di Andrea Impannati
Nella mia prima esperienza giornalistica ho avuto il piacere di intervistare il Consigliere Comunale dell’opposizione ed ex Sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani. La questione iniziale, sorta spontaneamente, riguarda l’epidemia virulenta che ha colpito i cinesi, nostri grandi partner commerciali, e la diffusione della stessa anche nel nostro territorio. “I viaggiatori provenienti dalla Cina sono un punto importante per la nostra economia e per il nostro turismo, ciò non dovrà però spaventare la città, anzi, dovrà incentivare progetti di diversificazione settoriale, ripartendo dalla cultura, dall’ambiente e dalle nuove tecnologie. Per il nostro territorio si dovranno attuare le precauzioni necessarie, mantenendo un livello alto di coordinazione con le varie istituzioni.”
Riflettendo sul futuro, crede sia possibile prescindere dalla rivalutazione della Caserma Piave?
La Caserma Piave è uno dei temi di cui mi sono occupato durante il mandato da Sindaco. Il Progetto nato durante il mio mandato suscitò interessamenti americani e asiatici, avendo come focus principale quello di creare un moderno Campus Universitario, incrementando, così, il numero degli studenti stranieri a Orvieto. L’idea di rivitalizzare quella zona, ormai adibita a parcheggio giornaliero, dovrà essere portata avanti anche dall’amministrazione corrente.
La proposta in oggetto non è univoca, infatti esistono altri sviluppi possibili che coinvolgono quell’enorme spazio non sfruttato: uno di questi è far rientrare la Caserma nella parte attiva delle città, con negozi, abitazioni e ulteriori uffici. In alcuni dipartimenti si è anche pensato di allestire un museo per custodire e far ammirare tutto l’anno i magnifici costumi del Corpus Domini.
Non possiamo evitare, in un periodo come questo, di discutere delle riforme ambientali. Quali misure saranno proposte e quanto influiranno sul territorio?
Uno dei temi principali, che spesso in Italia viene messo in secondo piano, è l’ambiente. Interessando attivamente sia i giovani del ‘Fridays for Future’ sia i meno giovani, con un occhio di riguardo al proprio territorio. Sarà importante nel futuro, come anche lo è nel presente, avere una strategia che permetta di minimizzare le emissioni e salvaguardare l’ambiente. Uno dei temi caldi è la tanto discussa discarica, nella quale l’apertura di un terzo calanco è definitivamente una partita chiusa. Altre problematiche tuttavia sopraggiungeranno in quanto si prevede il riempimento del secondo calanco entro pochi anni.
La classe politica dovrà provvedere alla ricerca di una soluzione a lungo periodo, evitando di far arrivare Orvieto impreparato a dover gestire un’emergenza a ridosso della scadenza. Le idee per uno sviluppo verde più marcato sono molteplici: dall’implemento dell’orario di apertura dell’Isola Ecologica, ad esempio di domenica, alla creazione di un incentivo simbolico che serva da impulso alla cittadinanza per scaricare rifiuti molto inquinanti o ingombranti nella già citata Isola Ecologica. Relativamente alla popolazione, il Comune dovrebbe creare una società che partecipi alla salvaguardia dell’ambiente, affidando il compito ai possessori del Reddito di Cittadinanza che avranno l’obbligo di svolgere attività sociali coordinate dal Comune.
La nostra città viene spesso criticata dalla mia generazione per essere un po’ troppo attempata. Come si potranno aumentare le attrattive per i giovani lavoratori?
I nuovi lavoratori dovranno essere il target della città, implementandone le attrattive sia sociali che territoriali. Sarà quindi possibile sfruttare l’occasione dei nuovi lavori da remoto, creando l’opportunità di scappare dalla frenesia della grandi città, pur rimanendo comunque interconnessi per merito della rete. Le misure necessarie per far confluire su Orvieto questo tipo di nuovi ‘workers’ dovranno focalizzarsi sulla qualità della vita, sul buon cibo e sulla cultura.
La cultura è da sempre un elemento fondamentale ed il perno su cui ruota l’intero movimento culturale orvietano è il Teatro Mancinelli, che in questo periodo è stato colpito dallo scioglimento dell’associazione Te.Ma. Come potrà essere risolta questa crisi?
Risulta importante inquadrare l’associazione e il teatro nel tempo e nello spazio: dopo 10 anni di chiusura il nostro Teatro venne ristrutturato dall’allora Sindaco Cimicchi e con esso venne istituita un’associazione che potesse gestire l’intera attività culturale di Orvieto. Non si è mai stati in grado di farla funzionare efficacemente, anche a causa di errori politici, compiendo operazioni molto dispendiose e con poco ritorno economico.
Nel 2014 il debito della società ammontava a due milioni di euro, questo venne dimezzato in cinque anni. Con la stessa logica si sarebbe potuto estinguere il debito in altri cinque anni, tuttavia si è pensato di sciogliere l’Associazione TeMa. Una problematica sarà la stagione teatrale ridotta all’osso, privando la città delle visite dei numerosi spettatori e dei famosi attori e artisti esibiti al Mancinelli. Inoltre, sarà di competenza del Comune risanare i debiti societari. Una procedura da evitare sarà quella che prevede la possibilità di affidare il Teatro a una nuova Associazione senza la partecipazione di concorrenti a una gara a evidenza pubblica.
La sconfitta delle comunali del 2019 ha dato una svolta al Partito Dem di Orvieto?
Le elezioni comunali hanno evidenziato alcune nostre lacune, immediatamente la nostra risposta è stata quella di aprirci a tutti gli interessati, creando un movimento fondamentale per apportare un cambiamento e per aumentare il contatto con i nostri concittadini. La linea nazionale di Zingaretti è condivisibile, una logica di inclusione è l’unica che potrà permettere una vera contrapposizione alla velocissima galoppata delle destre.