Ilaria Bagnati blogger di @ilariaticonsigliaunlibro
Ti chiami Michele Cattabriga. Il tuo cognome, nel dialetto delle parti in cui sei nato e vivi, significa “cerca guai”. Ma non per te, figuriamoci. Sei un tipo concreto, uno da rivista scientifica sul tavolino del salotto. Cattabriga è solo l’insieme di lettere che identifica il tuo ceppo familiare. Anche se una parte di te sospetta che a volte le etichette siano come calamite: attirino. E quando si tratta di avvenimenti, propizino.
Michele di mestiere fa le parole crociate, è ciò che ha sempre voluto fare. Sa come usare le parole, come giocarci, come manipolarle. E’ ciò che fa anche durante la narrazione, forse per esorcizzare ciò che gli accade, per dare un senso a ciò che sembra non averne. Un mattino Michele si sveglia su un materasso buttato nel seminterrato di casa sua, non sa spiegarsi perché si trova lì, come ci sia finito. Lui nel seminterrato non ci va quasi mai. Si chiede subito che fine abbia fattoMarta, la sua fidanzata. Chi lo ha rinchiuso lì può averle fatto del male? Cosa vogliono da lui? Michele che crea enigmi per lavoro non sa darsi una spiegazione sull’enigma che l’ha improvvisamente coinvolto.
Tra momenti di sconforto, richieste di aiuto urlate a squarciagola, sonni agitati, Michele ripercorre la sua esistenza. Riflette sul suo passato, sulla sua infanzia, sul rapporto con i genitori, sul tempo passato in Scozia, terra della madre. In particolare ripensa e riflette sull’incontro con la bellissima Marta, sul loro rapporto, a come si è evoluto nel tempo. Tutta la narrazione è fatta di grandi riflessioni, di giochi di parole che intrattengono e fanno riflettere il lettore. Il finale è stato inaspettato e l’ho apprezzato.
E fuori vennero i lupi è un romanzo che merita attenzione, che necessita di concentrazione per assaporare le parole, i pensieri del suo protagonista.
La narrazione a volte l’ho trovata un po’ lenta, troppo concentrata sul passato di Michele. Mi sarebbe piaciuto che Michele riflettesse maggiormente su ciò che gli accade nel presente, sulla sua prigionia, su ciò che egli è ora, magari anche sul suo futuro.
Consiglio la lettura di E fuori vennero i lupi di fuori di Andrea Marzocchi edito AUGH! a coloro che amano i romanzi introspettivi e anche a chi ama giocare con le parole come fa il suo protagonista.
@ilariaticonsigliaunlibro. Nel suo blog si presenta così: “Mi chiamo Ilaria e sono dottoressa in psicologia clinica in procinto di abilitarmi alla professione di psicologa. Per ora faccio la mamma ed è un lavoro a tempo pieno. Le mie passioni più grandi sono la lettura e la psicologia e quando le posso unire vado in estasi.” Seguila sui suoi canali social: Instagram Facebook, Pinterest, Goodreads e sul suo blog. L’appuntamento su LibroSì Lab con le sue recensioni e interviste che strizzano l’occhio alle novità e autori emergenti è ogni quindici giorni, di lunedì.