La Terza commissione consiliare, presieduta da Eleonora Pace, ha approvato il Piano regionale integrato per la non autosufficienza (Prina) per il triennio 2019-2021. Hanno votato a favore i consiglieri di maggioranza (la presidente Pace-FDI, Pastorelli, Mancini, Fioroni e Peppucci-LEGA) mentre i consiglieri di minoranza (Fora-Patto
civico, Bori e Bettarelli-PD) hanno votato contro perché il previsto ampliamento della platea dei beneficiari, pensato soprattutto per le 322 persone con gravissima disabilità che sono ancora in lista d’attesa, non si avvarrebbe di un incremento di risorse tale da evitare una diminuzione delle quote spettanti a ciascuno, sollevando poi anche altre perplessità.
Il Prina è stato illustrato ai commissari dall’assessore regionale Luca Coletto, coadiuvato da Paola Casucci e Michaela Chiodini. Le RISORSE PER L’UMBRIA, provenienti dal Fondo nazionale per la non autosufficienza, ammontano a 12milioni 859mila euro per il 2019, 14 milioni e 181mila euro per il 2020 e 12 milioni 785mila euro per il 2021.
I DESTINATARI delle risorse sono le persone con gravissima disabilità, minori, adulti e anziani. Resta ferma l’opzione per l’assistenza indiretta o autogestita, nell’ottica di favorire la permanenza in famiglia o nel luogo ove si vive scegliendo la propria assistenza domiciliare oppure il ricorso ai servizi.
Attualmente sono 428 le persone che usufruiscono di risorse per l’assistenza indiretta: 129 di esse sono utenti con grave disabilità associata a malattia rara, 87 sono malati di Sla (entrambe le categorie hanno diritto a un assegno di 1200 euro al mese) e 212 sono utenti con gravissime disabilità che percepiscono 600 euro al mese. Ma ci sono anche altre 322 persone con gravissima disabilità che si trovano in lista di attesa per avere a loro volta sostegno.
Le condizioni per averne diritto sono il grado di invalidità del 100 per cento e il limite massimo di 50mila euro di reddito. Al di sotto di questa soglia si ha infatti accesso alla valutazione fatta da un’equipe multidisciplinare che tiene anche conto di altri aspetti della condizione sociale, ad esempio della presenza di altro gravissimo disabile in famiglia. Sulla base di questi e di altri dati sono state fatte simulazioni e ipotesi da parte di una commissione tecnica composta da medici, neurologi, riabilitatori e tecnici che porta ad una specifica graduatoria. Nel pensare a un ampliamento della platea dei beneficiari, è stato chiarito che gli utenti con gravissima disabilità in ogni caso non percepiranno mai meno dei 600 euro previsti, a fronte della considerazione che hanno redditi molto bassi.
La contrarietà dei consiglieri di minoranza, Fora, Bori e Bettarelli, non si limita al timore che un ampliamento della platea di beneficiari senza incremento delle risorse, ferma restando la giustezza dell’inclusione di chi si trova in lista d’attesa, possa condurre a una contrazione dell’assegno di 1200 euro di cui abbisognano le persone che hanno grave disabilità associata a malattia rara, ma anche su altri aspetti, quali la rendicontazione delle somme spese in autonomia di scelta dai non autosufficienti o dai loro familiari o caregiver e la mancanza di strumenti adeguati per un monitoraggio qualitativo e quantitativo, a garanzia che le risorse vengano spese in modo corretto. Sono stati citati esempi di altre regioni che si avvalgono di strumenti ulteriori, come una riconosciuta rete dei servizi che non si contrapponga alle scelte della famiglia o anche la costituzione di un albo dei badanti, necessario per la trasparenza su come vengono spese le risorse.
In conclusione l’assessore Coletto ha detto che la Giunta sta operando per fare in modo che le persone non autosufficienti attualmente escluse dalle misure di sostegno vengano invece incluse e che si sta lavorando su ulteriori risorse. “Ci riserviamo di trovarle – ha detto – per riuscire a soddisfare non dico tutti ma almeno un parte di coloro che sono stati esclusi. Per quanto riguarda la rendicontazione delle spese ci sarà, come sarà fatto un adeguato monitoraggio della situazione”.
OBIETTIVI GENERALI DEL PRINA Con questo atto si vuole avviare una nuova fase di programmazione territoriale che si integri con le attività dei distretti socio-sanitari e dei Piani di zona; consolidare la rete integrata degli Uffici della cittadinanza e dei Centri di salute; rafforzare i Progetti di vita, basatisulle prospettive e sui desideri delle persone non autosufficienti e la continuità assistenziale, con la presa in carico del progetto della persona; riconfermare il Programma assistenziale personalizzato (Pap); rafforzare in modo significativo il ricorso ai ricoveri di sollievo e la rete di supporto delle singole zone, centri diurni per minori con disabilità e minori affetti da autismo e per anziani affetti da demenze; ridefinire le modalità di erogazione dell’assistenza indiretta con le disposizioni indicate dal Piano nazionale che, tra i suoi vincoli, prevede che una quota di risorse non inferiore al 50 per cento sia destinata esclusivamente alle disabilità gravissime, incluse Sla e demenze