Quasi 5 milioni di euro di investimenti richiesti per tre milioni di contributo pubblico, 74 piccole aziende del territorio in attesa della valutazione tecnica, 1 milione e mezzo di euro messi sul tavolo a cofinanziare ampliamenti di attività o avviamenti di nuove iniziative imprenditoriali. Questo, in sintesi, lo stato dell’arte della misura 6.4.3 – scaduta il 31 dicembre 2019 – messa in campo dal GAL Trasimeno Orvietano e rivolta a microimprese (con meno di 10 dipendenti) operanti nei settori extra-agricoli.
“La risposta delle piccole imprese del territorio – ha detto Vittorio Tarparelli, Presidente del GAL Trasimeno-Orvietano – è stata davvero notevole. Il bando prevedeva progetti per un massimo di 70mila euro di investimento finanziati dal GAL con percentuali dal 60 al 70% a fondo perduto e punteggi premianti in caso di iniziative promosse da donne, giovani sotto 40 anni o che prevedono assunzioni di inoccupati.
Settantaquattro domande di finanziamento esprimono una vivacità imprenditoriale che merita una grande attenzione, specialmente in un momento di difficoltà come quello di oggi, dove si sommano storiche criticità degli assetti produttivi dei nostri territori a congiunture economiche e sanitarie avverse. In questo clima, scommettere sul “pulviscolo” delle piccole e piccolissime imprese – questo voleva il bando – può essere una non disprezzabile idea. Una strategia ‘lillipuziana’, mi piace definirla, che sostiene la presenza di aziende e iniziative imprenditoriali in aree marginali (pensiamo all’Area interna Sud Ovest Orvietano) con risorse non enormi e che mettono tuttavia in moto dinamiche di resistenza e di intrapresa anche innovative”.
“Come GAL – ha precisato Tarparelli – abbiamo investito 1,5 milioni di euro in questa misura, riservando ulteriori 500mila euro per un analogo bando sempre a sostegno delle microimprese. Con una struttura leggera (quattro dipendenti più una consulenza esterna) ma agile e “responsive”, siamo riusciti a mettere in pista una misura utile alle imprese e abbordabile dal punto di vista procedurale che si affianca ad un intenso lavoro destinato alla promozione delle risorse turistiche, culturali, artigianali e agroalimentari che dura tutto l’anno.
Si trattava di una ‘prima volta’, sicuramente migliorabile, ma l’esperienza è da ripetere”.
“Le parole della Presidente Tesei – ha dichiarato ancora il presidente del GAL commentando le dichiarazioni del governatore della Regione Umbria – in merito agli sforzi necessari per far ripartire l’economia Umbria potrebbero trovare un’immediata applicazione proprio dal rifinanziamento di queste misure destinate alle microimprese delle aree rurali che ben si prestano a diventare moltiplicatori di opportunità. Non voglio dire che ‘piccolo è bello’ e che l’Umbria si salva con i ‘coriandoli d’impresa’, ma in molte zone, e una di questa è la nostra, c’è solo il piccolo. E quindi dev’essere per forza bello, specialmente quando si realizzano, come già peraltro accade, reti e connessioni tra attività diverse. Inoltre, la capacità e velocità di impiego delle risorse strutturali – impiego che sta segnando un certo ritardo su scala regionale – suggerirebbe di aumentare la dotazione finanziaria dei GAL che, almeno per l’esperienza che mi riguarda, sembrano muoversi con maggiore efficienza rispetto ad altre situazioni”.
“Non riusciremo – ha precisato Tarparelli – a finanziare tutte le domande presentate. Ed è un peccato perché in questo modo si deludono aspettative di molte aziende e soprattutto la volontà di fare intrapresa in zone e contesti economici non sempre agevoli. Se c’è una cosa che questo bando 6.4.3. ha dimostrato è quella che per animare il tessuto economico e occupazionale servono misure agili a favore delle imprese “lillipuziane”. Queste imprese hanno risposto all’invito e questa disponibilità non può essere frustrata da chi ha deciso, urbi et orbi e senza il conforto di grandi riflessioni, di destinare ai GAL il minimo sindacale previsto dall’Unione Europea dalla misura Leader, cioè il 5% dell’intero PSR. “Mi sento di suggerire alla Presidente Tesei – ha concluso il Presidente del GAL Trasimeno Orvietano – di guardare in basso e ai margini, laddove si esprime una resilienza e un’energia imprenditoriale del tutto inaspettata. Non servono risorse impossibili ma la volontà di ascoltare i territori e di incrociare – una volta tanto! – le misure strutturali con i bisogni, le energie, le idee delle imprese che resistono”.
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