Ha lottato con tutte le sue forze contro questo virus invisibile. Lo aveva superato. Stava per essere dimesso. Poi, la mattina di venerdì 19 giugno, all’improvviso, il cuore del dottor. Antonio Bergami ha smesso di battere. Una notizia inaspettata, inattesa come questo brutto periodo nero che ha colpito il mondo come un fulmine a ciel sereno.
Il dottor. Bergami aveva 69 anni. Stimato professionista, ricordato da tutti per le sue doti umane, prima che professionali. La sua morte ha lasciato attonita un’intera comunità che sperava di rivederlo presto in giro. Medico specialista in Psichiatria, Psicogeriatria e Psicoterapia. Ha diretto servizi Asl, da poco in pensione si dilettava a scrivere racconti brevi e poesie. La redazione di orvietosi.it e librosi.it vogliono ricordarlo ripubblicando il suo racconto: “Uno straordinario viaggio”. Che sia così anche per lui, uno straordinario viaggio ….
Uno straordinario viaggio
di Antonio Bergami
Seduto sul divano di fronte alla televisione, alla luce azzurra della lampada collocata sul pianoforte, ascolta le notizie del telegiornale delle ventitré della prima rete nazionale: quelle relative alla manovra economica, di Trump intenzionato a costruire il muro con il Messico, della Brexit, dell’ennesimo femminicidio, dell’ennesimo naufragio di barconi di profughi e della sonda Insight di costruzione anche italiana atterrata a novembre scorso su Marte.
L’astronave è molto grande ed elegantemente arredata; i passeggeri a bordo sono trecento come un grande tabellone elettronico, posto di fronte a tutti, mostra chiaramente.
Dai grandi oblò posti lateralmente sono visibili meteoriti, pianeti, stelle luminose e perfino comete, che corrono nello spazio; i passeggeri camminano e parlano tra loro nel grande salone interno all’ astronave. La sua velocità è di trecentomila chilometri al minuto e sono previste tre ore e diciotto minuti per arrivare al pianeta Marte, distante sessanta milioni di chilometri dalla Terra. Le gentili hostess e stewards di bordo spiegano a tutti le caratteristiche del viaggio interplanetario, mentre offrono dessert e bevande.
L’astronave è completamente insonorizzata e la propulsione all’idrogeno. L’atterraggio è previsto solo dopo un giro nell’orbita del pianeta di circa dieci minuti con la possibilità di vedere su un grande monitor posto al centro della navicella tutte le caratteristiche del suolo e le diverse forme di vita presenti come a grandezza naturale.
Attraversando in orbita l’Africa, sul gigantesco monitor è possibile osservare immense coltivazioni di frumento, mais, frutteti di ogni specie, orti e una fitta rete di canali di irrigazione ed anche il deserto del Sahara con rigogliose oasi, ricche di laghetti dall’acqua limpida dove carovane di beduini sostano con i loro cammelli e dromedari per trovare ristoro. Nel volo in orbita del pianeta gli oceani appaiono di un colore blu intenso e le costiere e le spiagge dei continenti accarezzano un mare di tutti i colori, dall’azzurro intenso al verde smeraldo, mentre pesci, delfini e cetacei saltano sulla superficie dove le acque sono più profonde.
Grandi navi, velieri e pescherecci di ogni dimensione sono visibili sul grande schermo mentre solcano le acque dei mari. Più piccole navicelle attraversano e solcano veloci i cieli con a bordo passeggeri che si spostano da un continente all’altro del pianeta.
Quando la grande astronave nella sua orbita attraversa il polo nord e sud, splendidi, luminosi e bianchissimi appaiono grandiosi ghiacciai, sulle cui superfici intere famiglie di orsi bianchi, pinguini e foche marine camminano e saltano in mare felici, salendo e tuffandosi dalle banchise galleggianti. Le città di tutti i continenti sono villaggi non grandissimi in cui le case sono immerse nel verde e con ampi giardini. L’atterraggio della grande astronave sulla superficie del pianeta avviene nei tempi previsti ed è rapidissimo in verticale.
Tutti noi passeggeri scendiamo ordinati da una scaletta sulla superficie di Marte, e siamo poi invitati a salire su di un treno ad unico vagone molto aereodinamico e all’interno assai capiente ed accogliente, che comincia la sua corsa verso la città, correndo sopraelevato di circa un metro rispetto ad un binario unico e del tutto silenzioso. Molti altri treni simili che trasportano numerosi passeggeri si incontrano e sono ben visibili dai finestrini, e corrono tutti sopraelevati da un cuscino di energia elettromagnetica, come ci viene spiegato dagli stewards di bordo.
Arrivati in una città-villaggio siamo tutti invitati ad entrare in un grande spazio ricoperto denominato città della scienza, dove in una salone tutti seduti in comode poltrone ci accingiamo ad ascoltare una breve conferenza di benvenuto. Relatori d’eccezione sono Albert Einstein e Stephen Hawking, entrambi in giovane età e in perfette condizioni. Comunicano a tutti che ci troviamo nell’anno 2319 del calendario terrestre.
Nel prosieguo della conferenza spiegano a tutti i convenuti che alla fine degli anni trenta del primo secolo del terzo millennio sulla terra l’avidità umana portò ad una apocalisse economica che acuì rapidamente i tanti conflitti già presenti con l’uso in diverse aree anche di armi nucleari e con la morte in pochi mesi di circa tre miliardi di persone degli oltre sette che abitavano i diversi continenti.
In una terra desolata e smarrita, con città distrutte, intere popolazioni decimate e umani vaganti come zombi, l’ONU, organizzazione che fino ad allora non era riuscita ad evitare i conflitti tra le nazioni, rimasta l’unico punto di riferimento internazionale da cui ripartire, si fece carico della più massiccia opera di ricostruzione, sanificazione ambientale, inclusa la denuclearizzazione e riconversione delle risorse e utilizzò per questo i migliori scienziati del pianeta. Si decise di mettere al bando tutte le industrie di armamenti del mondo e di convogliare gli sforzi economici e umani in questa opera con una equa distribuzione delle risorse. Le avanzate conoscenze tecnologiche e l’immenso lavoro in un secolo portarono la terra a vedere risolti tutti i gravi problemi che aveva ormai accumulato ed era così diventata il bel giardino che potevamo ora osservare.
Mari non più inquinati, tutte le specie animali di cielo e di terra e di mare presenti sul pianeta, atmosfera tersa e pulita, risolto il riscaldamento globale e i ghiacciai ricostituitisi nella loro originaria estensione. Nei due secoli successivi ulteriori conquiste tecnologiche hanno portato alla realizzazione di mezzi di spostamento di terra, di mare e di aria per gli abitanti da un luogo all’altro del pianeta in tempi velocissimi e anche alla possibilità di viaggi interplanetari. Ognuno disponeva secondo i suoi bisogni.
Albert Einstein e Stephen Hawking non vanno oltre con i loro interventi, affermando in conclusione che molte cose le avremmo scoperte da noi viaggiando attraverso ed esplorando il pianeta e avremmo alla fine compreso ciò che non possono per ora spiegarci. Lasciano per ultimo la parola ad una giovane e brillante Rita Levi Montalcini che spiega a tutti i presenti l’evoluzione che si è avuta nei tre secoli trascorsi nel cervello umano.
Spiega a tutti che il cervello ha avuto nel tempo un riequilibrio fra le aree deputate alle emozioni e ai sentimenti e quelle deputate alla conoscenza, con un grande sviluppo di capacità empatiche, tenerezza e amore e sviluppo di capacità relazionali in cui il potere, il dominio, il narcisismo, la rabbia e la prevaricazione non hanno più spazio. Gli esseri umani lavorano ormai solo per il 10% della loro vita quotidiana e possono dedicare tanto del loro tempo all’arte, alla musica, alla bellezza della natura e alle relazioni e si è felici. Non esistono più malattie mentali o neurodegenerative.
Dopo la fine della conferenza di benvenuto guide esperte accompagnano più piccoli gruppi di noi, nuovi arrivati, in visita per il pianeta. Tutto appare come un Eden, un bellissimo giardino con città villaggi immerse nel verde, pullulanti di vita. Con mezzi aerei di dimensioni minori, ma di forma simile alla grande astronave con cui siamo arrivati e velocissimi possiamo spostarci da una parte all’altra di Marte compiendo l’intera orbita in soli dieci minuti, anche qui vedendo il suolo, il mare, i monti ricchi di boschi a grandezza naturale su di un grande schermo posto in alto al centro del mezzo aereo. Vediamo un po’ tutti i continenti, la grande Cina, le Americhe, il Sudafrica, il Canada e l’Europa, i grandi parchi e praterie dove scorazzano in libertà tutte le specie animali. L’atmosfera è ovunque limpida e pulita. Ed anche sistemi nuvolosi, bianchi come la panna montata, vengono rapidamente attraversati dalle navicelle di traporto passeggeri.
Atterriamo vicino alle cascate del Niagara dove uno spettacolo magnifico si apre ai nostri occhi. Durante questo viaggio per il pianeta insieme all’esperta guida, ciascuno di noi incontra persone care, ed io in particolare mia madre, mio padre, mio fratello con tutta la sua famiglia. Gli incontri avvengono in un clima di grande gioia e felicità di trovarsi insieme. Non c’è più incomprensione ma tenerezza ed affetto ed è per tutti noi del gruppo la stessa cosa. Il giorno volge al termine e la notte incalza, nel cielo le stelle luminose; la guida ad un certo punto ci indica una stella particolare, la più grande. Ci dice che è in realtà un pianeta, il pianeta rosso, chiamato Terra, di cui si sta studiando se forme di vita siano state presenti, distante circa sessanta milioni di chilometri da Marte, l’unico luogo dove nessuno di noi potrà mai più tornare.
Perplessi e in silenzio ascoltiamo ciò che la guida deve rivelarci e che né Stephen Hawking, né Albert Einstein né Rita Levi Montalcini in conferenza ci hanno detto. Ci rivela che in realtà tutti noi passeggeri che abbiamo viaggiato sulla grande astronave, che ci ha portato lì, siamo appena morti sulla terra e che questa dimensione in cui ora ci troviamo è una dimensione parallela a quella della terra, invisibile a radar e a ogni esplorazione dello spazio, ma visibile solo a noi e ai tanti che la abitano, appartenente all’eternità e non raggiungibile se non da coloro che sulla terra sono morti e che qui vivranno per sempre.
Cala la notte e viene il giorno con la splendida e calda luce del sole, gli alberi, il canto degli uccelli nel cielo e il realizzarsi per ciascuno di incontri felici all’insegna della tenerezza, dell’amore e dell’amicizia. E’ tutto splendido e l’animo, non turbato dalla notizia ricevuta, era colmo di felicità.
Calò la notte e venne ancora il giorno…
D’improvviso un rumore sordo di una porta socchiusa, il solito schermo ancora acceso e la luce soffusa della lampada sul pianoforte. Il volto di Putin in primo piano che parla dell’accresciuto rischio di una guerra nucleare nel teatro europeo dopo che Trump ha disdetto unilateralmente il trattato di non proliferazione dei missili a medio raggio in Europa e con l’Iran. Buongiorno: è il telegiornale mattutino delle ore 8 della prima rete nazionale.