“Mi immergo pienamente nella storia che sto raccontando e mi piace essere vicino ai miei personaggi, innamorarmene, perché so che il lettore, leggendone, sentirà un’emozione molto simile a quella che provo io nel descriverli. È questa la cosa più bella della letteratura: poter condividere emozioni e poter condividere sensazioni”. Così, Luis Sepùlveda, raccontava cosa fosse per lui scrivere un libro. Scrittore dalle parole semplici, scrittore di buoni sentimenti si è spento all’età di 70 anni in ospedale a Oviedo, in Spagna, dove era ricoverato dallo scorso febbraio dopo aver contratto il coronavirus.
A riferirlo sono diversi giornali spagnoli, che citano fonti vicine alla famiglia dello scrittore. Era atteso di nuovo in Italia, all’undicesima edizione di “Libri Come”, in programma – e poi annullata – a Roma dal 12 al 15 marzo. Il tema scelto per il raduno gli era particolarmente famigliare: “Il coraggio”.
Tutta la sua vita ne è stata contrassegnata. Sepulveda, che da giovane entrò a far parte del Partito Socialista cileno in seguito al colpo di stato militare di Augusto Pinochet, venne arrestato e torturato per sette mesi. Lasciò il Cile nel 1977 e visse per diversi mesi in Brasile, Paraguay e Nicaragua. Nel 1978 si era trasferito in Europa, andando a vivere ad Amburgo, in Germania, mentre dal 1996 viveva a Gijón, nelle Asturie, in Spagna.
Negli anni è diventato un punto di riferimento per i movimenti ecologisti – salì a bordo di molte navi di Greenpeace negli anni Ottanta – terzomondisti, pacifisti, idealisti, rivoluzionari e in difesa degli ultimi.
Nella sua carriera, Sepúlveda aveva scritto oltre 25 libri, in gran parte romanzi, a partire da Il vecchio che leggeva romanzi d’amore del 1989. Della sua produzione si ricordano anche alcune favole, tra cui Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (pubblicato nel 1996 da Salani) che ha ispirato il film d’animazione La gabbianella e il gatto, uscito nel 1998 e diretto da Enzo D’Alò, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico (2012), e Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza (2013). Il suo ultimo libro è stato Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, del 2018.
Grazie anche alla sua amicizia con i fratelli Campino, lo scrittore avev raggiunto Orvieto per tre volte. La prima, nel 2000 per festeggiare i primi tre anni de “La Frontiera scomparsa”, collana da lui diretta. Poi ne 2011 per Off-Orvieto Food Festival per presentare il suo “Ultime notizie dal sud” intervistato da Gianni Minà. L’ultima fu nel 2014 ospite della rassegna letteraria “Il Libro Parlante”.
(Foto: Corriere della Sera)