PORANO – Nel mare magnum di notizie poco positive che la cronaca quotidiana obbliga a raccontare per descrivere l’incidenza del Covid-19, ci sono anche storie che portano un raggio di luce sulla situazione orvietana dove, purtroppo, c’è un’alta incidenza di contagi con 37 persone risultate positive, 200 persone in quarantena fiduciaria e 5 deceduti.
A Porano i primi due guariti sono una coppia, marito e moglie. A ufficializzare la propria positività al paese, infischiandosene della privacy, è stata proprio la diretta interessata, Felicita, che il giorno dopo aver effettuato il tampone ha voluto pubblicare un post su Facebook affinché tutta la sua comunità fosse a conoscenza del fatto e, a sua volta, si potesse in un certo senso tutelare.
Entrambi sono risultati positivi al tampone accusando lievi sintomi. Ma dopo la loro quarantena durata 14 giorni sono arrivate le buone notizie. Un racconto di speranza anche per tutto il resto del paese.
La loro, rispetto a tante altre, è stata una quarantena “meno dura” come sottolinea Felicita in cui “abbiamo potuto riscoprire il vero valore delle piccole cose e di quelle che per mancanza di tempo avevamo abbandonato come la lettura, la musica, il silenzio … Sono stati indubbiamente 14 giorni intensi in cui non abbiamo mai smesso di essere fiduciosi e pronti a sfidare questa bestia che ha messo in ginocchio il nostro Paese e il mondo intero”. Tutto è iniziato domenica 8 marzo.
“Un collega di mio marito con il quale lavora a stretto contatto a Roma ci chiama per darci la notizia di essere risultato positivo al tampone. In effetti, qualche giorno prima della notizia – spiega Felicita – mio marito aveva accusato un po’ di malessere ma aveva continuato comunque a lavorare e a condurre la vita di sempre.
Dopo qualche giorno, è toccato a me, è arrivata la febbre, tosse stizzosa, gola secca e spossatezza. Abbiamo quindi avvisato il nostro medico curante e quindi Asl e Comune. Dalla Asl ci avevano detto che sarebbero venuti a casa a farci il tampone ma, nonostante i contatti telefonici, non si è visto nessuno. Devo però dire – tiene a precisare Felicita – che ci avevano avvisato che i tempi si sarebbero potuti allungare visti i tanti casi da seguire. Per accorciare i tempi, allora, ci siamo quindi mossi in autonomia e il giorno dopo i medici dell’ospedale militare di Roma sono venuti per farci il tampone, a noi e a tutti i famigliari”. Poi la risposta: “Entrambi positivi mentre mia figlia e mio nipote, che erano stati a contatto con noi, negativi”.
E’ scattata dunque l’ordinanza sindacale per la quarantena contumaciale. “Sia io che mio mio marito – continua a raccontare Felicita – siamo stati fortunati rispetto ad altri. I nostri non sono mai stati sintomi forti. Non è stata una passeggiata ma l’abbiamo superata bene.
Certo per me che sono iperattiva e occupata su mille fronti, sembrava un grande sacrificio, invece, essendo anche una che si adatta e si accontenta di ogni situazione, dato che ne ho passate di peggiori, ho cercato di prendere il lato positivo anche da questa brutta esperienza. Ho ricominciato a leggere libri, non riuscivo più a farlo da anni per mancanza di tempo, mi sono dedicata alla scrittura di nuovi progetti teatrali che speriamo di poter realizzare nei mesi a venire, ho ripreso a studiare il pianoforte che avevo smesso da quindici anni.. e poi, complice il bel tempo dell’altra settimana, anche un po’ di giardino, rassettando e preparando gli spazi per le mie solite feste estive. Mio marito, invece, ha scoperto che si sta bene anche senza lo stress “romano”. L’ho sentito parlare con un amico al telefono che stava facendo le prove per la futura pensione e non gli dispiaceva proprio”. “Dobbiamo avere fiducia e continuare a lottare per sconfiggere questo male. Ci troviamo in una brutta situazione ma se tutti facciamo la nostra parte, la luce fuori dal tunnel può essere sempre più vicina”.
In questo mare di negatività è bello raccontare storie e lieto fine per regalare anche un briciolo di speranza in un Paese attanagliato da brutte notizie relative alla diffusione del Covid-19. Loro due ce l’hanno fatta a superare il tutto in casa senza troppi allarmismi. Ovviamente per i casi più critici il percorso è molto più lungo e difficile. Ma anche l’ottimismo può aiutare a trovare nuove motivazioni. (Sa.Simo) [suggeriti]
“Il 1° gennaio ad Orvieto si apre con musica e solidarietà”
"Oltre 100 persone hanno partecipato oggi a Orvieto all'iniziativa per Gaza promossa dal coordinamento orvietano per la Palestina e...