Quando inaspettatamente il 5 marzo ci siamo trovati fuori dalla scuola, nessuno sapeva bene cosa avremmo potuto fare e come. Certo le nuove tecnologie e i corsi svolti per acquisire l’alfabetizzazione digitale e imparare a utilizzare le diverse piattaforme, così come le classi virtuali, hanno permesso ai più di intervenire subito, per non lasciare nel più totale disorientamento gli studenti che si sono trovati improvvisamente a gestire il grande vuoto dovuto al lockdown.
E molto, come sempre accade, abbiamo dovuto imparare strada facendo.
Ci è stato subito chiaro, però, che il compito di noi docenti, oltre a quello di mandare avanti la scuola, e cioè organizzare lezioni e assegnare compiti nella nuova modalità, sarebbe stato quello di supportare gli alunni in un momento di particolare fragilità e di sopraggiunta disomogeneità di condizione, dovuta all’impossibilità di ritrovarsi nello stesso ambiente scolastico. Proprio per questo motivo è diventato imprescindibile privilegiare la via emozionale all’apprendimento, cosa per niente scontata nelle consuete metodologie didattiche, con buona pace delle neuro-scienze che ci insegnano da tempo come ogni attività si basi su un flusso continuo fra emozionale e razionale.
L’arte e la filosofia, strade maestre in questa direzione, ci hanno fornito gli strumenti per tentare tale approccio: questi due video realizzati dagli studenti della classe 4S1 sono il prodotto del nostro esperimento, la cui realizzazione, necessariamente “a distanza” e dunque inevitabilmente disomogenea a livello tecnico, è stata possibile proprio grazie a quelle competenze digitali, che non possono che restare obiettivo primario della scuola che verrà.
I QUADRI PARLANTI
LA PESTE 2020
E da ultimo, ma non per importanza, l’appuntamento di lunedì 18 maggio per l’evento conclusivo del laboratorio di cittadinanza che si è svolto, seppur a distanza, proprio per non deludere le aspettative dei ragazzi. Ventidue studenti del triennio si sfideranno “a suon di parole” in un dibattito sui temi del Coronavirus.
Desideriamo tutti tornare a scuola presto e bene, perché questa condizione di eccezionalità, in cui tutte le regole sono saltate, ci ha messo a dura prova. Ci pare comunque di poter affermare che sia stata anche un’occasione per “ripensare” i curricoli e riflettere su ciò che vale la pena insegnare e imparare, e dunque, dopo tutto, anche un’opportunità.
prof.ssa Tiziana Mari