di Emanuela Leonardi
Il primo settembre si è conclusa, con un’opera teatrale fuori programma, la rassegna ONE, Orvieto notti d’Estate, pensata e progettata dall’Associazione Cantiere Orvieto. Dal 13 luglio, Orvieto è stata animata da un’Arena che ha presentato film, cortometraggi, musica, libri, concerti, incontri con gli autori, lezioni di yoga, che hanno registrato una partecipazione viva e calorosa della cittadinanza.
Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio, del dott. Gioacchino Messina, cui non saremo mai abbastanza grati, e dei numerosi sponsor, indicati tutti sulla brochure ONE, che hanno con convinzione creduto nella programmazione degli eventi pensati per l’estate orvietana. Grazie al patrocinio del Comune di Orvieto, alla disponibiiltà di Digipass, del Centro Studi Città di Orvieto e della Casa Editrice Giunti. Naturalmente le proiezioni non sarebbero state possibili senza i fratelli Ferretti e le attrezzature del Cinema Corso.
Con orgoglio e determinazione, Cantiere Orvieto ha portato nel Giardino dei Lettori della Biblioteca Comunale, una compagnia teatrale giovane e generosa che ha messo in scena un dramma contemporaneo. Un tema su cui riflettere e confrontarsi per comprendere meglio le dinamiche complesse del nostro tempo per le quali non ci sono analisi o soluzioni semplici o semplicistiche. Di “Roma caput mundi”, lo spettacolo presentato l’ultimo giorno, il regista Giovanni Franci dice che la Capitale “è un sismografo che registra scosse sempre più frequenti, violente, inquietanti e i primi a farne le spese, come sempre, sono i più giovani.” E proprio ai giovani vorremmo offrire ancora l’occasione di vedere questo ed altri spettacoli.
Il teatro nutre l’anima, il cuore, l’intelligenza; coinvolge i sensi e sveglia le coscienze. È quel luogo di cui ogni città ha bisogno, per mettere a tema argomenti importanti, e, insieme al cinema ne è strumento congeniale. Sa divertire, intrattenere, emozionare, suggestionare, conservare la memoria, analizzare il presente, progettare il futuro. Cinema e teatro forniscono concetti, informazioni, analisi sul mondo come nessun altro luogo può fare, in maniera immediata e in presenza. Orvieto, da più di un anno, non vive più quella connessione magica tra attore e spettatore che un teatro aperto offre. Il mondo nel frattempo sta cambiando, a grande velocità, in modo imprevisto e imprevedibile. L’apertura del teatro diventa ancora più importante, fondamentale, urgente e irrinunciabile per raccogliere i giovani e la scuola, i cittadini, la cittá e il Territorio, a interrogarsi e magari a rispondere alle sfide della Contemporaneità. Concludo con un invito e appello: Che il Teatro Mancinelli riapra il prima possibile!