Cari Concittadini,
anche quest’anno, a valle della rituale Assemblea della Cassa di Risparmio di Orvieto spa, ritengo doveroso renderVi partecipi del pensiero della Fondazione sui risultati conseguiti dalla partecipata nell’esercizio 2019.
Ci eravamo lasciati con la speranza, anche se non espressa, che le profonde svalutazioni, apportate nel Bilancio 2018, avessero ricondotto la situazione patrimoniale dell’Istituto ad un quadro aderente all’effettiva realtà aziendale. Rammento che il disagio della Fondazione, socio di minoranza, si era manifestato con un voto contrario al predetto rendiconto.
In quella occasione, era stata la svalutazione, per circa 30 Mln, degli avviamenti iscritti in conseguenza dei conferimenti in natura effettuati dalla controllante Banca Popolare di Bari, ad umiliare un risultato positivo corrente che, seppur minimo, indicava una apprezzabile vitalità della Banca. A detto importo, si erano unite ulteriori perdite, per circa 5 Mln, maturate su crediti concessi sempre sotto la gestione della Banca Popolare di Bari. Il Bilancio 2019 vede una perdita di 7.8 Mln, sicuramente più contenuta della precedente, ma sempre di un importo rilevante. Anche in questo caso, come dirò tra breve, le motivazioni vanno ricercate nella gerenza della Controllante. È utile, per una migliore comprensione, andare oltre il predetto dato ed osservare i risultati intermedi del Conto Economico della Banca, che di seguito vengono esposti.
Dalla precedente tavola, emerge un Margine di contribuzione, che denota la capacità della Banca a creare valore. Nel medesimo tempo, un incremento di 13 Mln delle Rettifiche dei crediti, derivanti da non condivisibili scelte gestionali del passato della Controllante, ha condotto il Margine operativo netto al di sotto del medesimo dato del 2018. A tale punto, devo, doverosamente, rammentare che il 2019 ha visto sottoporre la Banca Popolare di Bari, su decisione della Banca d’Italia, alla nota Amministrazione Straordinaria.
Non sarà sfuggito, infatti, il doloroso percorso che ha preceduto l’avvio della citata procedura concorsuale, conclamatosi, oltre che con provvedimenti amministrativi, anche con iniziative giudiziarie.
I Commissari insediatisi hanno ritenuto di procedere ad un approfondito e più prudente esame dei dati delle due Banche (Banca Popolare di Bari e Cassa di Risparmio di Orvieto), con l’intento di offrire un quadro fedele dei rammentati Istituti di Credito.
Se tale scelta non può che essere astrattamente condivisibile, è innegabile la sorpresa della Fondazione, memore di quanto già accaduto nel 2018, nel vedere una crescita particolarmente rilevante degli accantonamenti a presidio di crediti verso la clientela iscritti nell’attivo patrimoniale, malgrado le indicazioni fornite nei bilanci passati. Si comprende, dai documenti che compongono il Bilancio 2019, che le citate criticità erano presenti da tempo e che la gran parte di esse è riconducibile, appunto, ad una stratificazione di crediti avvenuta in passati esercizi. In breve, anche, per il 2019 si è in presenza della drammatica influenza, nei conti della Cassa di Risparmio di Orvieto, della Direzione e Coordinamento che, sino alla dichiarazione di Amministrazione Straordinaria, è stata caratterizzata da una costante opacità e dalla totale assenza di equilibrio.
Per quanto detto, la Fondazione, in sede assembleare, ha ritenuto di astenersi dal voto, evitando così di esprimere un diniego, che sarebbe apparso penalizzante per tutti coloro che hanno fattivamente contribuito al più volte rammentato aumento del Margine di intermediazione.
La mia affermazione è tesa a superare il linguaggio tecnico di un rendiconto numerico che, nella sua pur doverosa aridità, non rende merito alla fidelizzazione di una Città e del suo Territorio alla sua storica Banca e, soprattutto, non rammenta adeguatamente i dipendenti, assegnati, in un momento così grave, alla trincea più esposta dell’Istituto. Il tutto è avvenuto, infatti, dopo un travaglio di mesi, con il conseguente naturale smarrimento dei naturali interlocutori della Controllante e della Cassa di Risparmio di Orvieto.
Solo la dedizione di chi materialmente opera ogni giorno all’interno della Banca e di chi ha guadagnato la stima di clienti ed imprese, ha consentito di mantenere il nostro Istituto sostanzialmente integro.
La Fondazione sta ponendo attenzione su di un passato particolarmente penalizzante e desidera, in collaborazione con gli attuali Commissari, comprendere quanto accaduto, individuando i responsabili, e ricondurre nel legittimo alveo la ricchezza eventualmente dispersa. Merito, quindi, alla gestione corrente ed aspra critica nei confronti di chi, di fronte all’abbraccio di un Territorio, ha ritenuto di impoverirlo, non cogliendo l’occasione di una formidabile collaborazione.
Non si può che plaudire all’avvenuta trasformazione della Banca Popolare di Bari in società per azioni. La conseguente disciplina delle innumerevoli posizioni dei Soci, favorirà il percorso della nuova Banca del Sud. In questo nuovo scenario si colloca il futuro della Cassa di Risparmio di Orvieto, che troverà la sua disciplina nel Piano Industriate dei Commissari. Posso affermare con certezza che la Fondazione, e quindi sia il Consiglio di Amministrazione sia il Consiglio di Indirizzo, sono disponibili ad esaminare, senza alcuna preclusione, proposte che abbiano, come primo obiettivo, lo sviluppo della Banca locale.
Un futuro positivo per la Cassa di Risparmio corrisponde, infatti, alle attese dei Soci, dei Dipendenti, dei Risparmiatori e di tutta la Comunità. Il mercato finanziario, già debole, favorisce ancora di più, dopo l’emergenza Covid-19, la possibilità che nuovi investitori si avvicinino alla Cassa di Risparmio di Orvieto.
Ci auguriamo, comunque, che oltre ad una convenienza dettata dalla progressiva erosione del valore delle azioni, esista un progetto industriale innovativo che, anche con sacrifici, possa portare l’Istituto di Credito allo smalto originario e ad una redditività da poter riversare sulla Comunità.
Gioacchino Messina, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto