di Massimo Gnagnarini ex assessore al bilancio del Comune di Orvieto
Il buco potenziale che Covid-19 produrrà sul bilancio comunale di Orvieto è stimabile in oltre 4 milioni di euro (pari a 1/4 del totale delle entrate e corrispondente al 90% della spesa al netto di quella cosiddetta incomprimibile) per il 2020 e a decrescere anche nei successivi due anni. Occorre dunque affrontare questa situazione consapevoli che il Comune, se non nella gestione dell’emergenza sanitaria, rimane però il baluardo fondamentale e insostituibile nella gestione del welfare locale e per questo motivo, oltre ogni obbligo formale di pareggio di bilancio, ne va salvaguardata la capacità di spesa.
Per farlo occorre licenziare un bilancio di previsione che da un lato tenga conto delle minori entrate e dall’altro di compensare con riduzioni e aggiustamenti mirati della spesa. Come è noto i nostri conti pubblici, come quelli di migliaia di orvietani, si reggono sui flussi turistici nonché da altri incassi per servizi a domanda individuale.
L’interruzione totale e la riduzione significativa dei quali comporterà minori entrate per:
1. Tassa di soggiorno -480.000
2. Parcheggi -1.500.000
3. Proventi contravvenzionali -350.000
4. Proventi Pozzo di S. Patrizio -750.000
5. Compartecipazione famiglie a buoni pasto e trasporto scolastico -300.000
6. Tassa occupazione suolo pubblico e imposta pubblicità -300.000
Sul versante della spesa occorrerà compensare praticando l’autoriduzione di tutti i contratti di forniture e servizi esternalizzati in essere quali mense scolastiche, trasporto scolastico, gestione teatro, gestione cassa Pozzo di San Patrizio, ecc..
Queste misure servono a ridurre lo squilibrio, ma non saranno sufficienti a risolvere il problema più immediato che è quello della liquidità ovvero della cassa vuota. E i comuni a differenza dello Stato non possono indebitarsi in deficit.
A questo deve pensare il Governo attraverso misure urgenti tra cui:
1. L’erogazione anticipata ai comuni dei soldi del fondo di solidarietà nazionale
2. La riduzione della percentuale degli accantonamenti consentendo al Comune di poter spendere i soldi che già possiede ma messi a garanzia dei propri crediti cosiddetti di dubbia esigibilità
3. Stop al pagamento della quota capitale dei mutui
Non sappiamo su scala più ampia le trasformazioni socio economiche che la pandemia introdurrà stabilmente nei comportamenti e nelle organizzazioni sociali. Tuttavia è impensabile che tutto tornerà come prima. Affrontare il futuro apportando le correzioni e le modificazioni inevitabili, immaginare nuove opportunità e percorrere nuove strade è il compito della Politica.
Un compito che non può essere relegato alle sole capacità di un Sindaco pro tempore e alla sua Giunta nel redarre un documento di programmazione i cui termini di approvazione slitteranno ancora, ma che deve coinvolgere le migliori intelligenze di tutta una comunità locale come la nostra consapevoli, tutti, che ne va della sua stessa sopravvivenza economica e sociale.