ACQUAPENDENTE – Il regista Matteo Garrone ed il Bosco aquesiano del Sasseto nuovamente accoppiata vincente. Per soddisfare le esigenze di Maria Grazia Chiuri, Direttivo creativo di Dior, che ha scelto di presentare l’haute couture del prossimo inverno andando oltre alla formula digitale, chiamando il regista per raccontare in maniera inedita la collezione con un cortometraggio emozionante.
”Protagonisti del video – ha sottolineato Maria Grazia – che racconta la AI-2021 di Dior sono manichini in scala 40 che riecheggiano le poupèe del Settecento, le bambole-manichino che venivano inviate alle clienti per fare loro toccare con mano le creazioni sartoriali da acquistare. Proprio il viaggio in sontuosi bauli di queste bambole fa da fil rouge a “Le Mythe Dior”, un fil rouge che intesse di eleganza pura questo capolavoro filmico da un lato e fashion dall’altro. Una favola nella favola, con tappe da retrogusto di epica la poesia Omero, con tanto di sirene. Ma questa volta ad attirare e incantare non sono loro, le sirene, ma semmai i mini-manichini con gli abiti di Dior: donne lumache e tante creature boschive fantastiche rimangono ammaliate da quei vestiti incantevoli. E tutte vogliono farsi vestire dalla raffinatezza firmata Dior. Al posto delle bambole tipiche del Settecento, ci sono manichini che ricordano le statue greche, senza testa e senza braccia”.
“Qui non ci sono bambole che non mi appartengono – ha spiegato Maria Grazia Chiuri – ho preferito i manichini e la loro forma architettonica”. La narrazione inizia in medias res, nell’atelier Dior a Parigi e procede a tappe, come un’Odissea nell’haute couture. Il baule su cui viaggia l’alta moda ha la forma della storica maison di Avenue Montaigne. Un bosco incantato fa da scenario a questa fiaba poetica, riecheggiando non solo l’epos greco ma anche le “Metamorfosi” di Ovidio tra ninfe, Narciso, fauni e sirene. Non manca all’appello il satiro che racconta e svela i miti di questo film dell’alta moda, per dieci intensi minuti di corto girato a Roma in un bosco lacustre che sembra però fermare il tempo, l’epoca e la storia”.
“Per me il digitale può sicuramente sostenere la moda – ha affermato Maria Grazia Chiuri che il 22 luglio sfilerà con modelle ma senza pubblico a Lecce la Cruise Dior – ma allo stesso tempo credo che abbia dei limiti e in particolare per l’Haute Couture o quantomeno per me che ho una visione classica per questa importante tradizione. L’Haute Couture rappresenta il sogno ma allo stesso tempo deve offrire un servizio personalizzato alla cliente e credo che questo nostro progetto possa aiutare a far conoscere alla nostra audience il sogno attraverso il film ma allo stesso tempo creare con l’aiuto del baule a casa e il servizio delle tele da provare l’esperienza intima e personale necessaria per comprendere il valore di una collezione d’alta moda”. “Lavorare con Matteo – ha infine dichiarato – è stato bellissimo e facilissimo. Ci siamo capiti subito anche se non avevamo mai lavorato insieme prima d’ora. E’ stato tutto molto naturale e piacevole, anche per le musiche di Paolo Buonvino, tutto senza sovrastrutture”.