Con il ritorno a una quasi normalità ora la Sanità rischia il collasso, dopo 3 mesi in cui ospedali e ambulatori hanno sospeso tutte le attività, ad eccezione delle cure urgenti e non procrastinabili.
Riprendono infatti visite specialistiche e screening e gli ospedali sono a rischio di una nuova ondata di pazienti. Malati che necessitano di riprendere controlli e test. ASL e nosocomi stanno riorganizzando le riaperture, tra mille difficoltà e con nuovi percorsi di sicurezza.
Anche alcune Regioni sono intervenute per garantire al meglio l’assistenza, ma il rischio di un allungamento delle liste di attesa è comunque concreto. Tra i pazienti che maggiormente hanno bisogno di riprendere il percorso usuale di follow-up e controlli ci sono i malati oncologici. In questi mesi di emergenza, spesso sono state interrotte chemioterapie e visite dirette. Un grande problema è anche quello degli screening preventivi: il centro di studi Nomisma ha calcolato che entro dicembre sono quasi 4 milioni gli screening oncologici che dovranno essere effettuati per mettersi “in pari” con gli anni precedenti, a causa del lockdown.
Il discorso non riguarda solo l’Italia. Secondo un’indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità condotta in 155 paesi, i servizi di prevenzione e cura delle malattie non trasmissibili hanno subito una grave interruzione da quando è iniziata la pandemia di Covid-19. I servizi sanitari sono stati parzialmente o completamente interrotti in molti paesi e più della metà (53%) ha interrotto parzialmente o completamente quelli per il trattamento dell’ipertensione; il 49% quelli per il trattamento del diabete e delle sue complicanze; il 42% quelli per il trattamento del cancro e il 31% quelli per le emergenze cardiovascolari. I servizi di riabilitazione sono stati interrotti in quasi due terzi (63%) dei paesi.
“Il problema – ha detto Luciano Vittori, Presidente Anap di Confartigianato Umbria – è molto serio e i provvedimenti presi da Regioni e ASL, non sono sufficienti, a nostro avviso, per “smaltire” l’arretrato . Occorrono direttive omogenee e concrete da parte del Ministero della Salute e interventi mirati da parte del Governo. Misure più strutturali e l’impiego di un maggior numero di medici e operatori sanitari, anche se questi vengono da un periodo particolarmente stressante e ai quali va tutta la nostra riconoscenza.
I Fondi da destinare a questo scopo devono essere la priorità perché la salute dei cittadini viene prima di ogni altra cosa. Non possiamo permetterci che -alle già tanto numerose vittime del Covid-19- si aggiungano quei pazienti che necessitano di visite e cure a cui non viene data una risposta immediata ed efficace!”.
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