di Giulano Santelli – Presidente della consulta regionale del Volontariato di Protezione Civile
In questa fase dell’emergenza coronavirus, più di 1000 volontari di protezione civile del sistema regionale umbro stanno operando dal 6 marzo. La loro presenza è essenziale nei C.O.C., sono loro, in collaborazione con i servizi sociali dei Comuni, a svolgere la funzione di assistenza alla popolazione consegnando a domicilio spesa alimentare e medicinali prelevati presso le farmacie.
Si riesce a rispondere così alle tante sollecitazioni, provenienti in particolar modo dai nostri anziani e dalle categorie svantaggiate. Tale bisogno, a volte, va oltre le strette esigenze quotidiane. I nostri cittadini, inoltre, chiedono ai volontari notizie sull’andamento della pandemia, chiedono dei loro figli o parenti lontani, domandano notizie dei loro amici del Paese. Hanno soprattutto voglia di parlare, di contatto umano.
I nostri volontari hanno quella carica di umanità e di calore umano, indispensabili in queste situazioni. Molti sarebbero gli episodi da raccontare: l’anziano che non può uscire e che chiede come prelevare i soldi dalla posta o dalla banca, l’appuntamento per le analisi o i farmaci da ritirare presso le farmacie degli ospedali.
Ci sono poi altri problemi, quelli più “normali”: la caldaia in blocco, il rubinetto rotto, il gas terminato e la richiesta di bombole, la legna per le stufe.
E ancora altri: al telefono non mi rispondono i miei nonni potete andare a vedere come stanno? Poi si ricevono lunghe telefonate per rispondere a chi ha solo il bisogno di parlare, di sentire qualcuno dall’altra parte del telefono. L’esperienza più “forte” però è quella delle residenze protette per anziani.
Sono state riscontrate alcune situazioni molto ben organizzate con spazi adeguati, assistenza sanitaria di ottimo livello, una buona assistenza psicologica e adeguati parametri igienico-sanitari e riabilitativi. Altre situazioni, come quelle denunciate anche a livello nazionale, presenti anche in diversi nostri territori, sono invece di livello inferiore. Qui molti casi di positività, generano veri e propri focolai.
In queste situazioni andrebbe potenziata la sorveglianza sanitaria, non ancora dispiegata come sarebbe necessario forse a causa della scarsità di personale presente nei servizi territoriali? I ritardi nei tamponi da cosa dipendono? Dalla scarsità dei tamponi? Dai ritardi nella lettura da parte dei laboratori? Dalla mancanza dei reagenti? Quanti sono stati fatti a Terni? Azienda ospedaliera? Quanti nei distretti? Quanti a Perugia azienda ospedaliera, quanti nei distretti?
Vorremmo delle risposte per le nostre comunità? È un interrogativo ci arriva tutti i giorni dai cittadini, dai sindaci?
In questo senso appare assolutamente positiva la scelta della regione Umbria di attivare il cosiddetto Screen test rapido attraverso il prelievo di un campione di sangue e comunque anche questo esame andrà verificato con il tampone e si è in attesa delle disposizioni che la Regione darà nei prossimi giorni
Come nelle altre emergenze, il punto di forza, sarà quello di lavorare sugli scenari del prossimo futuro. Organizzare il post acuzie, ad esempio, significa individuare strutture adeguate per liberare gli ospedali: luoghi sicuri dove poter terminare le quarantene, dove ospitare i positivi che non possono rimanere preso le loro abitazioni. Si eviteranno così ulteriori positività nel proprio nucleo famigliare.
Inoltre, al fine di garantire il diritto allo studio, i volontari, in accordo con la dirigenza scolastica regionale, consegneranno dei pc ai ragazzi che ne necessitano per poter fruire della didattica a distanza. Il sistema di protezione civile ha riconosciuto questo nostro ruolo nella legge 1 del 2018 dove il volontariato è inserito a pieno titolo nelle strutture operative. Un volontariato, sempre più professionale, vera spina dorsale del sistema.
I dati parlano chiaro: in Umbria in questa grave emergenza che sta piegando il nostro Paese stanno operando oltre mille volontari, a livello nazionale oltre 11.000. I volontari di protezione civile stanno poi coordinando le varie forme di cittadinanza attive presenti sul territorio: Caritas, Agesci, Pro Loco, Avis, etc.
Insieme possiamo farcela, noi stiamo operando per uscire da questa situazione, aiutateci… voi state a casa.