di Massimo Gnagnarini ex assessore al bilancio del Comune di Orvieto
In attesa dell’imminente Decreto Legge che stabilirà quante e quali risorse straordinarie lo Stato potrà trasferire in più nelle casse dei Comuni, sarebbe auspicabile che sin da ieri la nostra Amministrazione comunale iniziasse perlomeno a delineare un modello aggiornato per aiutare la ripresa del sistema economico della città valutando e, se necessario, spostando da un settore all’altro le risorse ordinarie disponibili e anche quelle non disponibili magari creando anche deficit temporanei controllati poiché, come è noto agli addetti, l’equilibrio di bilancio è una condizione da mantenere in un arco temporale di tre anni e non nelle secche di un solo esercizio figuriamoci se poi più che jellato come quello attuale.
Il sindaco Tardani in una sua dichiarazione, ripresa da La Nazione oggi, 24 aprile, rivolgendosi alle categorie economiche cittadine ha stimato in 1,5 mln il buco provocato dalla pandemia sui conti del Comune. Purtroppo sono più che certo che la stima indicata dal Sindaco sia fin troppo ottimistica.
Infatti come avevo avuto modo di indicare in una mia precedente nota all’inizio delle misure di contenimento del il buco in termini di minori entrate che si formerà nei conti del comune sarà ben maggiore e solo per il 2020 si attesterà intorno a 3 mln di euro con una coda avvelenata che inciderà e si protrarrà almeno fino al biennio successivo.
Nel contempo il Sindaco dichiara e si attribuisce la messa in campo di una serie di interventi svolti in autonomia come risposta già data in sede locale sia per le richieste avanzate dalle categorie economiche sia per far fronte agli squilibri finanziari dell’Ente tra cui la posticipazione di qualche mese del pagamento delle imposte locali oltre alla rinegoziazione dei mutui e la rimodulazione del Fondo crediti dubbia esigibilità. Si tratta, sostanzialmente, delle sole misure che già il Decreto Legge n.18 del marzo 2020 ha stabilito valevoli per tutti i comuni d’Italia. Nulla di nuovo.
Invece non risulta che finora il Comune di Orvieto abbia attivato una serie di leve ordinarie che consentirebbero un certo ristoro delle perdite subite e destinate a protrarsi direttamente e indirettamente ancora per un bel po di tempo tra cui tra tutte la rinegoziazione e/o autoriduzione d’ufficio dei contratti di concessione e appalto dei servizi che sono stati sospesi o azzerati come ad esempio le mense scolastiche, il trasporto scolastico, l’integrazione finanziaria al sistema del trasporto pubblico gestito dalla Regione, le biglietterie del Pozzo di S. Patrizio del Teatro Mancinelli e così via ..
Non sappiamo su scala più ampia le trasformazioni socio economiche che la pandemia introdurrà stabilmente nei comportamenti e nelle organizzazioni sociali compresa la nostra piccola comunità locale. Tuttavia è impensabile che tutto tornerà come prima. Affrontare il futuro apportando le correzioni e le modificazioni inevitabili, immaginare nuove opportunità e percorrere nuove strade è il compito della Politica.
Un compito che non può essere relegato o avocato a se dalla sola intelligenza e legittima rappresentanza di un Sindaco pro tempore e della sua Giunta nello scrivere un documento di Programmazione i cui termini di approvazione sono slittati al 31 luglio 2020 e che dovrebbe coinvolgere , come avviene in certi passaggi epocali, le migliori intelligenze di tutta una comunità locale senza distinzioni di chiacchiere e distintivo ma consapevoli, tutti, che ne va del futuro di tutti.