di Santina Muzi
Oggi, giovedì 20 agosto 2020, è l’ultimo giorno utile per visitare l’interessante mostra dedicata alla donna che alcuni artisti hanno realizzato con l’argilla nei locali a pianterreno del Comune di Castel Viscardo.
Tutto è iniziato da oltre un anno e mezzo fa, quando Guido Del Priore ha esteso la sua idea a Vera Bianchini e a Feliciano Tabarrini: “Il mio mondo fin dall’infanzia in prevalenza è stato sempre circondato dall’universo femminile, la mamma, la nonna, le zie le cugine… che mi ha fatto crescere con una certa sensibilità. Così mi è venuta l’idea di dedicare una mostra alle donne anche per ringraziarle di quello che m’avevano dato. Ed ecco che sono venute fuori sia le opere in argilla che i quadri. Erano più di trent’anni che non dipingevo, il lockdown ha fornito l’occasione per ricominciare”.
L’argilla di Castel Viscardo, colore tenero, delicato, diverso da tutti gli altri, in particolare dopo la cottura, lavorarla a mano è quanto mai coinvolgente e può trasformarsi in una forma di meditazione.
“Non è facile lavorare l’argilla- dice Guido del Priore -però, siccome tu la lavori, è come se entrassi dentro di te, ogni volta che tu metti le mani nell’argilla, la impasti e realizzi un’opera è come se lavorassi su te stesso, l’argilla ti dà modo di scoprire una parte di te… e di cambiare la realtà. Durante questo periodo che sì, è stato duro perché stare rinchiusi in casa non è certo la cosa più piacevole, si è potuto tuttavia approfittare per fare un reset personale, di scendere in profondità e scoprire una parte di noi che forse nemmeno conoscevamo”.
Viene spontaneo osservare che anche animali ed insetti in questo periodo sembrano divenuti più sensibili. “Io penso che noi esseri viventi siamo tutti collegati – osserva Del Priore -per questo dovremmo riuscire a comprendere che qualsiasi cosa si fa all’altro è come se si facesse su noi stessi. Comportarsi bene con la natura, gli animali, secondo me è un valore accrescitivo per la persona e per coloro che la circondano”.
Bella, questa immagine che ci vede tutti coinvolti per approdare ad un mondo migliore! Di strada attraverso i secoli la donna ne ha fatta tanta, in particolare se prendiamo in considerazione quello che è sempre stato il terzo-quarto stato. Salta agli occhi osservando alcune opere di Feliciano Tabarrini che attraverso l’argilla propone situazioni del passato, oggi abbastanza insolite, quali la vecchina tutta intabarrata che sul far della sera rientra in paese con la fascina sotto il braccio e nella mano il “fazzolettone” colmo di cicoria, oppure la ragazza nei pressi dell’arco che porta al pascolo le oche…
“Attraverso lo stile grafico dell’illustrazione popolare – dice Feliciano Tabarrini – concretizzato con la tecnica della terracotta smaltata, ho voluto narrare l’evoluzione del ruolo della donna nella struttura sociale dal passato ad oggi, pensando ad un futuro che sarà “sempre più donna”.
Anche Vera Bianchini in parte si rifà alle popolane: le infioratrici sono le prime che si notano entrando nella sala, talmente precise nei dettagli che sicuramente tutti le avranno riconosciute. Ma Vera affronta anche un filone diverso, quello inerente alle donne colpite ingiustamente. Prima fra tutte la bellissima figlia di Priamo, re della città di Troia, la sacerdotessa Cassandra violentata all’interno del tempio di Atena e rapita dal nemico Aiace, che riporta alla mente tutta la serie di violenze subite prima di concludere la vita terrena nella congiura contro Agamennone.
E che dire della vergine figlia di Iefte offerta in olocausto a Dio dal giudice israelita in cambio dell’aiuto contro gli Ammoniti? E c’è anche il caso dei Cenci e relativa decapitazione di Beatrice, probabilmente innocente come il fratello minore…Tanta crudeltà ovviamente non emerge dalle opere esposte, ma basta il nome scritto accanto per riportare alla memorie certe nefandezze. Tra l’altro non si salva nemmeno Maria: il bambino Gesù è lì, tra le sue braccia, teneri entrambi… Eppure tutti sappiamo come andrà a finire.
La mostra, oltre a dimostrae l’attaccamento al luogo in cui si vive ed alle persone che ci circondano, è stata anche l’occasione per dare uno sguardo al passato e per riflettere sui casi della vita e sul percorso della donna, si potrebbe dire dagli inizi fino ai giorni nostri, ed ha coinvolto tre artisti: Vera Bianchini, Guido Del Priore e Feliciano Tabarrini più un ragazzo molto giovane e molto bravo, Emanuele Tabarrini, autore del video che accompagna l’esposizione: “Il montaggio comprende una serie di frammenti di film la cui linea di congiunzione è la donna, il suo immenso valore nella società e la sua forza”.
La mostra rimarrà aperta – giovedì 20 agosto è l’ultimo giorno – dalle 18 alle 20 e dalle 21 alle 24.