ORVIETO – Quattro amici affiatati, quattro lavori diversi, quattro vite diverse. Una passione in comune: la birra. Quella buona, originale, naturale. Un nome nato per caso, ma che già nelle sue lettere racchiude tutta la sua genuinità. Si chiama BirrAlfina, è nata a novembre dell’anno scorso in un piccolo birrificio agricolo tra i comuni di Orvieto e Castel Giorgio in quello che è, appunto, l’Altopiano dell’Alfina, uno dei posti migliori della zona per l’agricoltura e l’allevamento.
Ed è qui che, questi quattro amici, Alessandro, Tatiana, Marco e Ilenia, più o meno tutti i fine settimana, condividono questa passione da cui nasce questo prodotto unico. Stanchi di bere la classica birra commerciale, hanno deciso di mettere insieme le loro conoscenze e le loro risorse economiche per lanciare sul mercato un prodotto che, a detta di quelli che lo hanno assaggiato, è unico nel suo genere.
Talmente unico che, a soli 3 mesi dalla loro nascita, si sono già portati a casa il Primo Premio al Concorso di Rimini “Birra dell’anno 2020” con la loro Belgian Blond al alta fermentazione. Ma raccontiamo la loro storia, che è sì destinata ad avere successo, vista la partenza, ma che è anche segnata da sacrifici, tanta passione e un amore spasmodico per il bere sano e di gusto.
“La nostra azienda si sviluppa al centro di un territorio dove il tempo sembra essersi fermato, dove l’aria pulita, i campi coltivati, i profumi della campagna, i cieli dipinti di mille colori conferiscono quel clima magico che accompagna volentieri le giornate di lavoro” raccontano.
Un investimento di almeno 100mila euro quello affrontato da questo gruppo di amici-imprenditori che, per mettere a frutto il loro sogno, hanno dovuto comprare due fermentatori da 600 ettolitri e una sala cottura modello MBS300. Il tutto acquistato all’azienda orvietana Spadoni che, “oltre a fornirci tutto ciò che ci era necessario per avviare questa avventura – tengono a sottolineare – si è dimostrata disponibile anche nel post vendita con consigli utili e assistenza impeccabile”.
A novembre, dunque, attrezzature pronte, voglia di fare e sperimentare pure, inizia la prima “cotta”.
Ovviamente, non prima di essere stati opportunamente formati e affiancati in tutto il percorso da un Mastro Birraio che gli ha messo in mano la ricetta partendo dall’analisi della materia prima. Innanzitutto l’acqua, quella del Monte Amiata. Purissima, perfetta per la birra. “Il mastro birraio l’ha analizzata e l’ha ritenuta perfetta per la nostra birra tanto che non è stato necessario aggiungere additivi o addensanti. La nostra birra è pura e naturale al 100%”, dicono con orgoglio.
Anche perché, nascendo dalle viscere di un’azienda agricola immediatamente adiacente al piccolo birrificio agricolo, è realizzata solo con ingredienti prodotti in loco. “Abbiamo deciso di iniziare questa avventura proprio perché potevamo contare sull’uso di materie prime prodotte direttamente da noi, dalla nostra terra per rendere unica e naturale la nostra birra”. Ecco che allora il birrificio di Alessandro, Ilenia, Tatiana e Marco, ha dato i natali a: Anno Zero, birra in stile Belgian Blond Ale ad alta fermentazione e Velzna, birra in stile American Amber Ale non filtrata e rifermentata in bottiglia. Ambrata con schiuma avorio, fine, persistente, abbastanza aderente, velata.
“E’ stata la nostra Belgian Blond a farci classificare primi nel Concorso Birra dell’Anno tenutosi a Rimini lo scorso 15 febbraio. Conquistarsi il podio su 2145 birre iscritte da 302 birrifici ci ha riempito di enorme orgoglio e ci ha motivato ancora di più ad andare avanti con sacrificio e dedizione” dice Alessandro. Sacrificio, sì, perché si inizia dalla cosiddetta “cotta” che dura almeno una giornata. Poi, tra la macinazione, l’ammostamento e saccarificazione, la filtrazione, la bollitura e luppolamento, il raffreddamento e aerazione, la fermentazione, l’imbottigliamento e la rifermentazione occorrono almeno una ventina di giorni.
“Avendo tutti altre attività lavorative da mandare avanti, dedichiamo a questa nostra avventura più o meno tutti i fine settimana”, aggiunge Tatiana. Ma, visti i risultati, ogni fatica è ampiamente ripagata. Il piccolo birrificio agricolo dell’Alfina è in grado di produrre circa 3600 bottiglie al mese e la BirrAlfina sta cominciando a spopolare tra i locali dell’Orvietano. Per chi volesse è possibile acquistarla anche online o direttamente in loco. (Sa.Simo)
Per maggiori informazioni:
https://www.birralfina.com
birralfina@gmail.com