La scorsa settimana si è formalmente costituito il gruppo “Civici per Orvieto”, hub dell’Associazione “Civici per l’Umbria”, che organizza il civismo umbro intorno ad un progetto di cambiamento con al centro i territori. Con questo comunicato iniziano le attività pubbliche di analisi, iniziativa e proposta.
Com’è noto, la Giunta regionale Tesei ha stabilito che per l’interruzione farmacologica di gravidanza (ivg) è obbligatorio il ricovero di tre giorni in ospedale, giustificandola con la tutela della salute della donna. Evidente la strumentalità della giustificazione ed anche il suo significato: ostacolare questa pratica con un artifizio, che di fatto non è solo un ritorno indietro rispetto ad un diritto acquisito, ma è un vero atto di prepotenza del potere pubblico. È come dire che tu donna non hai diritto di decidere autonomamente perché non sai valutare se tutelarti da sola e come, per cui sono io potere pubblico che stabilisco di tutelarti perché so io che cosa è bene e che cosa è male per te.
Ora, viste le molteplici e vaste reazioni che hanno trasformato questa decisione in un caso nazionale, e dopo varie interviste imbarazzanti (esemplare quella a Radio Capital), pare che la Presidente si sia accorta che sta pagando un prezzo troppo alto ai suoi sponsor politici e ha deciso di allinearsi alla richiesta del Ministro Speranza di chiedere lumi all’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla gestione dell’ivg sostenendo che si tratta di questione tecnico-scientifica. Ma via!, ammesso e non concesso che di questi lumi ci fosse bisogno, perché allora non ha sentito il dovere di chiederli prima di prendere una tale decisione e non dopo? Comunque ci auguriamo che, una volta acquisito il parere dell’Iss, la Presidente mantenga fede a quanto ora dice e torni indietro.
Resta la gravità del fatto, di per sé e perché indica un modo di intendere la società: non quella in cui le persone hanno il diritto-dovere di fare scelte in piena responsabile autonomia e il potere pubblico è tenuto a fornire i servizi che lo rendono effettivo, ma quella in cui il potere pubblico si pone come tutore che sostituisce la persona nelle decisioni che la riguardano in quanto titolare esclusivo (abusivo) dell’idea di bene e di male.
Data la rilevanza della questione, stupisce ma manco tanto l’assenza di una qualsiasi presa di posizione dei partiti e dei gruppi di maggioranza consiliare come se la questione fosse del tutto irrilevante. In realtà, come è stato detto anche da altri, questa appare come la conferma di un orientamento di ossequio se non di sudditanza nei confronti del nuovo sistema di potere piramidale che da Perugia si irradia nei territori e richiede solo obbedienza, come era già reso evidente, e continua ad esserlo, dalle vicende dell’ospedale e dei servizi sanitari del nostro territorio. È altamente probabile che non finirà qui. Dunque prendiamone coscienza e agiamo di conseguenza!
“Civici per Orvieto”
Hub dell’Associazione “Civici per l’Umbria”