Unità, responsabilità e collaborazione sono state le parole d’ordine dall’inizio dell’emergenza. E continueranno ad esserlo. Questo non vuol dire che si possano ignorare le problematiche che continuiamo ogni giorno a riscontrare. Dalla questione dei tamponi, ai dispositivi di protezione per il personale ospedaliero, fino alla gestione dei rifiuti per i soggetti positivi. Elementi che mettono in luce le criticità della gestione dell’emergenza sanitaria nella nostra regione in generale e nel nostro ambito territoriale in particolare.
Chi combatte in prima linea, mettendo a rischio la propria incolumità, deve essere adeguatamente tutelato. Stiamo assistendo ad un grande spirito di generosità di privati cittadini ed associazioni, ma questo non può bastare. La sanità pubblica deve svolgere il proprio ruolo da protagonista.
Quanto ai tamponi, il loro numero continua ad apparire insufficiente, e sembra addirittura essersi ridotto negli ultimi giorni; almeno nel nostro territorio. Anzi, risulta proprio sproporzionato il numero di tamponi che vengono effettuati su scala regionale e quelli che interessano il nostro distretto. Abbiamo il dovere di chiedere perché. Dobbiamo pretendere un trattamento omogeneo.
Senza tamponi non c’è certezza di diagnosi, e non c’è neanche diritto alla guarigione. Ci sono operatori sanitari a rischio, contatti stretti di soggetti risultati positivi e pazienti con sintomi influenzali che avrebbero bisogno di una diagnosi certa, nell’interesse loro e della collettività.
Ci sono poi pazienti clinicamente guariti che non riescono a ricevere i due tamponi necessari per certificare la fine della malattia. E rimangono in un limbo di incertezza ed ingiustizia. Sono di fatto guariti, ma continuano ad essere soggetti a misure di isolamento obbligatorio. A tempo indeterminato.
C’è poi la questione rifiuti; un caso emblematico che indica un colpevole ritardo, e ancora una volta lascia i sindaci a far fronte a gravi criticità. Sappiamo bene che l’emergenza sanitaria si è materializzata anche nella nostra regione alla fine del mese di febbraio. L’ordinanza regionale che detta le linee per la gestione dei rifiuti delle persone risultate positive al virus è datata 30 marzo. Oltre un mese di attesa. Considerati i tempi tecnici che devono consentire ai gestori dei servizi di organizzare questa attività, succede che ad oggi non siamo ancora in grado di raccogliere i rifiuti ai pazienti Covid; con tutte le conseguenze del caso. E noi sindaci siamo lì, a cercare di tamponare la situazione, a correre rischi, ad ipotizzare soluzioni. Ad assumerci responsabilità che apparterrebbero ad altri. Non possiamo però rimanere in eterno silenzio. Dobbiamo alzare la testa. Per la nostra dignità e per quella di un intero territorio.
Damiano Bernardini, sindaco del Comune di Baschi