“L’intransigenza sugli appuntamenti fiscali, tanto più in un momento in cui le imprese non hanno ancora acquisito quella liquidità che non riescono a ottenere nemmeno rivolgendosi alle banche, metterà a dura prova la tenuta del sistema produttivo regionale. Si intervenga velocemente spostando le date o azzerando le sanzioni per i ritardatari. E facilitando la capacità di accesso al credito bancario delle imprese ridando peso al ruolo dei confidi”.
Con una lettera inviata a tutti i parlamentari eletti in Umbria, Cna chiede un intervento urgente verso il governo per evitare che le scadenze fiscali vadano a sommarsi in un lasso di tempo troppo ristretto per le attuali capacità di pagamento delle imprese.
“Dopo il ritorno all’attività il 4 maggio scorso – afferma Roberto Giannangeli, direttore regionale della Cna –, che faceva seguito a due mesi di lockdown, le imprese non hanno recuperato la liquidità necessaria a sostenere la serie ravvicinata di scadenze che, iniziata ieri (20 luglio, ndr), e proseguirà implacabile nei prossimi mesi mettendo a dura prova la loro capacità di solvenza.
Vista l’impossibilità di modificare le scadenze già fissate per il 20 luglio, chiediamo che vengano almeno sospese fino al 16 ottobre le sanzioni previste per chi effettua i pagamenti in ritardo. Questa rappresenterebbe l’unica soluzione per andare incontro alle esigenze delle imprese più in difficoltà.
D’altronde questa concentrazione di scadenze in un lasso di tempo molto breve e la mole di lavoro conseguente all’emanazione del decreto Rilancio e al disbrigo di tutte per pratiche burocratiche per accedere agli eventuali ristori e crediti d’imposta, sta provocando disagi anche agli studi di consulenza, che in tempi molto ristretti non sono in grado di garantire la professionalità richiesta per operazioni che vanno a impattare da un lato sulle disponibilità finanziarie delle imprese e dall’altro sui bilanci dello stato e degli enti locali.”
E proprio a proposito di disponibilità finanziarie delle imprese, Cna Umbria si appella ai parlamentari eletti nella regione affinché si torni a guardare con attenzione anche alle loro difficoltà di accesso al credito.
“Sono almeno 12mila, sulla base dei dati forniti recentemente dalla Banca d’Italia (se si esclude il settore dell’agricoltura), le imprese umbre che hanno difficoltà nell’accesso al credito bancario, nonostante l’adozione del decreto Liquidità e i proclami del governo.
Non si può più tergiversare in merito all’indispensabile rafforzamento del ruolo dei confidi, che rappresentano l’ultimo baluardo nel territorio per riavvicinare le micro e piccole e medie imprese al sistema bancario. Per la maggiore parte stiamo parlando delle stesse imprese che oggi hanno problemi a far fronte alle scadenze fiscali ravvicinate.
Per questo– prosegue Giannangeli – chiediamo da un lato lo spostamento delle scadenze o, in alternativa, l’annullamento fino alla metà di ottobre prossimo delle sanzioni per i morosi; e poi che con l’adozione del decreto di luglio preannunciato dal governo, o al massimo all’interno della prossima legge finanziaria, si ritorni a parlare del rafforzamento della funzione dei confidi, anche attraverso la reintroduzione della cosiddetta “lettera R” della Bassanini, che tornerà sicuramente all’ordine del giorno non appena scadranno le procedure straordinarie che hanno interessato il fondo centrale di Garanzia, lasciando le imprese, soprattutto le più piccole, completamente sole. Infine, ma non per ordine d’importanza, è necessario anche fare fronte al più presto alle aspettative dei lavoratori sugli ammortizzatori sociali.
In troppi non li hanno ancora ricevuti e le imprese non riescono ad anticipare il dovuto. Anche in questo caso c’è un disagio evidente dei consulenti del lavoro, alle prese con le mutevoli procedure burocratiche per le richieste di cassa integrazione. Invitiamo quindi alla massima attenzione alle richieste di aiuto che arrivano dalle imprese e dalla società o l’autunno – conclude il direttore di Cna Umbria – si prospetterà molto caldo.”
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