di Pasquale Di Paola
Come da aspettativa, sono state finalmente diramate (anche se solo domani ci sarà l’ufficialità) le linee guida del Piano Scuola che dovranno tracciare il cammino della scuola a settembre. Piano Scuola che non contiene indicazioni operative, né definisce livelli minimi di servizio, ma si limita ad elencare le possibilità offerte dalla legge sull’autonomia, senza assegnare ulteriori risorse e senza attribuire ai dirigenti la dovuta libertà gestionale.
Insomma, tanta aria fritta che, come da aspettativa, ha deluso tutti i lavoratori della scuola non risolvendo nessuna delle criticità legate all’emergenza Covid. Le linee guida contenute nel Piano Scuola per la ripartenza dell’Anno Scolastico sono un boccone amaro per i dirigenti scolastici, per il personale della scuola, per gli alunni e per le rispettive famiglie. Partono da due gravi peccati originali.
Il primo che poco o nulla si è investito sulla scuola per provare ad arginare le nefaste conseguenze del covid. Il secondo che da inizio marzo poco o nulla è stato fatto. Se non dette tante vuote, contraddittorie, inutili chiacchere. E cosi adesso i dirigenti scolastici devono fare i conti con la grottesca incongruità tra le classi pollaio e il distanziamento che dovrà essere rispettato per preservare i nostri figli dal rischio contagio.
In tutte le scuole nostrane anche quest’anno la media alunni per classe di aggira intorno a 23. E per garantire prevenzione e sicurezza, adeguandosi al rispetto del distanziamente sociale indicato dal comitato degli esperti, ogni classe non dovrebbe contenere più di 12/13 alunni. Ecco che a questo punto entrano in gioco i gruppi classe. Il tutto senza avere un solo insegnante in più. E senza sapere dove reperire gli spazi a norma necessari per contenere questi gruppi. In pratica Governo e Ministero, non sapendo come affrontare i problemi, hanno lasciato la patata bollente ai dirigenti scolastici che, vista la mancanza di risorse economiche, si trovano con le mani legate. Nonostante categoricamente escluse in un primo momento, le turnazioni tra gruppi alunni di una stessa classe diventano inevitabili e i patti di comunità, visti dal Ministero come possibile soluzione, sono solo belle parole che non si possono concretizzare.
Nel Belpaese non esistono aule di grandezza tale che permettono la presenza di 25 alunni e il rispetto del distanziamento necessario a garantire un minimo di sicurezza e prevenzione. E sulla gestione delle classi-pollaio i dirigenti scolastici avanzano pesanti critiche affermando che da qui a settembre è utopistico parlare di riuscire ad abolire queste situazioni. Anche perché le soluzioni prospettate nel Piano Scuola sono del tutto inapplicabili.
Come proporre di usare le palestre per fare lezione visto che servono per educazione motoria. E ancora più campata in aria risulta la proposta di usare i corridoi o le aree esterne agli istituti come spazi aula. Mancano i basilari requisiti di sicurezza.
Così come ha il sapore della improvvisazione e della assoluta superficialità parlare di organizzazione con orario sfalsato, come proposto nelle linee guida, proposta che non fa i conti con le criticità dei trasporti pubblici.
Parlare di arrivi scaglionati presuppone accordi con le aziende di trasporto per rimodulare corse e orari. In tal senso fino ad oggi nulla è stato fatto. E nessuno si preouccupa a livello ministeriale o locale di intavolare un tavolo per definire il tutto con gli attori interessati.
Occorre fare una profonda riflessione critica su questi tre mesi sprecati dai nostri amabili politici e politicanti, passati a dire tutto e il contrario di tutto, sui fondi indispensabili mai stanziati e sul personale che serviva e che non è stato nominato. Questa emergenza sanitaria richiedeva, come hanno fatto tutti gli altri paesi europei, straordinari investimenti per sopperire alle carenze di organico e alla messa in sicurezza delle aule.
Questa era l’occasione giusta per rivedere la normativa e incrementare l’organico, abolendo cosi il fenomeno delle classi pollaio. Nulla è stato fatto. E questo è gravissimo visto che giocoforza i docenti e i nostri figli dovranno comunque convivere a settembre con la presenza di questo virus.
Ancora una volta i nostri lungimiranti politici e politicanti hanno pensato di cavarsela con la loro innata arte di risolvere tutto con la loro prolissa dialettica ricca di promesse e rassicurazioni, che sempre in passato, e continua nel presente, gli ha permesso di riuscire a far passare lucciole per luminose e voluminose lanterne. E visto che parliamo della sicurezza e della salute dei nostri figli in tempi di Covid, è gravissimo questo stato di cose.