ORVIETO – Il Partito Democratico di Orvieto insieme alle liste civiche di Centro Sinistra, uniti nel tentativo di contribuire a individuare proposte e interventi al fine di mitigare le pesanti ricadute economiche che questo periodo di emergenza sanitaria sta producendo, chiede un impegno concreto all’amministrazione comunale al sostegno del reddito per tutti gli operatori impegnati nei servizi sociali di competenza dei Comuni della Zona Sociale n.12.
“Con le Dpcm del 4, 8 e 10 marzo 2020, – si legge nella nota – sono state previste restrizioni che hanno determinato la chiusura o il pesante ridimensionamento temporaneo dei servizi educativi e socio – assistenziali almeno fino al 3 aprile, facendo emergere la già precaria situazione lavorativa di molti educatori impegnati nei servizi educativi e nella integrazione scolastica e più in generale in tutti i servizi alla persona (compresi assistenza domiciliare e incontri protetti)”.
“Per gli operatori di questi servizi – prosegue la nota – non sono previste le stesse garanzie salariali che altri, nella fattispecie i lavoratori pubblici, hanno, con ricadute importanti sul loro reddito. Infatti, non è stata prevista nessuna tutela per garantire l’erogazione dei loro stipendi al pari dei dipendenti della scuola e delle Pubbliche Amministrazioni per i quali è stato approvato il D.L. numero 9 del 2 Marzo 2020, che all’articolo 19, comma 3 prevede che “i periodi di assenza imposti dai provvedimenti di contenimento del fenomeno epidemiologico da Covid-19 (…) costituiscono servizio prestato a tutti gli effetti di legge”.
Ci teniamo ad evidenziare che gli Educatori ed operatori di questo settore svolgono attività di interesse generale rivolte al sostegno e la presa in cura di soggetti fragili e vulnerabili. La chiusura e il ridimensionamento di tali servizi costituisce dunque un rischio concreto per una cospicua parte di lavoratori, che sul nostro territorio supera le 100 unità, di vedersi decurtato in maniera importate il loro stipendio, con ricadute economiche anche sul loro nucleo familiare”.
“Riteniamo importante e doveroso – hanno aggiunto gli esponenti del PD – dare il nostro sostegno alle iniziative già messe in campo dalle rappresentanze sindacali (CGIL-CISL-UIL) e le associazioni di categoria che in Umbria ha già portato alla sigla di un protocollo d’intesa per procedere all’attivazione di tutti gli ammortizzatori sociali utilizzabili tra cui il FIS ma anche per impegnare le parti a porre in atto azioni congiunte verso i Comuni e la Regione Umbria volte ad integrare il 20% della retribuzione dei lavoratori non coperta dal FIS.
E’ il momento dunque di ripensare le modalità con le quali tali servizi sono stati affidati in appalto le quali prevedono il pagamento sulla base delle effettive ore svolte nel singolo servizio (cottimo) in quanto ci troviamo di fronte ad una situazione emergenziale.
Considerato che il monte ore massimo definito per ogni singolo servizio e la sua copertura economica sono già state individuate nel Capitolato speciale per l’affidamento della gestione e pertanto si tratta di risorse già appostate nei vari bilanci degli Enti Comunali della Zona Sociale n.12, ciò di cui abbiamo bisogno per far fronte alle istanze di questi lavoratori è la volontà politica ad agire nel rispetto dei diritti di queste persone”.
“Per questo abbiamo già depositato – conclude la nota – una mozione dove chiediamo che il sindaco e l’amministrazione comunale di Orvieto, in qualità di comune capofila della zona sociale n.12, si impegnino a intraprendere ogni azioni al fine di provvedere al trasferimento della copertura economica del monte ore previsto per l’erogazioni dei servizi sociali citati a decorrere dall’entrata in vigore dei sopra citati Dpcm considerando tale periodo come servizio prestato e garantire la tutela lavorativa e professionale degli educatori e degli operatori sociali dei servizi.
In conclusine ci prema rivolgere il nostro ringraziamento a tutti coloro che in questa emergenza sanitaria continuano a prestare il loro servizio a fianco dei più deboli e bisognosi. A tutti loro ed agli operatori sanitari, medici in prima linea ma anche infermieri e operatori socio-sanitari impegnati nei domiciliari rivolgiamo il nostro pensiero e gratitudine. Tutti questi servizi sono garantiti dal nostro sistema pubblico , ma erogati attraverso l’impegno dei soggetti del terzo settore attraverso il principio costituzionale di sussidiarietà. La politica deve riconoscere il valore e l’impatto sociale di questo settore che contribuisce a sostenere le fasce più deboli ed esposte di questo Paese, producendo sviluppo di prossimità”.
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