Parterre de rois mercoledì sera presso il suggestivo giardino della biblioteca “Luigi Fumi” nell’ambito della
seconda edizione di ONE – Orvieto Notti d’Estate. Ben cinque scrittrici, sapientemente guidate dalla
giornalista Alba Stella Paioletti, hanno presentato al nutrito pubblico le loro opere.
L’evento ha concluso l’edizione 2020 di “Penne rosa”, iniziativa promossa dalla FIDAPA di Orvieto, bruscamente interrotta dalle misure antiCovid di marzo. Laura Calderini, Giulia Fagiolino, Eleonora Passeri, Paola Sellerio e Tiziana Tafani sono state le protagoniste dell’evento. La serata ha avuto inizio con i saluti di Laura Cicognolo, Presidente FIDAPA di Orvieto, che non ha mancato di ricordare Gianni Marchesini, compianto conduttore della prima edizione. Ha“rotto il ghiaccio”, per quanto le temperature delle calde sere estive consentano l’espressione
(absit iniuria verbis), la vulcanica Tiziana Tafani che ha parlato del suo rapporto con la scrittura, delle sue
passioni e di quando e come è nata la sua ultima fatica “Fuga a perdere”, un lavoro quasi catartico che ha
visto la luce durante il singolare periodo del lockdown.
Dalle parole di Tiziana è emerso un messaggio positivo, pieno di speranza che, reinterpretando il concetto di fuga, generalmente associato ad una sconfitta, lo sublima trasformandolo in una possibilità di rinascita, una “nuova partita” tutta da giocare.
Laura Calderini, invece, più volte ospite della FIDAPA di Orvieto, ha presentato la sua ultima creatura (i libri
molto spesso per gli scrittori sono come dei figli) “Il profumo dell’alloro”. Laura si è proposta come una
“artigiana della scrittura”, che armata di vocabolario e dizionari delinea, tratteggia e modella, come fossero
creta, i suoi personaggi e le sue storie. Da tutto questo spicca un lavoro faticoso, certosino, che tuttavia non
manca di ricompensare l’autrice con premi e riconoscimenti.
“Sono stato tutta la mattina per aggiungere una virgola, e nel pomeriggio l’ho tolta” disse Oscar Wilde… (Ipse dixit!). Paola Sellerio (che per il sacro timore del termine non ama essere definita scrittrice) si è cimentata con la storia orvietana, infatti il suo “L’isola di tufo” è il frutto del suo amore per la storia cittadina, il grande passato della nostra città.
All’interno di una cornice storica mirabilmente delineata, si ambienta una vicenda fantastica costruita
secondo i più rigorosi dettami del “verosimile” di manzoniana memoria. Di Paola vogliamo citare la frase di
Jalal al Din Rumi che apre il suo libro “Là fuori, oltre a ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato esiste un
campo immenso. Ci incontreremo lì”.
Una lezione di vita quanto mai attuale. Eleonora Passeri, giovane talento orvietano, ha fatto conoscere al pubblico intervenuto “Ascolta musica”, invito quanto mai esplicito
a dare spazio alla musica, metafora di un viaggio introspettivo che ognuno di noi dovrebbe fare. In una
Orvieto caratterizzata da luoghi reali e luoghi “dell’anima”, prendono vita le diverse storie dei personaggi,
accompagnate dal fluire di alcune canzoni che scandiscono le varie vicende, a volte dolorose e struggenti, a
volte leggere e malinconiche, concretizzando un romanzo corale caratterizzato da una scrittura fluida come
le melodie che lo attraversano.
Infine Giulia Fagiolino ha presentato il suo primo romanzo “Quel giorno” , storia di rinascita di una giovane donna che riesce a superare il dolore per la separazione dal marito.
Addentrandosi in una grotta (è evidente il riferimento al mito della caverna di Platone) Caterina, la
protagonista, rivive il suo passato, si immerge in un vissuto che le consentirà di superare il trauma emotivo
subìto e di rigenerarsi. La scrittura di Giulia è puntuale, di un nitore e una scorrevolezza cristallini e riesce a
sbozzare luoghi, situazioni ed emozioni con sapiente leggerezza, degni di uno scrittore maturo e navigato.
Con questo suo primo romanzo Giulia ha già vinto ben quattro premi letterari internazionali, ed è
imminente l’uscita del secondo.
L’abile conduzione di Alba Stella Paioletti, vero mentore della manifestazione, ha regalato una serata molto piacevole, ricca di un caleidoscopio di personaggi e “personagge”, una ridda vorticosa di vite reali e di fantasia, particolarmente apprezzata da tutti gli astanti.
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