ORVIETO – Nonostante le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria, anche quest’anno, la Palombella si è celebrata. Non con il solito rito di una Piazza Duomo piena ma i festeggiamenti si sono trasferiti su un’altra piazza, altrettanto gremita, quella virtuale che, tra visualizzazioni e commenti, ha fatto il pieno di consensi. Ed è così che, grazie anche alla partecipazione degli orvietani e all’instanzabile lavoro del Comitato cittadino dei Quartieri anche per questo strano 2020 si può mettere in archivio un’altra bella edizione della festa tanto cara a Orvieto. La colomba bianca, solitamente omaggio di buon auspicio all’ultima coppia di novelli sposi, quest’anno è stata consegnata ai medici e agli infermieri del Santa Maria della Stella, ma idealmente a tutti gli operatori sanitari d’Italia.
“È stato emozionante vedere consegnare la colomba bianca ai medici e agli infermieri del nostro ospedale, che ci ha rimandato con la mente soltanto a qualche settimana fa, ai loro sguardi stremati dietro le mascherine dopo l’ennesima giornata a combattere con un nemico invisibile – commenta il sindaco Roberta Tardani – Ho rivisto la paura e la preoccupazione, il dolore, la speranza e la gioia provata a ogni guarigione. E quel senso di comunità che ho avvertito in maniera forte. A loro va il nostro ringraziamento per quanto fatto e per la speranza che ci hanno donato di cui la Palombella oggi è di buon auspicio.
In questa festa ci sono mancati alcuni rituali, alcuni appuntamenti, alcune abitudini ma come spesso accade è proprio nell’assenza che abbiamo capito quanto fosse forte in noi l’identità e lo spirito di comunità. Valori che sono patrimonio comune e non vanno dati per scontati. Per questo è ancora più deprecabile il gesto commesso la notte scorsa da chi ha rubato dalla chiesa di San Giuseppe una delle bandiere dei quartieri della città, uno dei simboli della nostra identità – denuncia il primo cittadino – Chiunque tu sia, e che mi auguro venga rintracciato dagli strumenti che si hanno, ti invito a parlare con i tuoi genitori, con i tuoi parenti, con gli amici, con il vicino di casa e farti raccontare cosa sono le nostre tradizioni. Capiresti la stupidaggine che hai fatto, il torto che hai fatto alla città e non servirebbe nemmeno chiederti di restituire quello che hai sottratto”.
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