“Venti anni e non sentirli”. Tanti, ne sono trascorsi, dalla prima edizione della Staffetta “Praga – Bolsena – Orvieto”, inserita, a pieno titolo, nei festeggiamenti per il Corpus Domini. Quest’anno, causa pandemia, si resta a casa ed è stata buonissima l’idea del Panathlon Orvieto: quella di far rivivere, con la voce dei protagonisti, la storia dell’evento. Rigorosamente in tele conferenza, la seconda, in ordine di tempo, voluta dalla Presidente, Lucia Custodi, che è stata, anche la regista della serata.
Riuscita, come la prima, per la qualità e la preparazione degli intervenuti, la maggior parte dei quali protagonisti in edizioni più o meno recenti. Ciò che ne è uscito, fotografa, in modo chiaro, come la nostra città non abbia ancora bene interpretato e apprezzato il valore dell’iniziativa, nata all’inizio del terzo millennio, completa nel mettere insieme storia, cultura e sport.
Oltre all’aspetto religioso, ricordando che tutto nasce con il viaggio del sacerdote boemo, Pietro da Praga, tormentato dai dubbi poi chiariti con il miracolo di Bolsena, convalidato dal Papa, Urbano IV, che ordinò la costruzione del Duomo di Orvieto per la custodia della reliquia.
L’idea della staffetta fu di Ennio Colombini, che trovò subito sponda in Don Italo Mattia, alleronese di nascita, panathleta, torinista convinto, caparbio quanto e più di Ennio, ostinato nel perseguire gli obiettivi prefissati. Prerogative che lo avevano contraddistinto fin dal primo incarico, come vice parroco della Parrocchia di Orvieto Scalo. Per dirne una, dopo aver fondato la società sportiva alla stazione, trovati i permessi per l’utilizzazione di un campetto militare e dato il là per la costruzione del primo campo sportivo a Ciconìa, riuscì nel portare a compimento una storica fusione tra le Società di calcio dell’Orvieto Scalo e di Castel Viscardo che prese parte al Campionato Regionale Juniores nel 1966.
Ennio, orvietano della stessa pasta, ospite d’onore alla serata, ha narrato aneddoti inediti e tutti interessanti sulla manifestazione. Non è stato un compito facile, ma il buon Ennio lo ha sempre assolto con successo e la sua esperienza non va dispersa. I meriti sono tutti suoi e vanno a lui riconoscenza e ringraziamenti per aver dato lustro all’evento in tutte le edizioni successive.
L’avv. Sandro Carlo Fagiolino, Consigliere del Distretto Italia, è stato il primo a ricordarlo nell’indirizzo di saluto con il quale si è aperta la serata. Ha fatto lo stesso Don Danilo Innocenzi, intervenuto in rappresentanza della Diocesi di Orvieto, la cui esposizione ha cucito, benissimo, l’aspetto religioso a quello sportivo, non tralasciando l’artistico nella parte dedicata a Pietro da Praga.
Opinioni condivise, oltre che dalla Presidente, dal Governatore Panathlon, Area X Umbria, Rita Custodi, presente unitamente al Past Consigliere Internazionale Panathlon Agro-Pontino, Marcello Marrocco. La spia, accesasi con l’intervento di Colombini, va inquadrata quale segnale per un coinvolgimento più diretto e partecipativo dell’Assessore allo Sport, Carlo Moscatelli, del dott. Armando Fratini, del Prof. Franco Picchialepri come del giovane Luca Cavalletti, dal primo all’ultimo praticanti e competenti, la cui passione e operatività sportiva non sono di oggi. “Intravedo le opportunità – augurando a Ennio Colombini di poter coordinare altre cento edizioni- perché il testimone abbia possibilità per passare in buone mani – ha concluso Lucia Custodi, attenta a cogliere gli spunti più interessanti ad animare il dibattito. Chiusura e brindisi con ottimo vino donato da “La Loggia” , non senza aver ringraziato pubblicamente Flavio Zappitelli, anima tecnologia del Panathlon Orvieto e Segretario del Panathlon Giovani.
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