Anche Allerona ha celebrato la Festa della Liberazione, in un clima caratterizzato dal silenzio e dal ricordo degli avvenimenti del passato caratterizzati dalla dittatura fascista che culminò il 14 giugno del 1944 con la strage nazifascista in località Pomarro, dove 5 nostri paesani furono barbaramente uccisi.
Il sindaco, Sauro Basili, insieme al parroco, don Eugenio Campini, si sono recati, per un breve momento di preghiera ai monumenti dei caduti di Allerona paese e di Allerona Scalo. Soli, hanno pregato e ricordato ciò che è stato. Poi, insieme, hanno celebrato il sacrificio eucaristico nella chiesa parrocchiale di Allerona Scalo. Una messa senza popolo, come si deve in questo momento storico caratterizzato dalla pandemia.
Importante il richiamo di don Eugenio, in uno dei passaggi della sua omelia, per cui “i giovani, talune volte, vengono disorientati dal vero significato della storia”. I giovani non ci domandano di essere invadenti ma “ci chiedono una testimonianza impegnativa, fatta di storia e incanalata nella consapevolezza che, non siamo liberati dalla nostra condotta, ma dalla certezza “di una fede e di una speranza rivolta verso Dio”.
E, ancora, l’invito affinché “la classe dirigente, volgendo lo sguardo al passato possa creare le condizioni per un domani con uomini e donne impegnate veramente al bene comune”. Di fatto, per don Eugenio, “l’autentico impegno per il bene comune, non può essere dimentico della storia. Uomini e donne che hanno fatto la nostra storia, sono persone comuni ma con uno sguardo profondo sui fatti passati e con occhi rivoli a nuovi orizzonti.
Il nostro passato è fatto da uomini e donne che non hanno rinnegato la storia ma vi sono entrati, quali ad esempio gli statisti di un tempo, per la loro lungimiranza, intelligenza e preparazione”. Entrare nella storia e riconoscerne “il valore significante: la storia, avvalora le nostre azioni e le rende valorose per il bene comune”.
Infine l’auspicio affinché “i fatti storici non siano mai strumentalizzati. La storia è significante se radicata alla sua interezza, con i suoi pro e i suoi contro, nella sua oggettiva verità. La storia va sempre rispettata e collocata nel contesto proprio: ciò la rende fruibile affinché il passato non ritorni con i suoi errori e orrori”. (Antonio Ruina)
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