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Home Cronaca

Servizio Idrico Integrato, il Comune sta ragionando su come uscire dal Consorzio

Redazione 2 by Redazione 2
26 Giugno 2020
in Cronaca, Secondarie, Archivio notizie
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ORVIETO – La situazione finanziaria del S.I.I. / Servizio Idrico Integrato, è stata oggetto dell’interpellanza presentata dal cons. Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”) che ha chiesto all’Amministrazione Comunale: “Se risponde a verità l’ipotesi di una eventuale richiesta di ripiano delle perdite della S.I.I., in quota parte a carico dei Comuni; se, di fronte a questa malaugurata ipotesi, il Comune di Orvieto intenda avviare una fase istruttoria al fine di conoscere le reali motivazioni che hanno portato la S.I.I. ad una situazione finanziaria di difficoltà e precarietà e se, in via eventuale e dopo un attento studio della documentazione, lo stesso Comune, magari di concerto con altri soci pubblici, intenda vagliare la possibilità di proporre all’Assemblea dei soci una azione di responsabilità verso gli Amministratori della S.I.I.”.
L’interpellante ha affermato che “Da molti anni la gestione del servizio idrico non è più in capo ai singoli Comuni, ma viene attuata attraverso un struttura societaria pubblico-privato dove i soci pubblici rappresentano la maggioranza del capitale sociale. A differenza di quando il servizio veniva gestito direttamente dai singoli Comuni, questo nuovo modello operativo ha determinato un incremento esponenziale del costo delle bollette dell’acqua per famiglie ed imprese: tale aggravio di costi incide pesantemente nelle tasche dei cittadini, soprattutto se rapportato alla situazione finanziaria in cui versa il Servizio Idrico Integrato.
In sostanza, in questi anni, ad un incremento molto forte del costo del servizio a carico degli utenti finali, la S.I.I. ha continuato ad incrementare la esposizioni verso terzi, indebitandosi e creando per la stessa struttura societaria la necessità di ricorrere a nuovi flussi di denaro in entrata (principalmente derivanti dall’aumento delle bollette): una situazione paradossale se si pensa che, ad esempio, il territorio dell’Orvietano è ricco di risorse idriche che potrebbero contribuire ad abbassare il costo della bolletta”.

“Dalle ultime notizie ufficiose – ha aggiunto – sembrerebbe che gli organi apicali della S.I.I. intendano ricorre ad una norma statutaria per ‘obbligare’ i Comuni soci a contribuire quota parte al risanamento del bilancio della società: si arriverebbe, pertanto, ad una situazione dove ai soci pubblici – che rappresentano i cittadini, anello finale della catena che ha subito in questi anni un esponenziale incremento delle bollette – verrebbero imposte nuove dazioni di denaro fresco per migliorare i conti finanziari della S.I.I.. Di fronte a questa ipotesi, occorre avere contezza e conoscenza dettagliata di tutta la situazione finanziaria della S.I.I., non solo perché una richiesta di finanziamenti ai soci pubblici determinerebbe an appesantimento nei bilanci dei Comuni stessi, ma soprattutto perché i Comuni non sono dei bancomat, così come non lo sono i cittadini che sono obbligati a pagare bollette salatissime”.
“E allora – ha concluso – se i soci pubblici dovessero trovarsi a subire una imposizione da parte del Consiglio di Amministrazione della stessa S.I.I. occorre capire bene lo stato attuale della situazione finanziaria, per quali motivi si è arrivati ad una realtà finanziaria in fortissima precarietà (tanto da richiedere una eventuale ‘ricapitalizzazione’) e quali sono stati gli atti che in questi anni possono aver determinato un appesantimento delle perdite nel bilancio: pertanto, se dovesse arrivare ufficialmente una richiesta verso i Comuni soci al fine di ripianare le perdite della S.I.I., sarebbe doveroso fare una vera e propria istruttoria su come si sia arrivati a questa pesante e grave situazione finanziaria e, se del caso, agire verso gli Amministratori attraverso azioni di responsabilità che potrebbe essere avanzata dai Comuni in occasione della discussione del bilancio, attraverso una deliberazione da prendere nell’Assemblea dei soci”.

L’assessore al Bilancio e Lavori Pubblici, Piergiorgio Pizzo ha risposto che “Il CdA ha approvato il bilancio che verrà portato il 25 giugno all’Assemblea dei Soci. Abbiamo appreso che il CdA ha deciso di deliberare l’art. 8 rimettendo in capo ai Comuni il ripiano dei debiti. Approvazione assunta da una maggioranza qualificata composta dai soci privati e dai membri di nomina pubblica di cui, due di nomina di questo Comune.
Quindi il Comune di Orvieto dovrà intervenire per circa 800 mila euro contribuendo alla realizzazione di lavori in altri comuni. Una cosa non più tollerabile che si aggiunge al fatto che le poltrone politiche del Sii costano notevolmente (la carica di Presidente costa 40 mila euro/anno), come i costi degli affitti delle sedi per un totale di 400 mila euro. Con gli uffici comunali stiamo ragionando su come uscire da questo consorzio ma molto dipende dalle complessità della normativa.  La mera nomina dei membri del CdA significa inevitabilmente arrivare al 2021 con l’aumento delle tariffe per i cittadini. E il nostro Comune, vale la pena ricordarlo, versa alla SII circa 3 mln di euro. Cercheremo di trovare la soluzione a questa situazione non più rinviabile”.

Il cons. Stefano Olimpieri si è dichiarato: “Soddisfatto per la risposta puntuale ed esaustiva che ha fatto un quadro sintetico della situazione disastrosa che sta vivendo questa struttura consortile e che sta creando problemi gravissimi ai cittadini e ai Comuni che dovranno adempiere all’applicazione dell’art. 8 (la provincia di Terni è al terzo posto per il costo delle bollette dell’acqua). Chiedo all’Amministrazione Comunale la massima vigilanza e agli uffici di trovare la soluzione per uscire quanto prima da questo consorzio”.

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