VITERBO – Nel Blocco F del campus di Riello, dove sono ubicati le aule e i laboratori del Corso di Laurea magistrale in Conservazione e restauro dell’Ateneo della Tuscia, sono stati conseguiti i diplomi di laurea e l’abilitazione alla professione di Restauratore di Beni culturali per i primi allievi del corso. La seduta si è svolta, lo scorso lunedì 27 luglio, secondo la modalità mista, parte in presenza e parte da remoto, in conformità alla fase 2 dell’emergenza Covid-19. Le laureande sono: Sarah Barreca, Maria Rosaria Caira, Ilaria Cavaterra, Alessia Fusco, Francesca Groppi e Fabiola Vitali. I titoli delle tesi rinviano al territorio della Tuscia, implicato nella ricca varietà della sua produzione artistica, dai dipinti su tavola alle sculture lignee, dalle pitture murali alle pavimentazioni in opus sectile. Tre interventi hanno riguardato il patrimonio di Orte: il restauro della tavola di Gabriele di Francesco, anta di un trittico conservata nel Museo d’Arte Sacra, quello dell’eccellente Crocifisso ligneo maitanesco ritrovato presso il Museo delle Confraternite riunite, la porzione di pittura murale raffigurante Muzio Scevola e Porsenna presente nella sala del Cardinale Nuzzi situata al piano nobile del Palazzo, oggi sede del Comune. Quest’ultimo contesto vede attivo un intervento di restauro che prefigura la restituzione dell’intero ambiente. Il caso della scultura di matrice devozionale raffigurante SantʼAntonio Abate del Museo Colle Duomo di Viterbo ha costituito poi un’occasione per sperimentare l’insolita soluzione del sughero riciclato, funzionale al risanamento ligneo e allo sviluppo di uno stucco green; mentre il sito archeologico di Poggio Moscini a Bolsena ha stimolato l’intervento di recupero del pavimento dell’ambiente della Domus del Ninfeo, affrontato nella sua globalità, dallo studio della tecnica esecutiva alle problematiche di manutenzione. Restauratori, archeologi, storici dell’arte, diagnosti, in qualità di docenti dell’Ateneo o di studiosi provenienti dalle Soprintendenze, dagli enti di ricerca preposti o da società private del settore si sono impegnati a sostenere il percorso dei candidati esito di una combinazione tra discipline umanistiche e scientifiche che connotano la fisionomia del restauratore così come si è andata profilando nel dibattito culturale e nel quadro istituzionale italiano. Al comune e alla Direzione del Museo di Arte Sacra di Orte, alle Diocesi di Viterbo e di Civita Castellana, alla Direzione del Museo del Colle del Duomo viterbese saranno presto restituite le opere di appartenenza il cui restauro, grazie anche al sostegno sempre attivo della Fondazione Carivit, è stato concluso nella consapevolezza di aver formato giovani allievi promettenti e insieme di aver reso un prezioso servizio al territorio.
PLAYUJ24, in Piazza del Popolo il videomapping che celebra il jazz e la città di Orvieto
ORVIETO – Dal 28 dicembre 2024 al 1° gennaio 2025 Piazza del Popolo a Orvieto si trasformerà in...