ACQUAPENDENTE – Nell’ambito di una videoconferenza il sindaco di Acquapendente Angelo Ghinassi ha presentato ufficialmente il contratto di fiume Paglia.
“Un accordo di salvaguardia e valorizzazione – ha sottolineato – con la finalità principale di mettere in sicurezza un bene che nel 2012 raggiungendo una portata imprevedibile ha creato danni ambientali non trascurabili. Partendo dal concetto di luogo di affetti giovanili di una popolazione aquesiana che lo ha vissuto splendidamente, questa importante risorsa idrica è stata catalogata come ZDC (Zona di Conservazione) una sorta di luogo inaccessibile ad qualsiasi forma di industrializzazione grazie alla presenza di specie vegetazionali e faunistiche incompatibili con tutto questo.
Nasce quindi l’accordo con il Comune di Proceno supportato dalle alte conoscenze tecniche della Alta Scuola di Orvieto per iniziare una progettazione che sfocerà inevitabilmente in una sorta di raccordo con il tratto umbro che attraversa i territorio di Orvieto, Allerona e Castelviscardo.
Ma non ci fermeremo qui perché non accettiamo di lavorare a comportamenti stagni. Apriremo un tavolo anche con i Comuni toscani di Abbadia San Salvatore e Radicofani per raccordare anche in una definizione progettuale degli 86 chilometri. Le idee progettuali non invasive per qualificare un bene che contiene anche un patrimonio ittico-autoctono davvero unico (specie di barbo e cavedano) già ce ne sono.
Come l’ecomuseo del Paglia a cui stiamo lavorando assieme al Comune di Proceno. Per passare poi alla costruzione di una diga sul tratto di Torre Alfina come barriera per possibili inondazioni future, per arrivare alla coltivazione di una pianta come la santolina etrusca che, grazie ad uno studio scientifico portato avanti dall’Istituto Omnicomprensivo Leonardo da Vinci di Acquapendente, è diventata ingrediente principale di una crema dallo spiccatissimo valore naturale. Molto presto organizzeremo incontri pubblici con i numerosi privati che hanno dimostrato interesse ai progetti.
Non ci saranno programmi calati ed imposti dall’alto, ma solo ed unicamente concertazione a livello locale. Tutto si farà in perfetta sicurezza solo con l’accordo tra tutte le controparti in causa. Come Giunta cercheremo la massima convergenza. Perché solo ed unicamente con la compartecipazione potremmo qualificare un bene inserito già nei vasti progetti di Natura 2000 voluti dal Ministero dell’Ambiente ai sensi della Direttiva 92/43 Cee Habitat. Vogliamo garantire alla popolazione il mantenimento a lungo termine del fiume e delle specie di flora e fauna minacciate o rare. Una sorta di riserva rigidamente protetta, ma comunque in grado di tenere conto delle esigenze economiche, sociali e culturali del territorio. Con privati in grado di assicurare una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico. Volontà di riconoscere un area con presenza umana secolare, che ha permesso il mantenimento di equilibrio tra attività antropiche e natura. Un pensiero infine allo sviluppo agricolo locale. Visto che è collegato al fiume, alle specie animali e vegetali rare Non correranno più rischio di essere minacciate ma potranno sopravvivere. Così come potrà proseguire la valorizzazione del più importante indotto economico aquesiano. Che osserverà come habitat naturali e seminaturali (agricoltura tradizionale, boschi, pascoli) non solo si manterranno ma avranno “valvola di sfogo-sviluppo”. (G.S)
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