di Alessandra Ciarletti @dipuntoinbianco
La primavera è alle porte, eppure incombe su tutti noi una nuova e lunga ombra dell’inverno che trascina con sé virus di nuova e imponderabile entità.
Siamo in casa da giorni: il tempo si è dilatato e lo spazio dei nostri confini fisici si è contratto.
Tutto è nuovo da questo punto di vista e siamo disorientati in questa nuova dimensione dove i minuti sconfinano nei perimetri a disposizione, come un impasto lievitato troppo a lungo.
Stare in casa è tornare dentro noi stessi, entrare in contatto con parti di noi semisconosciute o poco frequentate, dandoci il coraggio di esplorarle.
E allora ci si esprime cantando, suonando, disegnando, scrivendo, leggendo, pregando. E ci si sente meglio, meno soli perché dar voce alle emozioni che ci animano ci fa sentire meno soli: le emozioni accomunano tutti gli esseri viventi e ora abbiamo bisogno di trovare un nuovo modo di stare insieme e istintivamente abbiamo scelto l’espressione artistica e spirituale come àncora di salvataggio psicologico.
Questo ci dovrebbe far riflettere domani, quando tutto sarà passato.
Il consiglio di questo mese è il ciclo di inchieste del commissario Jules Maigret, nato dalla penna di George Simenon.
Per gli appassionati del genere, leggere una delle tante inchieste del commissario con la pipa, che beve calvados e grog, è un po’ come tornare alle origini degli ormai tanti e celebri commissari che popolano le pagine della nostra letteratura e di buona parte degli appuntamenti televisivi. Ma le storie di Simenon prendono forma dall’informe, dal fumo denso e profumoso della pipa del commissario. La pipa di Maigret è come la bacchetta magica di Merlino: attiva analisi, ipotesi e infine costruisce la realtà dei fatti.
Leggere Maigret significa molte cose. Innanzitutto immergersi in atmosfere fatte di nebbia appena rischiarata dalla luce gialla dei lampioni, di fumo denso, ma anche di boulevards assolati, di lungofiume pieni di gente, ritratti nelle molteplici attività della vita… aspetti semplici e se vogliamo molto codificati che tuttavia hanno ancora una grande capacità suggestiva.
Nelle inchieste del commissario Maigret vi imbatterete in storie fatte di personaggi ingenui, essenziali oppure torbidi e disperati, ma sempre tratteggiati con abilità, usando un numero limitato e popolare di vocaboli.
Simenon sa essere popolare con grande stile, sa suggerire con un’accurata selezione di parole atteggiamenti, inflessioni caratteriali e indomite passioni, senza scadere mai nell’ovvio. È qualità molto rara negli scrittori, più facilmente inclini a una pruriginosa indulgenza di dettagli. Al contrario, nei racconti del commissario Maigret il tessuto narrativo è un perfetto lavoro sartoriale, che diletta e contemporaneamente assolve al compito più alto della letteratura: offrire un’infinita gamma di storie e sentimenti che connettono il lettore con parti di sé altrimenti sconosciute. Tutto questo è raggiunto attraverso una scrittura che definirei lieve, immediata, asciutta che, a dispetto delle storie che racconta, sa rilassare e darci la buona notte.
Ecco, ora più che mai, abbiamo bisogno anche di rilassarci e di immergerci nei mondi paralleli che ci offre la letteratura. Buona lettura!
“Di Punto in Bianco”: è un progetto editoriale e un piccolo grande mondo fatto di storie da scoprire. C’è poesia, amore per la terra, per i piccoli gesti quotidiani, per i racconti che entrano dentro in noi, arricchirci, nutrirci. Di Punto in Bianco parla di affetti, di libri, di creatività. Entrarci è un scoprire quel giardino segreto che abbiamo a lungo cercato.
In foto l’autrice di questa puntata di #librinellorto, Alessandra Ciarletti.