di Franco Raimondo Barbabella
Immagino che più di uno, guardando le cronache tv della trasformazione in gazzarra del dibattito dell’altro giorno alla Camera dei deputati, si sarà chiesto se il nostro è un Paese normale, e avrà risposto di botto, continuo ad immaginare, che di certo non lo è, ma poi pensandoci bene forse si sarà convinto che, per come siamo ridotti, le cose non possono andare diversamente da come vanno.
Immagino allo stesso modo che una cosa simile sarà accaduta al lettore quando, imbattutosi nelle dichiarazioni entusiastiche dell’assessore Gianluca Luciani per aver ottenuto da Trenitalia la fermata in primissima mattina di un pullman ad Alviano e Attigliano in sostituzione di un treno soppresso molto più comodo, si sarà chiesto in che mondo viviamo.
I fatti. Come consiglieri di minoranza li avevamo riassunti in una interrogazione urgente inviata ieri mattina al sindaco. Eccoli. Si tratta della soppressione sulla linea Chiusi-Orte del treno 3373. Fino ad oggi questo treno nasceva a Chiusi alle 4.00, arrivava ad Orvieto alle 04.30 e a Orte alle 5.00 con fermate a Alviano e Attigliano. Col cambio orario lo stesso treno nasce non più a Chiusi ma a Orte alle 5.00. Così il trasporto dei pendolari da Orvieto verrà assicurato con pullman che parte alle 3.55 per fermarsi anche ad Alviano e Attigliano ed essere a Orte sempre alle 5.00. I pendolari dell’Alto Orvietano? Boh!
Il peggioramento delle condizioni di orario e di viaggio per i pendolari di Orvieto e dell’Alto Orvietano sono evidenti, ed evidente perciò anche il disagio. Per questo come consiglieri di minoranza ieri mattina chiedevamo al sindaco di interessarsi presso la Direzione regionale Trenitalia perché fosse confermato il treno 3373 con partenza da Chiusi e con identici orari e fermate. Invece ci ritroviamo con le cose già fatte e con un’accettazione delle condizioni peggiorate come sopra descritte, non solo senza lamento ma addirittura con dichiarata riconoscenza per un provvedimento certamente dannoso per le molte diecine di pendolari che ogni mattina devono fare quel sacrificio per recarsi al lavoro.
Sembra addirittura che la soddisfazione maggiore derivi dal fatto di aver ottenuto, anche con gli auspici dell’assessore regionale ai trasporti, la fermata prima non prevista del pullman sostitutivo anche ad Alviano e Attigliano, come se i sindaci di quelle località non avessero avuto la forza di agire direttamente.
Ma non viene in mente che dovrebbe appartenere al codice etico di un amministratore pubblico non gloriarsi mai di una toppa messa alla bell’e meglio al peggioramento di un servizio? E che l’atteggiamento inderogabile di amministratori locali dovrebbe essere quello, non dico della protesta plateale, ma almeno della ferma opposizione a provvedimenti che aumentano il disagio dei cittadini indipendentemente da chi gestisce un servizio e da chi governa in Regione?
Non so se siamo in presenza ai diversi livelli di stranezze da pandemia. Me lo chiedo anche perché in tutto questo periodo è continuata la cantilena che tutto va bene anche nella gestione della sanità, quando ogni giorno vengono segnalati, con una frequenza che indica un disagio fortemente crescente, episodi di malfunzionamento per reparti non ancora attivi, per visite rinviate o per utenti costretti a girare per l’Umbria. Per cui propendo per l’idea che siamo diventati, per usare un dolce eufemismo, un paese molto ma molto confuso.