ORVIETO – Simbolo di Orvieto, una struttura di notevole rilevanza storica ed architettonica, la Fontana delle Conce necessita di un repentino intervento di restauro. La questione è già all’attenzione del consigliere Alessio Tempesta, capogruppo di Progetto Orvieto che ha informato delle condizioni in cui versa la struttura il vice sindaco con delega al Patrimonio Angelo Ranchino.
“Il prima possibile occorre procedere ad un intervento di restauro conservativo e soprattutto di consolidamento statico – afferma Tempesta – in quanto le radici delle piante insite sul terreno sovrastante, stanno rigonfiando ed inclinando il muraglione ed il colonnato, che presenta anche qualche distacco tufaceo. Inoltre le piante infestanti sono anche notevolmente diffuse a livello della parietaria. Non è più certamente una bella struttura da vedere”.
Tempesta ha personalmente effettuato un sopralluogo rilevando le possibili criticità statiche prima ancora della necessità di ripulitura da piante infestanti, erbacce, mucillagini di varia natura e dalle crepe che lasciano fuoriuscire l’acqua ai margini del piano stradale.
“Ridotta così da decenni e decenni di trascuratezza ed abbandono, non possiamo permetterci che rischi di crollare – sostiene il capogruppo di Progetto Orvieto – prima di tutto per il pericolo e per l’incolumità delle persone, poi per il danno derivante dalla perdita di una testimonianza viva del nostro patrimonio storico-architettonico cittadino”.
“Se non dovessimo avere la possibilità di attingere alle disponibilità economiche delle manutenzioni ordinarie – annuncia Tempesta – potremo però certamente programmare l’intervento grazie ai soldi della Legge Speciale cosiddetta Rupe-Valle con la quale il Comune di Orvieto potrà riversare, mi auguro soprattutto sul Patrimonio Architettonico, gli importi necessari alla loro salvaguardia”.
La Fontana delle Conce rappresenta indubbiamente un simbolo di Orvieto, una struttura di notevole rilevanza storica ed architettonica. Usata nei secoli anche per i bagni della concia delle pelli e dei tessuti, dalle quali prende il nome, è sempre stata prioritariamente fonte di attingimento idrico e poi del lavaggio dei panni da parte delle donne che venivano alla fontana anche da frazioni limitrofe alla città del tufo.
Si presenta oggi con 3 vasconi consecutivi a scaletta ed innesti di piperino come piani inclinati appunto atti allo sfregamento dei panni; la fontana è sormontata da un muraglione di contenimento contraffortato da 5 colonne a pianta quadrata con alla sommità capitelli in stile razionalista (intervento di rifacimento degli anni 40 del secolo scorso) con gole e toro che corrono lungo tutta la sua lunghezza.