ORTE – “Chi fermerà la musica?”, chiedevano i Pooh in un classico senza tempo. La pandemia non solo non ci è riuscita ma, proprio nelle “canzoni alla finestra” e nei flashmob al balcone, tanti hanno trovato un antidoto ai giorni più lunghi dell’emergenza Covid. All’istituto omnicomprensivo di Orte i laboratori musicali sono andati avanti prima, durante e dopo il lockdown: cantare per educare alla bellezza, all’integrazione e all’inclusione.
Era questo l’obiettivo di un progetto della cooperativa Gli aquiloni, sostenuto dal ministero dei Beni e le attività culturali e dalla Siae, all’interno del programma “Per chi crea”. Una di quelle iniziative che la cooperativa ama chiamare “Il filo degli aquiloni”, dal titolo di un libro di don Antonio Mazzi, per ricordare che i ragazzi, per volare liberi, hanno bisogno di quel filo – rappresentato da famiglia, scuola, educatori – che li tiene ancorati alla terra, per fare in modo che non si perdano.
Canzoni per grandi e piccini, a partire dai bimbi della scuola dell’infanzia, seguiti, tra gennaio e marzo, dall’insegnante Aigam (Associazione italiana Gordon per l’apprendimento musicale) Giovanna Paris: laboratori per raffinare l’orecchio – a distanza, durante il lockdown – attraverso la teoria dell’apprendimento musicale di Edwin Gordon. Un metodo con cui, da vent’anni, si formano insegnanti in grado di sviluppare la musicalità nei neonati e nei bambini in età prescolare.
Per le terze e le quarte elementari, le lezioni di canto sono state un invito alla speranza e al coraggio. Nei giorni della didattica a distanza, la maestra Serena Caporale ha lavorato con alunni divisi in piccoli gruppi, per insegnare loro, attraverso la musica, che il contrario di abbattersi è reagire con ottimismo, continuando a pensare che “andrà tutto bene”. Con un po’ di tecnologia e l’aiuto dei genitori, che si sono prestati a riprendere con lo smartphone i figli mentre cantavano, è stato allestito un piccolo video-coro: “Non lasciarti vivere, ma vivi intensamente”, cantano i bambini delle elementari di Orte, “distanti ma uniti”, in uno dei filmati a coronamento del progetto.
Anche gli studenti più grandi hanno avuto il loro concerto virtuale: mesi di prove della band dell’istituto, sotto la guida del maestro Alessandro Filindeu, non potevano andare sprecati. Hanno quindi realizzato un video, a conclusione dei laboratori musicali. Ognuno ha cantato/suonato inizialmente da casa propria: una volta montati insieme tutti i filmati, l’effetto è stato quello di un’unica performance, anche in questo caso “distanti ma uniti”. Hanno scelto un grande classico italiano, scritto da Riccardo Cocciante, ma conosciuto per lo più dal grande pubblico nella versione di Rino Gaetano: “A mano a mano”. Dentro una canzone, la speranza di rinascere.