Ci sono finali che non tutti si possono permettere di scrivere, di mandare in scena. Ci sono chiusure anonime, rovinose, amare. Ci sono anche chiusure eleganti, stilisticamente impeccabili. Finali che dispensano luce, speranza, valori profondamente umani.
Come quella del negozio di Lamberto Simoncini, che abbassa definitivamente le saracinesche dopo una storia lunga 140 anni.
Quello di Lamberto e di Francesco, il fratello scomparso nel 2019, era un negozio singolare, d’atmosfera, quasi letterario. Un ambiente degno delle migliori storie di George Simenon.
Ebbene, Lamberto ha deciso di chiudere il suo storico esercizio regalando la pregiata merce residua al “Senza Monete”, l’emporio dello scambio e del riuso di Orvieto Scalo. In questo passaggio la “merce” viene trasfigurata, diventando segno di uno stile – lo stile è l’uomo, diceva Georges-Louis Leclerc de Buffon – che concepisce il commercio non solo come mezzo ma come fine.
E il fine di questi meravigliose botteghe storiche – un vero e proprio patrimonio culturale – era, ed è, quello di costruire, giorno dopo giorno, la comunità, la rete che tiene assieme la città e che fanno la differenza rispetto alla meccanica indifferenza dei corrieri di Amazon.
Un seme gettato non per dolersi del passato ma per aprire il futuro. Giunga allora un grande grazie alla “Ditta Luigi Simoncini” dagli amici e dagli oltre mille soci dell’Associazione “Senza Monete”, con la speranza che questo stile solidale e gentile possa diventare simbolo di una rinascita attesa da tutti.
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