MONTECCHIO – Se non è un record da Guinness dei primati poco ci manca, visto che nel borgo ai piedi del monte Melezzole anche oggi si festeggia il secolo di vita di una sua cittadina: Paolina Bernarducci infatti, raggiunge oggi, 20 agosto, il traguardo del secolo di vita. Montecchio si ritrova dunque a festeggiare il secondo centesimo compleanno nel breve volgere di tre mesi visto che a maggio era stata Evelina ad aver raggiunto il traguardo, mentre poche settimane fa, Marietta di anni ne ha compiuti ben 108.
Purtroppo in tempo di Covid i festeggiamenti saranno più dimessi ma tutta la comunità montecchiese si ritrova di nuovo in festa; se il rinfresco in piazzetta non potrà svolgersi per ovvie ragioni, Paolina verrà comunque festeggiata dalla sua numerosa famiglia, un corpo d’armata composto da cinque figlie, altrettanti generi e uno stuolo di nipoti e pronipoti di cui si perde facilmente il conto.
C’è chi arriverà direttamente da Parigi per festeggiare la neo – centenaria, visto che una nipote risiede in Francia con la famiglia oramai da due decenni; un appuntamento, quello di oggi al ristorante, che segnerà la storia della famiglia, anche nel ricordo di Antonio, marito di Paolina, scomparso quindici anni fa.
Sarà una giornata di festa, di quelli che l’intera famiglia è abituata a trascorrere assieme in tutte le ricorrenze, con tavolate imbandite dalla lunghezza spropositata visto l’elevato numero di commensali. Un giorno di festa anche per Montecchio, ancor più in questo anno particolare nel quale il virus l’ha fatta purtroppo da padrone quasi assoluto. Proprio la pandemia ha mostrato la centralità dei piccoli borghi di provincia, l’efficacia della loro organizzazione sociale e la capacità di affrontare problematiche enormi che hanno messo in ginocchio i grandi centri urbani posti sulle principali reti di comunicazione.
I traguardi di Evelina, Marietta e Paolina, non sono semplicemente il raggiungimento di un’età a tre cifre ma la dimostrazione plastica di un modello che ha saputo garantire una qualità di vita altissima nonostante le apparenti difficoltà che i piccoli borghi attraversano ormai da qualche decennio. Nel sorriso onnipresente di Paolina, nella sua tenacia nelle difficoltà, nell’aver saputo crescere una famiglia numerosa in tempi da lupi, risiede la risposta migliore alle ansie e alle angosce di oggi, la capacità di resilienza che accomuna una generazione che ne ha viste di ogni colore e che ha patito sulla propria pelle ogni dolore, tanto che i problemi apparentemente insormontabili di oggi sembrano acqua fresca. Una generazione che ha passato la guerra, fatto la fame quella vera, ricominciato ogni santo giorno senza avere la sicurezza di poter mettere assieme il pranzo con la cena, non si lascia certo spaventare dai problemi dei nostri tempi e se potesse, se il fisico glielo consentisse, sarebbe ancora là davanti, a passarsi una mano sulla fronte sudata, donandoci quell’esempio dal retrogusto quasi eroico.
Paolina è ben altro che gli anni che oggi compie ed un fisico non più vigoroso come quello di una volta: è un pezzo di storia, un monumento, una roccia, un leccio che si piega al vento che scende dal monte ma non si spezza mai. Lunga vita a Paolina, dunque, una donna dolce ma forte come questa terra benedetta da cui è nata. (Gab.Mar)
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