I branchi in sovrannumero di cervi, caprioli e daini continuano a falcidiare le aree agricole del Monte Peglia. A farne le spese sono i campi coltivati, soprattutto quelli ormai prossimi al raccolto. Nella zona l’agricoltore Roberto Bettoja è disperato tanto che, dopo aver parlato con le guardie forestali, scritto all’Atc3 (ambito territoriale di caccia) senza ricevere risposta, come ultimo tentativo ha deciso di far presente la questione anche al sindaco di Orvieto Roberta Tardani. Di seguito il testo in forma integrale della lettera spedita al primo cittadino:
Gentile Sindaca,
A seguito dell’ennesima distruzione del mio raccolto sono a scriverle per porre delle domande pratiche. Questo problema esiste da qualche anno. I danni sono provocati da daini, cervi, caprioli che imperversano indisturbati nella nostra zona. E aumentano di numero.
I recinti, che ho costruito fino all’altezza di 2mt e passa, non ottengono risultati, dato che li saltano facilmente a quanto pare. I piccoli frutti che producevo li ho abbandonati oramai da un po’ di tempo, ma ora questi animali attaccano altre colture, dopo aver distrutto il frutteto. Sono protetti e i danni non sono compensati.
Le rendo noto che tempo fa il mio cane di piccole dimensioni era entrato in un recinto che conteneva dei daini nel Centro di Recupero Animali Selvatici non lontano dalla mia azienda, e che avendo inseguito gli animali per tutta la notte in un recinto, causava presumibilmente la morte per sfinimento. In quella occasione pagai subito una multa per ogni daino, salata. Le lascio immaginare quale è il mio pensiero, ora che il danneggiato sono io e gli animali sono di “proprietà” statale. Ma io, come presumo altri agricoltori, non sono interessato ad una compensazione, ma alla possibilità di svolgere il mio lavoro. A meno che le nostre aziende non producano per sfamare tali animali… In quel caso un compenso adeguato è dovuto. Ho scritto alle autorità come suggerito dalle Guardie Forestali ( una pec all’ATC 3), ma non ho ricevuto alcuna risposta.
Chiaramente la domanda che mi pongo è se devo smettere di lavorare in questa zona e tentare la sorte altrove in Italia o all’estero, o se “devo imbracciare il fucile”. La seconda risposta non la considero, dato che sono protetti, ma mi aspetto una soluzione fattiva dallo Stato rappresentato in tutte le sue forme, e anche immediato a questo punto dato che la stagione non la decido io, ma la natura e vorrei tentare un recupero delle colture. Credo che sia un problema nazionale. In ogni caso aspetto una risposta fattiva anche da parte della Regione, visto la stessa visione di governo che vi accomuna, e che potrebbe facilitare una soluzione. E’ una occasione.
Una nota per quanto riguarda la ragnatela di strade bianche che sono ovunque in Umbria: a quanto pare la sua amministrazione ha deciso di abbandonarle, comunicandolo ai cittadini troppo tardi per porvi rimedio a nostre spese. Con le precedenti amministrazioni non era mai capitato ( forse una volta con Concina, ma mi potrei sbagliare). Ci ritroviamo quindi con strade dissestate che non mancheranno di provocare guai ai mezzi degli sfortunati cittadini che abitano in prossimità di tali strade. Mi domando se l’Agenzia delle Entrate ne terrà conto deprezzando i valori delle abitazioni. La ringrazio per le risposte che mi saprà dare”.
Roberto Bettoja