E’ stato redatto da Paolo Borrello un rapporto sull’economia e la popolazione nel comune di Orvieto prima del 2020 (per leggerlo clicca qui)
Una breve sintesi
Stabilità e presenza di luci ed ombre. Con questa breve frase si possono sintetizzare i contenuti del rapporto.
Del resto da diversi anni una frase simile può essere utilizzata per descrivere la situazione economica e demografica del comune di Orvieto.
Comunque, in questo rapporto, quali sono le conclusioni più importanti alle quali si perviene? La popolazione tende a diminuire a tassi, però, non molto più elevati dei tassi medi regionale e nazionale.
Peraltro la popolazione al 31.12.2019 non è scesa, come si riteneva alcuni mesi or sono, al di sotto delle 20.000 unità. Infatti i residenti erano a quella data pari a 20.290.
Come si spiega il fatto che il dato definitivo della popolazione residente ha superato i 20.000 abitanti?
Si sono verificate delle differenze tra i valori della popolazione al 31.12.2018 e quelli all’1.1.2019, derivanti da una modifica introdotta dall’Istat nel calcolo della popolazione.
Infatti, come ha specificato l’Istat:
“L’adozione di questa nuova metodologia ha portato al ricalcolo della popolazione residente al primo gennaio 2019. Tale dato differisce da quello al 31 dicembre 2018 rilasciato lo scorso 3 luglio 2019, in via provvisoria, per effetto delle operazioni di riconteggio dei flussi demografici di seguito sinteticamente descritte.
A partire dal bilancio demografico del 2019 i flussi demografici relativi alla popolazione residente (nati, morti, iscritti e cancellati) vengono conteggiati per data di evento e non più di registrazione, sulla base dei microdati acquisiti da Anpr o trasmessi dai Comuni. Questo diverso metodo di calcolo può comportare delle lievi differenze nei livelli dei flussi rispetto alle serie storiche precedenti”.
Inoltre, il tasso di natalità è basso, ma nel 2019 il numero dei nati è leggermente aumentato rispetto all’anno precedente. L’invecchiamento della popolazione è molto consistente, ma le principali cause che determinano questo fenomeno risalgono soprattutto ad eventi che si sono verificati molti anni fa o meglio diversi decenni or sono, in primo luogo i notevoli flussi migratori avvenuti negli anni ’50 e negli anni ’60, con il cosiddetto esodo dalle campagne, che non sono stati ostacolati e quanto meno ridotti dalla creazione di sufficienti opportunità occupazionali alternative.
Il tasso di immigrazione non è particolarmente elevato e si è ridotto quando, negli ultimi anni, l’immigrazione degli stranieri è andata diminuendo. Tutto ciò dipende dalla non molto consistente attrattività del territorio orvietano dal punto di vista occupazionale.
Il reddito dichiarato dai contribuenti assume valori abbastanza elevati, ma il giudizio positivo su di essi si attenua se vengono confrontati con i valori che tale variabile assume nelle regioni settentrionali e in regioni del Centro diverse dall’Umbria. La produttività del lavoro, il valore aggiunto, delle imprese assume valori troppo bassi, a testimonianza delle debolezze strutturali del sistema produttivo locale.
Il tasso di disoccupazione non sembra essere contraddistinto da valori alti ma, anche in questo, caso, se tali valori sono confrontati con i valori che si verificano nelle regioni settentrionali e nelle regioni del Centro diverse dall’Umbria, il giudizio positivo si attenua decisamente.
Il tasso di occupazione assume un valore basso, a testimonianza della necessità di accrescere le opportunità occupazionali, a livello locale. Il sistema bancario è caratterizzato, soprattutto, da un valore molto elevato dei depositi pro capite – che appare sorprendente in un’analisi iniziale e parziale ma che sorprendente non è – nettamente superiore sia al valore medio provinciale che al valore medio regionale ed anche al valore medio nazionale (se si considerano poi i valori medi di tale variabile relativi alle diverse regioni solamente il valore della Lombardia è più alto del valore del comune di Orvieto).
Il turismo continua ad essere contraddistinto dai ben noti problemi strutturali, innanzitutto i valori bassi dell’indice di permanenza e dell’indice di utilizzazione degli esercizi ricettivi. Le dimensioni dell’istruzione universitaria sono abbastanza soddisfacenti se si considera solamente quanto avviene in Italia. Ma se si oltrepassano i confini nazionali il giudizio positivo si riduce in misura considerevole.
Ritrovata in un campo presunta refurtiva. E’ custodita presso gli Uffici della Polstrada di Orvieto
Nei giorni scorsi, a seguito di una segnalazione fatta da un privato cittadino, gli agenti della Polizia Stradale di...