di Aramo Ermini
Tic toc, tic toc, l’orologio segnava circa mezzanotte, Pietro non riusciva a dormire, era seduto sulla poltrona del salotto, solo, nella casa vuota.
La casa, fino ad un mese prima, era sempre stata affollata di Italiani e stranieri di ogni parte del mondo. Sì perché Pietro viveva in quella casa, ma in una parte di essa aveva realizzato un Bed & Breakfast, dove arrivavano sempre ospiti, ogni giorno diversi.
Ora Pietro non doveva più muoversi circospetto in essa, non veniva più nessuno. Neppure dalla strada arrivavano rumori, non passava più nessuna macchina, anche a quell’ora, quando, di solito, c’era un buon traffico, perché i ragazzi della movida rientravano a casa.
Quel virus aveva stravolto la vita abituale, di tutti e non solo lì nel suo paese, ma ovunque nel mondo. Si trattava di una vera e propria pandemia e Pietro, per suo conto, sperava di non rimetterci le penne. Usciva di casa solo per andare al lavoro e per fare la spesa, questa era la raccomandazione del Governo, uscire solo per necessità essenziali. Le strade erano vuote di passanti e di auto, solamente fuori le farmacie e i negozi di alimentari file di persone distanziate, tutte con mascherine e guanti, il virus infatti si trasmetteva con la respirazione e per contatto, anche dei soldi. Tic toc, tic toc, Pietro si accese una sigaretta, non era stanco, non aveva sonno, era stato tutto il giorno a casa. Ricordò la Mamma, morta di una grave malattia polmonare. Nonostante la gravità del suo male. Ella, anche negli ultimi giorni di v ita, sebbene gonfia di cortisone e attaccata all’ossigeno 24/h, voleva vivere.
Anche Pietro voleva vivere, soprattutto adesso che iniziava ad essere anziano, voleva assaporare di più gli attimi della sua esistenza. Il virus prediligeva portarsi via gli anziani, i più deboli, anche se non disdegnava i giovani. Pietro ne aveva paura!
Più che la clausura ed il cambiamento di abitudini, dovuti all’esigenza di non contagiarsi e di non diffondere il contagio, però Pietro aveva un altro sentimento forte in se, quello che il momento di difficoltà si potesse trasformare in opportunità.
Innanzi tutto avrebbe potuto non fare più il B&B, così avrebbe avuto più tempo per se. L’accoglienza degli ospiti, le public relations con essi, l’alzarsi alle 5 del mattino per preparare Loro la colazione e poi andare al lavoro, l’impegno del computer per stare dietro alle prenotazioni, le acrobazie richieste dalle overbooking, la burocrazia, tutto ciò richiedeva molto tempo, sebbene l’attività fosse piccola. Si accorgeva, Pietro, di aver vissuto una vita da forsennato; il lavoro dipendente, le esigenze familiari, il lavoro del B&B… Abitualmente la sera verso le 9,30 era già a letto, stanco dei lavori. Ora era ancora sveglio e fresco, anche a mezzanotte, e poteva anche perderlo il tempo! Poteva dedicarlo a leggere e riflettere, attività che a Lui piacevano molto.
Inoltre c’era da considerare che il gravame di tasse e spese era tale da ridurre a il guadagno a poche lire. Gli dispiaceva un po’ chiudere il B&B, era come andare in pensione, rinunciare ad essere parte attiva del Paese, rinunciare ad essere nel vivo della vita della Nazione, anche se con una micro impresa. Poi essere un imprenditore, anche se micro, l’aveva fatto sognare di allargare la sua attività, soprattutto agli inizi di essa.
Tic toc, tic toc, erano le due e Pietro non aveva ancora sonno, prese un caffè dalla macchinetta che fino a poco tempo prima era stata a disposizione degli ospiti e si accese un’altra sigaretta. Con il maggior tempo avrebbe potuto terminare gli studi, gli mancava solo un esame e la tesi, avrebbe avuto più tempo per la lettura e la riflessione, per le passeggiate, per la cura di se e dell’ambiente in cui viveva.
Sarebbe stata una scelta egoista? Da tempo la vita politica del suo Paese lo infastidiva, non poteva più assistere alla guerra civile infinita che si combatteva, anche se ora solo verbalmente, tra destra e sinistra. Anche ora, nonostante l’emergenza dell’epidemia, che richiedeva unità tra le forze Politiche, lo scontro covava sotto la cenere e si palesava, attutito, ad ogni occasione.
Sembrava che questa lotta tra opposte fazioni fosse la cosa più importante, non risolvere i problemi del Paese, ma permanere al potere a scapito della fazione avversa. Gli sembrava che anche l’attuale Governo, invitando alla concordia nazionale per affrontare l’emergenza, lo facesse soprattutto perché essendo al potere era in vantaggio sull’opposizione. Per questo motivo apriva con riluttanza computer e giornali, per non assistere a questa lotta insana, della cui cronaca giornali e social erano pieni. Gallinaio Italia, gallinaio Italia, pensava. Il Paese non avrebbe sofferto se un singolo avesse rinunciato a strillare, anzi, forse se ne sarebbe giovato. C’era troppo rumore in giro, troppe macchine, troppa comunicazione, troppe opportunità che sviavano l’attenzione: Il virus le aveva diminuite e in ciò consisteva l’Opportunità vera desiderata da Pietro e che era offerta da questa crisi.
Anche il piccolo nipotino se ne sarebbe giovato, Pietro avrebbe avuto più tempo da dedicare a Lui, e un tempo di maggiore qualità, perché meno pressato dalle cose da fare. Non era forse un importante lavoro Politico crescer un piccolo, renderlo il più autonomo possibile, capace di essere membro attivo e responsabile della collettività? A Pietro venne anche i mente che il boom economico del suo Paese , negli anni ‘ 50 ‘ 60 dello scorso secolo era stato possibile per il lavoro silenzioso di tanti che, come i suoi genitori, avevano cercato di rendere migliore la propria vita e con ciò avevano contribuito, in modo formidabile, al benessere ed al progresso di tutta la Nazione. Di quel progresso e di quel benessere Pietro e la sua generazione ancora se ne giovavano.
Paradossalmente aveva fatto di più per il suo Paese, il lavoro di milioni di cittadini, silenziosi e ignorati che chi aveva in mano le leve del potere e gli altoparlanti dei media. No, non era una scelta egoista e qualunquista, quella che Pietro aveva di fronte!
I suoi genitori forse erano nel giusto, almeno sotto questo aspetto, e Lui non gli aveva dato ascolto, “ Ti manca l’esperienza “ gli ripeteva il babbo in gioventù, quando Lui era preso dagli ardori rivoluzionari, e ora, dopo una parabola di 40 anni, si ritrovava a fare le scelte che avevano ispirato la vita dei suoi vecchi.
Forse in gioventù si era vergognato di avere un Babbo operaio, ex contadino e poco colto, forse si era anche vergognato della Vespa che per tutta la sua giovinezza, era stata la “ macchina “ della Famiglia. Tic toc, tic toc, era ora di andare a letto, tra poco sarebbe iniziato il delizioso canto dell’uccellino che gli teneva compagnia quando si alzava per andare al lavoro- Sì, questa epidemia poteva esse anche un’opportunità, non solo un momento difficile, un’opportunità per un maggior contatto con se stessi, una maggiore intimità, per proseguire nella ricerca della serenità, spinta che Pietro avvertiva indomabile in se.
Tutto quel silenzio, quella vita più lenta più essenziale, il virus aveva interrotto il rumore e la confusione del mondo, le occasioni di distrazione. C’era da augurarsi che anche il Mondo fuori avesse approfittato della crisi – opportunità per cambiare. Lui, Pietro poteva apportare alla sua vita i cambiamenti possibili, preparare il terreno, sperare che una Vita più degna gli fosse toccata. SI’ !!