di Massimo Gnagnarini
L’attuale assessore al bilancio del Comune di Orvieto dice che, oggi, è prioritario recuperare l’evasione fiscale dei tributi locali assai diffusa, a suo parere, tra le famiglie e le aziende orvietane.
Io direi che invece oggi sia prioritario abbassarle quelle tasse che, nel suo precedente mandato, proprio la giunta di cdx aveva innalzato fino ai massimi consentiti dalla legge per tentare , inutilmente, di evitare il dissesto finanziario dell’Ente.
IMU ALLE ALIQUOTE MASSIME
Le altissime aliquote vigenti introdotte a Orvieto nel 2012 erano state mantenute tali durante tutto il periodo del risanamento ( 2014/2018) gestito dal csx e supervisionato dalla Corte dei Conti e agli orvietani era stato detto che ciò serviva a risanare i conti. Il Comune è uscito dalla fase di pre-dissesto ormai da due anni e dunque quelle tasse vanno abbassate. Non farlo adesso equivale a prendere in giro i cittadini e ad alimentare quel senso di sfiducia e di ribellione dei contribuenti che l’assessore Pizzo afferma di voler combattere.
NESSUNA SUPER EVASIONE
Non risponde al vero che l’evasione tributaria a Orvieto sia maggiore di quella fisiologica che si registra in altri comuni dell’ Umbria e più in generale nel nostro Paese. Anzi le cifre che riguardano Orvieto relative allo stock dei crediti accumulati nell’ultimo quinquennio sono percentualmente inferiori ai dati generali dell’evasione tributaria e facilmente riscontrabili sui siti del MEF e dell’ANCI.
SCELTE POLITICHE E NON TECNICHE
E’ del tutto fuorviante, come si racconta, addossare ai dirigenti comunali la responsabilità di ” procedere agli accertamenti dell’evasione per poi agire sul fronte del recupero ” giacchè tale indicazione è già implicita nei loro compiti ordinari di sempre.
IL COVID COME ALIBI
E’ un pò da maramaldi il tentativo di giustificare l’eventuale mantenimento delle tasse comunali alle massime aliquote come conseguenza diretta del Covid per i mancati introiti della tassa di soggiorno, dei parcheggi e del Pozzo di San Patrizio.
Spieghiamo perchè:
Seppur in ritardo e con qualche omissione il Comune di Orvieto si è avvalso, in questi mesi, delle facilitazioni promosse da CC.DD.PP e ABI circa la rinegoziazione dei propri mutui creandosi così una maggior liquidità di cassa e di competenza superiore a 1 Mln di euro. Ma l’uso di questi soldi era ed è subordinato a far fronte, attraverso misure di sostegno che finora non ci sono state, alle difficoltà delle categorie civili e produttive maggiormente colpite dalla crisi. Non mi sembra che mantenere le tasse comunali alle aliquote massime e straordinarie e nel contempo imprimere un giro di vite sugli accertamenti tributari siano misure che vanno in questa direzione.
LAMENTARSI DEL BRODO GRASSO
Infine è curioso che, dopo esservisi opposta con ottusa veemenza nel suo passato ruolo di opposizione, la Giunta Tardani e la maggioranza che la sostiene si lamentino oggi dei mancati introiti, in questo trimestre, proprio di quei settori valorizzati dalla Giunta Germani attraverso una nuova politica di bilancio delle entrate che ha portato, nello scorso quinquennio, le entrate della TDS da zero a 600.000 euro, i Parcheggi da 900.000 a 2.400.000 euro e gli incassi del Pozzo da 300.000 a 800.000 euro.
Tornare a governare non significa tornare a dove si era lasciato. Soprattutto se si era lasciato un Comune in brache di tela, praticamente commissariato e privo di ogni visione futura.