di Andrea Impannati
La scuola, la salute ed il futuro. La ripartenza con Federico Gori, Sindaco di Montecchio, che ha risposto ad alcune domande riguardanti l’emergenza Covid-19. Il secondo appuntamento con la rubrica ‘Fase Due: una sfida per i Sindaci’ riguarda la volontà di rinascere sulle ceneri di un modello fallito, volgendo a proprio vantaggio le difficoltà, cogliendo le opportunità per lo sviluppo.
Il Comune, alla stregua delle altre cittadine limitrofe, ha vissuto una fase emergenziale. Quali sono state le peculiarità riscontrate dall’amministrazione?
Lo spavento ha subito condizionato la crisi. A Melezzole, una frazione del nostro Comune, è emerso il primo caso di Covid-19, importato da un’ospedalizzazione a Fermo, sfortunatamente esso ha coinciso con il primo decesso.
La risposta dei cittadini non si è fatta attendere, la grande solidarietà e l’esecuzione proverbiale delle precauzioni prescritte dal Governo Centrale, hanno contraddistinto la comunità. Le misure adottate hanno, quindi, permesso di mantenere Montecchio Covid-free.
Giove, proclamata Zona Rossa, ha suscitato apprensione anche peri vostri concittadini?
Giove ha avuto di fatto un grave bilancio sul piano emergenziale, essendo stata addirittura l’unica città umbra dichiarata Zona Rossa. Da più di un mese ormai questa limitazione è stata revocata, tuttavia il livello di allerta è rimasto considerevole. I nostri concittadini hanno beneficiato anche dell’estrema coordinazione tra le organizzazioni che hanno fornito le mascherine, e la Protezione Civile inter-comunale, che le ha distribuite. Quest’ultima ha svolto un lavoro essenziale, riportando con tempismo le numerose norme sviluppate dagli organi istituzionali.
Non è stato semplice, quindi, rimanere in contatto con le innumerevoli regole emanate dalle varie istituzioni. Oltre alla Protezione Civile chi vi ha aiutato nell’arduo compito di districarsi nel groviglio normativo?
Le riunioni di ‘Aree Interne’, organizzazione dei Comuni dell’area Sud-Ovest dell’orvietano, sono state anch’esse un contributo significativo; al di là delle ideologie, la pandemia ha avuto il merito di far convogliare su di sé ogni forza disponibile. La mancanza di comunicazione tra la Regione e i Sindaci, che sono l’anello di congiunzione tra i cittadini ed il Governo regionale, ha impedito una fluida e diffusa regolamentazione.
La scuola è stato un tema a lungo dibattuto nell’ultimo periodo a causa dell’approvazione alla Camera del cosiddetto Decreto Scuola, firmato dalla Ministra Azzolina. Per il vostro borgo come cambierà il servizio scolastico?
Se venisse meno la scuola, il nostro Comune perderebbe di senso. Il focus dell’amministrazione è proprio rivolto a questo servizio essenziale, il quale avrà necessariamente dei parametri differenti per la riapertura in sicurezza a settembre. Le misure preventive, tra le quali quella di disporre di aule più ampie, non ci spaventano. L’ostacolo da superare è presente nella legislazione italiana già da tempo: la standardizzazione del numero degli alunni, tredici per ogni classe minima, che ha spesso reso obbligata la scelta della creazione di pluri-classi. Sarebbe necessaria una deroga per le realtà più piccole, impedendo così l’unione delle classi e l’ulteriore dispersione degli alunni.
I progetti nell’agenda di ogni primo cittadino d’Italia sono innumerevoli, quale futuro vede per il suo Comune? In che modo potreste assistere le istituzioni delle grandi città, che spesso non riescono a salvaguardare le periferie?
La salute è il futuro: Montecchio rispecchia la visione del ‘buon vivere’, che pone al primo posto il benessere delle persone. La digitalizzazione e gli investimenti 4.0 permetteranno anche ai Comuni di piccole dimensioni di risollevarsi dalla crisi provocata dal Coronavirus. Il problema della sovraurbanizzazione, che affligge le grandi città, è risolvibile implementando la distribuzione della popolazione, agendo con politiche che salvino le piccole comunità. Queste ultime hanno affrontato l’epidemia stringendosi attorno alle situazioni critiche, risolvendole anche autonomamente oltre che appellandosi ai Comuni. La nostra forza sarà l’impegno e la dedizione che metteremo nel territorio, mantenendo saldi i valori che ci hanno da sempre contraddistinto. I nostri non sono Piccoli Comuni, ma Borghi e Paesi con una smisurata volontà di ripartire.