Castel Viscado con il suo Parco del Pinaro è il secondo Luogo del Cuore Fai più votato in Umbria, al 75esimo posto nella classifica nazionale di una campagna che in due mesi e mezzo ha già raccolto 650mila adesioni.
Con oltre 1239 voti il belvedere della pineta di Castel Viscardo è salito quindi sul podio dei “Luoghi del Cuore” superando così il primo step verso l’obiettivo finale fissato alla data del 15 dicembre 2020.
“Il traguardo degli oltre 1000 voti raggiunto dal Belvedere del Pinaro di Castel Viscardo – commenta il Gruppo Fai di Orvieto – testimonia il senso di appartenenza di una comunità che vede nella bellezza del suo paesaggio un motivo di orgoglio e un mezzo per progettare il proprio futuro. Il desiderio è che si possa continuare a sostenere questo luogo speciale con lo stesso entusiasmo e partecipazione, fino al raggiungimento dell’obiettivo finale, fissato il 15 dicembre”.
“Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra – dice con fierezza l’amministrazione di Castel Viscardo – e questo primo obiettivo raggiunto per noi è motivo di grande orgoglio. Il fatto che il nostro Parco del Pinaro sia stato votato da oltre 1200 persone raggiungendo il 75esimo posto in una classifica nazionale ci fa ben sperare verso il raggiungimento dell’obiettivo finale. Il nostro Belvedere offre un piccolo ma significativo spaccato del nostro Paese, della sua bellezza variegata, che merita sempre di essere conosciuta, valorizzata e protetta. Grazie a tutti quelli che hanno votato, ai nostri concittadini per l’impegno. Ora però dobbiamo continuare a votare e far votare per diventare ufficialmente Luogo del Cuore Fai”.
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Il Pinaro è la parte più alta della pineta di Castel Viscardo, situata al centro del paese come un grande cuore verde. Dopo aver percorso il dolce pendio della pineta (detta anche “Prato”), all’osservatore si apre una delle più belle viste sulla valle del fiume Paglia: un arco geografico che include tre regioni (Toscana, Lazio, Umbria) e ben 5 province (Terni, Viterbo, Grosseto, Siena e Perugia).
Il punto di vista del Pinaro elevato e privilegiato grazie alla larga ansa dello stesso fiume, consente allo sguardo di abbracciare, in un’ampia veduta da sud-ovest (a sinistra) verso nord est (a destra), un panorama che va dal confine viterbese dell’Altopiano dell’Alfina (ben disegnati i contorni del castello del borgo di Torre Alfina), alla larga vallata dominata dal paese di Allerona e oltre verso la zona detta delle “Crete” fino a Città della Pieve passando, al centro, per il verde intenso e incontaminato della Riserva di Monte Rufeno e Selva di Meana (ben visibili i ruderi dell’antico insediamento medievale).
Sullo sfondo le cime del sud ovest toscano a corona con al centro l’Amiata, dove è sita la stessa sorgente del fiume Paglia, a un’altitudine di circa 1000 mt s.l.m.
Ma il Pinaro è già luogo del cuore per tutti i castellesi, la storia dei quali è strettamente legata a quella del parco, a partire dalla sua origine: i pini che lo costituiscono sono quelli piantati negli Anni Cinquanta del Novecento dai bambini durante la Festa degli Alberi. Prima di essere una pineta, con annessi impianti sportivi, il parco, è stato per secoli il giardino privato del Castello, al quale i castellesi non potevano accedere se non in tempi stabiliti.
Nei secoli passati era coltivato, poi aperto al pubblico passeggio solo in alcuni periodi dell’anno (quando non c’erano le colture, la trebbiatura o il pascolo delle erbe estive), solitamente tra le due festività di Sant’Angelo («da S. Angelo di Maggio a S. Angelo di Settembre», ossia dall’8 maggio – apparizione – al 29 settembre – dedicazione – di ogni anno). Dopo essere entrato a far parte del patrimonio della Partecipanza Agraria (in seguito alla decennale causa per il riconoscimento degli usi civici) è stato, finalmente, liberalizzato all’accesso di tutti coloro che lo desiderano, divenendo nel tempo uno spazio di infinite sensazioni, da sempre amato dai castellesi e villeggianti; non c’è famiglia del paese che non conservi una foto ricordo in questo luogo, segno di spensieratezza e ritrovo estivo per eccellenza.
Un luogo così importante e significativo da essere scelto per installare nel 2015 la Panchina Rossa a memoria di tutte le vittime del femminicidio e per la quale è stata scelta una frase di una canzone di Brunori Sas “Colpo di pistola” che con la poesia descrive l’orrore e la follia di questa piaga sociale. Un cuore rosso che pulsa all’interno del cuore verde della nostra comunità per dire un fermo no ad ogni forma di violenza.
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