di Pasquale Di Paola
Settembre si avvicina e ancora non sono state partorite le linee guida per la gestione e organizzazione del prossimo Anno Scolastico.
Basta accendere un qualsiasi canale televisivo per essere bombardati dal solito politicante di giornata che, con pomposi propositi e convintissime rassicurazioni, dice cose contrarie e opposte a quelle dette il giorno prima da altri politicanti suoi colleghi. Con la solita frase ricorrente: per noi la scuola è in cima ai nostri pensieri perché è la priorità assoluta. Oltre la cortina di queste fumose e interessate parole, la realtà nella quale versa la scuola del Bel Paese e’ben diversa e dai tratti drammatici.
Secondo i dati ufficiali dell’Ocse la nostra scuola occupa, tra tutti i Paesi europei, un mortificante e vergognoso ultimo posto per quanto riguarda la spesa pubblica destinata all’istruzione. Così come occupiamo il non invidiabile ultimo posto per quanto riguarda il numero di laureati in Europa. In compenso siamo al primo posto, con largo distacco, per quanto riguarda il tasso di abbandono scolastico. Abbiamo il record negativo nel capitolo stipendio dei docenti che, sempre secondo l’Ocse, sono i più insodisfatti, i più anziani e con la peggiore retribuzione a livello europeo.
Siamo messi molto male anche nel rapporto personale Ata numero classi da pulire (e quest’anno con aggiunta della sanificazione da effettuare più volte nel corso della stessa giornata). Proprio a ieri risale il grave grido di allarme della Associazione Nazionale Presidi, secondo cui con questi numeri del personale Ata è assolutamente impossibile riaprire le scuole a settembre con una adeguata garanzia del rispetto delle norme di sicurezza anti Covid. E molti dei 41.000 istituti scolastici del Belpaese versano in condizioni pietose, in buona parte vecchi e malandati. Un recente studio, sempre commissionato dall’OCSE tra gli studenti del vecchio continente di età compresa tra i 12 e i 26 anni, ci relega all’ultimo posto per quanto concerne le capacità di lettura considerate minime. Al netto delle belle e rassicuranti chiacchere questi sono i dati reali. E visto il periodo che vive la nostra scuola, di straordinaria emergenza sanitaria dovuta alla forzata convivenza con l’insidioso e ancora dalle conseguenze non pienamente conosciute Covid-19, è assolutamente una vergogna che nell’ultimo Decreto Rilancio alla scuola italiana siano stati destinati un misero miliardo e 400 milioni.
Meno della metà di quanto stanziato per l’ennesimo, inutile, tentativo di salvataggio della nostra agonizzante compagnia di bandiera. E un decimo di quanto stanziato, oltre 13 miliardi, per i bombardieri F-35. Cifre che portano a dedurre che per i nostri lungimiranti governanti questi bombardieri hanno importanza e priorità dieci volte superiore a quelle della scuola. Scuola maltrattata e scarsamente considerata anche da questo Governo, in assoluta continuità da quanto fatto dai vari governi degli ultimi trent’anni. Anche se ascoltando ogni sera le parole di politici e politicanti la scuola rimane una assoluta e indiscutibile priorità, perché la cultura è e deve restare la base fondante del nostro bel Paese. Della serie hanno la faccia come il …