Antonio Concina, ex Sindaco di Orvieto, ha presentato, nell’incontro di venerdì 14 febbraio svoltosi al Palazzo dei Sette, il libro “Italiani due volte. Dalle foibe all’esodo: una ferita aperta della storia italiana” di Dino Messina.
Le ideologie molto spesso hanno distolto l’attenzione necessaria al grave e sanguinoso massacro delle Foibe; è visibile a tutti l’assurdità della contrapposizione tra Giorno del Ricordo e Giornata della Memoria, essendoci un’assoluta vicinanza causata dal dolore provocato dalle perdite.
Storicamente possiamo ricostruire le vicende che portarono al massacro seguendo una linea temporale, accompagnati dalla letteratura e dalla cinematografia che riportano immagini particolaristiche, ma che associandosi, com’è tipico della storia, ci restituiscono la verità.
Il libro di Dino Messina descrive le violenze subite delle comunità Istriane, Giuliane e Dalmate, definendole non come spontanee o incontrollate, ma vere e proprie violenze di stato. La firma del Trattato di Pace di Parigi del 1947 sancì la cessione al governo Jugoslavo delle terre del confine Italiano Orientale. “La Generazione del Ricordo” è, quindi, quella che visse sulla propria pelle l’esilio, che coinvolse 350.000 persone.
La strategia del Generale Tito fu quella di espropriare e “slavizzare” l’intero territorio: nel settembre del 1943 divenne realtà, il primo ordine fu di scatenare l’esercito contro i militari ed i civili italiani, per la vendetta ai crimini fascisti. Di abusi e nefandezze contro i partigiani e la comunità slava ebbero tremenda colpa gli Squadristi, ma ciò non potrà mai giustificare le infamie commesse, riportando in auge una moderna Legge del Taglione.
Il recupero dei morti è stato un atto di vero e proprio eroismo, inizialmente gli uomini venivano calati con delle funi nelle cavità naturali, rivelando, in realtà, profonde fosse comuni, riportando, infine, alla luce i corpi mutilati e sfregiati degli italiani.
Concina, nato a Zara, anche detta la Dresda dell’Adriatico per il numero di bombardamenti, fu esiliato dalla terra natìa, che ricorda e considera parte fondamentale di sé. La sua “Generazione del Ricordo” ha fondato l’Associazione degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, in nome della quale, il Presidente Antonio Ballarin ha partecipato all’incontro. L’intervento del Presidente ha ricordato le lotte con cui l’Associazione è riuscita ad ottenere risultati importanti, innanzitutto la commemorazione del Giorno del Ricordo il 10 febbraio istituita solamente nel 2004. Il Presidente della Repubblica Mattarella ha inoltre manifestato estrema vicinanza e cordoglio ai familiari delle vittime, rinnovando il senso di forte appartenenza della più alta carica dello stato ad un massacro che ha coinvolto migliaia di italiani. (Andrea Impannati)