 o 26 alunni, le cosiddette “classi-pollaio” create dalla nefasta Riforma Gelmini, così come era stata promessa la piena attuazione del distanziamento tra banchi, la ripetuta sanificazione quotidiana di aule e di tutti gli spazi interni alle scuole.
Di tutte queste promesse e azioni necessarie per contrastare in maniera seria il diffondersi del virus nulla è stato fatto. E nulla potrà farsi. Le classi-pollaio sono rimaste, anzi sono aumentate. Il distanziamento tra i banchi, unica vera misura utile di contrasto al virus, è di volta in volta stata ridimensionata fino quasi a sparire quando ci si è resi conti che sdoppiare le classi comportava ricerca di spazi aule alternative, maggiorazione di numero docenti e personale ata negli organici delle scuole, investimenti cospicui che il Governo non ha mai avuto intenzione di fare. Per queste ragioni molti tra genitori e personale della scuola ritengono che a questo appuntamento con il primo giorno di scuola si arriverà male, malissimo. Quindi ritengono assolutamente ridicoli e fuori luogo, stonati e grotteschi questi autoproclami lanciati mediante i social da parte di politicanti e soggetti vari. In un sondaggio ufficiale di qualche giorno fa emerge che 8 genitori su 10 non percepiscono la scuola italiana in relazione al Covid come un luogo sicuro (Save the Children – Ipsos).
Molti docenti over ’55, pur non avendo patologie esistenti (circolare Ministero del Lavoro e della Salute, 4 settembre 2020), saranno costretti ad entrare a scuola in un clima di paura e di terrore, ponendo molta attenzione agli allievi e agli studenti, percepiti come potenziali e pericolosi untori. Ovviamente in primis a rimetterci sarà la didattica, che sarà giocoforza leggera e frammentata per via del clima che si creerà negli istituti scolastici e delle inevitabili chiusure di classi, plessi e istituti nel momento in cui saranno contagiati i primi alunni. Al di là delle ipocrisie il primario compito della scuola in questo Anno Scolastico alle porte sarà quello di contenere il più possibile i contagi, l diffondersi dal virus.
Perché la scuola non sarà la somma di ambienti educativi di apprendimento, ma una somma di sanatori. Anche perché tutti hanno pienamente contezza che la scuola è stata commissariata dalla sanità, con un senso di angoscia che genera un eccesso di protocolli e procedure, ledendo così i primari e fondamentali diritti degli alunni, dei docenti e della libertà di insegnamento ed efficacia degli interventi educativi. E il Governo che, al di là delle belle frasi di facciata, ben conosce le reali condizioni delle scuole e delle enormi criticità in esse presenti, già inizia a mettere le mani avanti.
A scuola sarà praticamente impossibile garantire la sicurezza totale, va dicendo in questi giorni il premier Conte, che continua affermando che un ruolo fondamentale in questa fase di riapertura delle scuole lo avranno le Asl territoriali con prima conseguenza il ripristino del medico scolastico in ogni istituto per gestire gli inevitabili casi di contagio tra alunni. Contagi che comporteranno la istantanea attivazione della procedura della didattica a distanza. Insomma, uno scenario che desta paura e apprensione.
La speranza di tutti è che almeno politici e soggetti interessati per svariate ragioni la smettano con la fiera delle ipocrisie e di grotteschi proclami tendenti a far passare l’idea che tutto va bene, che tutto è nella norma. Perché a tre giorni dall’inizio di cose che vanno bene nella scuola italiana in riferimento al contenimento contagio Covid ce ne sono poche, pochissime, sempre che ce ne siano.