Occhi di gatto è un manga shōnen, creato da Tsukasa Hōjō e pubblicato in Giappone sulla rivista Shōnen Jump, edita dalla Shūeisha, dal 1981 al 1985. In Italia è stato pubblicato da Star Comics dall’aprile 1999 al settembre 2000 sulla collana Starlight. È uno dei manga più famosi di tutti i tempi, con oltre 18 milioni di copie vendute.
Una serie anime, prodotta da Tokyo Movie Shinsha, è stata trasmessa in Giappone su Nippon Television dal luglio 1983 al luglio 1985 ed è andata in onda anche in Italia dal settembre 1985 sull’emittente televisiva Italia 1. Conta 73 episodi, divisi in due stagioni, di cui l’ultima ha un finale aperto. L’opera ha ricevuto anche un adattamento radiodramma nel 1982, un adattamento drama nel 1988 e un film cinematografico omonimo nel 1997.
La giovane Hitomi Kisugi (Sheila Tashikel nell’edizione italiana) gestisce il caffè Cat’s Eye (“Occhi di gatto”) con la sorella maggiore Rui (Kelly) e quella minore Ai (Tati). Il bar è, però, una copertura: Hitomi e le sue sorelle sono, infatti, una celebre banda dedita al furto di opere d’arte, anch’essa chiamata Cat’s Eye, che così firma i biglietti da visita lasciati sulla scena dei furti.
Le sorelle Kisugi tuttavia non si dedicano al furto per lucro: rubano esclusivamente opere d’arte appartenute a Michael Heinz, famoso artista degli anni ’40, che è il loro amato padre scomparso. Esse sperano di ricostruirne la collezione, che era stata loro sottratta dai nazisti, e individuare sufficienti indizi per poterlo ritrovare. L’investigatore incaricato delle indagini per la loro cattura, Toshio Utsumi (Matthew Hisman), è anche il fidanzato di Hitomi e non sospetta minimamente delle tre sorelle: scoprirà per caso e con sorpresa che la banda è composta da donne. Il rapporto di Hitomi con Toshio procura a Occhi di gatto complicazioni e vantaggi: Hitomi riesce a estorcere a Toshio informazioni riservate, grazie alle quali la banda riesce quasi sempre a farla franca, fuggendo con la refurtiva.
Il finale del manga, scritto l’anno seguente alla conclusione della serie animata, si differenzia da questa ed è un finale aperto. Hitomi rivela a Toshio di essere una delle ladre e scappa negli Stati Uniti. Toshio riesce a rintracciarla, ma la ragazza ha perso la memoria a causa di una meningite virale. Hitomi e Toshio ricominciano a frequentarsi, ma ella non recupera la memoria. Tuttavia, alcuni dettagli delle scene finali, come Hitomi che porta al dito l’anello di Toshio, e alcuni suoi discorsi nei capitoli precedenti, fanno supporre che Hitomi non abbia veramente perso la memoria e che sia solo un espediente per potersi riunire a Toshio senza l’ombra del suo passato criminale a minare il loro rapporto.
Il manga è stato pubblicato sulla rivista Shōnen Jump a partire dal 1981 al 1985 e successivamente è stato serializzato in 18 tankōbon per conto della Shūeisha, pubblicati tra l’aprile 1982 e il luglio 1985. L’opera ha ricevuto diverse ristampe in vari formati nel corso degli anni: in 10 aizōban nel 1994, 10 bunkoban nel 1996, e 15 kanzenban tra il 2005 e il 2006. Quest’ultima è stata pubblicata da Tokuma Shoten, invece di Shūeisha.
In Italia è uscito per Star Comics sul mensile Starlight dall’aprile 1999 al settembre 2000, mantenendo in originale sia il titolo che i nomi dei personaggi, ma con il sottotitolo Occhi di gatto in copertina per fidelizzazione con gli spettatori televisivi. Nel 2012 è stata pubblicata una ristampa in 15 volumi da Planet Manga.
A distanza di 25 anni dall’ultima pubblicazione, un remake del manga disegnato da Shingo Asai, intitolato Cat’s Ai (Eye) dove “Ai” è scritto con il kanji di “amore”), è stato pubblicato dall’ottobre 2010 al gennaio 2014 su Comic Gekkan Zenon. Gli otto volumi di cui è composto sono arrivati anche in Italia, pubblicati da Planet Manga da novembre 2012 a maggio 2015.
L’anime, prodotto dalla Tokyo Movie Shinsha e trasmesso da Nippon Television tra luglio 1983 e luglio 1985, è suddiviso in due serie, la prima formata da 36 episodi per la regia di Yoshio Takeuchi, la seconda formata da 37 episodi per la regia di Kenji Kodama. Mentre gli episodi della prima serie sono tratti dal manga, quelli della seconda sono completamente originali. Per il 30º anniversario dall’inizio delle trasmissioni, la serie è stata restaurata e collezionata in due Blu-ray da King Records il 30 marzo 2013.
In Italia è stato trasmesso su Italia 1 dal 15 settembre 1985 al 10 luglio 1986 con il titolo Occhi di gatto e replicato sulla stessa, più precisamente nel contenitore di cartoni animati Bim Bum Bam, dal settembre 1986 al gennaio 1987, quindi su Rete 4 (1988-1990), Canale 5 (1991-1992), Italia 1 (1994-1995, 1999, 2002, 2007, 2012, 2019-2020), Italia Teen Television (2003, 2005), Boing (2008, 2011, 2013), Nickelodeon (2009), La 5 (2010), Frisbee (2013-2014), Man-ga (2016-2017).
La versione italiana presenta, oltre al cambio dei nomi dei personaggi, solamente qualche lieve censura nei dialoghi e qualche fermo-immagine negli episodi della seconda serie, tuttavia eliminati con le diverse pubblicazioni prima in VHS e poi in DVD e Blu-ray.
La serie televisiva è stata anche trasmessa nelle Filippine da GMA 7, in Cina, in Brasile, in Francia da FR3, in Germania da RTL II e in Spagna da Antena 3.
La sigla italiana, scritta da Alessandra Valeri Manera con la musica di Ninni Carucci ed interpretata da Cristina D’Avena, presenta un arrangiamento completamente diverso dalle originali e viene usata sia in apertura che in chiusura.
Un film per la televisione ispirato a Cat’s Eye fu prodotto nel 1988, con Mie del gruppo musicale Pink Lady nei panni di Rui.
Del 1997 è invece un film per il cinema intitolato Cat’s Eye, diretto da Kaizo Hayashi, in cui Yuki Uchida interpreta Ai e Norika Fujiwara interpreta Rui. Prodotto con un occhio di riguardo nei confronti del mercato di Hong Kong, ha una trama abbastanza fedele a quella dell’anime, benché vi aggiunga un fidanzato di Ai (Kane Kosugi) con l’incarico di eliminare il trio e le tute delle protagoniste ricordino il costume di Catwoman in Batman Returns.
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