I Cobas della Scuola hanno lanciato una petizione-appello a seguito dell’annunciato presidio indetto sabato 6 giugno in Piazza della Repubblica, a Terni, e già sottoscritto in poche ore da oltre 130 persone, tra insegnanti, studenti, genitori, comitati, associazioni e soggetti sindacali e politici. E’ possibile sostenere l’appello cliccando sul seguente link: http://chng.it/Hjcy4RFV.
“Alla luce della grande attenzione mediatica ottenuta dalla giornata di mobilitazione nazionale dello scorso 23 maggio con manifestazioni in oltre venti città italiane per porre al centro del dibattito pubblico la scuola e chiedere con un’unica voce la riapertura in sicurezza delle scuole a settembre – si legge nella nota diffusa dai Cobas – proseguiamo la nostra campagna per sollecitare l’intervento di tutte le istituzioni per avere una risposta alle nostre richieste e chiudere l’esperienza della didattica a distanza con la fine di questo anno scolastico.
Per questo sono necessari:
– la riduzione del numero di alunni per classe: non sono più accettabili classi affollate, oltre che per motivi didattici per ovvi motivi sanitari; invece, gli Uffici Scolastici Regionali stanno tagliando classi e organici, come diretta conseguenza dei vecchi criteri di formazione delle classi e della mancanza di alunni “ripetenti” per effetto del DL e delle OM di gestione dell’emergenza;
– l’assunzione con concorsi per titoli e servizi e senza quiz di insegnanti con 36 mesi di servizio e personale Ata con 24 mesi di servizio, anche alla luce delle quasi 200.000 cattedre che a settembre risulteranno vacanti in tutto il Paese e della necessità di ridurre e non aumentare, come già detto, il rapporto alunni/insegnanti;
– un piano di investimenti per potenziare gli organici e per l’edilizia scolastica: è assolutamente necessario da parte del Governo incrementare la spesa pubblica in questa direzione, anche alla luce dei recenti sviluppi politici europei con l’ormai prossima adozione di strumenti finanziari straordinari come il Recovery Fund e gli Eurobond che forniranno all’Italia oltre 170 miliardi di euro, di cui circa 90 sotto forma di prestiti a tassi bassissimi e oltre 80 a fondo perduto; invece, il Governo ha stanziato per la scuola la cifra irrisoria e inadeguata di 1,5 miliardi di euro, prevalentemente destinati ancora alle attrezzature digitali e alla DAD.
– l’individuazione di ulteriori spazi pubblici, in funzione o dismessi, per garantire la didattica in presenza di tutte le classi di tutte le scuole, evitando di costringere i Dirigenti Scolastici ad avallare le classi miste o l’alternanza lezioni in presenza/didattica a distanza (in primo luogo viene da pensare ai cinema, ai teatri, alle biblioteche e ai centri culturali e ricreativi)”.