“ Lady Oscar , tu combatti con destrezza e non ti arrendi mai , Lady Oscar , nella mischia la tua spada , brilla più di una medaglia ! “
Lady Oscar un manga di Riyoko Ikeda, serializzato originariamente su rivista dal 1972 al 1973 e quindi raccolto in tankōbon. Ne furono tratti un film cinematografico in co-produzione internazionale, Lady Oscar (1975) diretto da Jacques Demy, e una serie televisiva animata prodotta dalla Tokyo Movie Shinsha nel 1979, diretta da Tadao Nagahama e Osamu Dezaki.
Il titolo originale è spesso abbreviato dai fan giapponesi in Berubara. In Italia, così come in altri paesi europei, il successo dell’opera fu determinato dalla trasmissione nel 1982 della serie televisiva, per la quale fu utilizzato il titolo internazionale Lady Oscar (mutuato dal film cinematografico). Dal 1990 è trasmessa sulle reti italiane come Una spada per Lady Oscar. Il totale della serie, però, è di 40 dei 41 episodi trasmessi in Italia. L’anime fu profondamente rimaneggiato nell’edizione italiana, per camuffare le parti considerate scabrose.
Ambientata nella Francia del XVIII secolo, la serie descrive la vita nella corte di Versailles dall’incoronazione di Luigi XVI fino alla Rivoluzione del 1789, seguendo in particolare le vicende della giovane regina Maria Antonietta d’Austria, figlia dell’imperatrice Maria Teresa, e di Oscar François de Jarjayes, nobile sua coetanea. Oscar è stata allevata dal padre con una ferrea disciplina militare, come se fosse un maschio, e riveste la carica di comandante della Guardia Reale a protezione della stessa regina.
Tra le due nasce un forte legame di amicizia caratterizzato dalla passione comune per il conte svedese Hans Axel von Fersen, il tutto sotto gli occhi di Andrè Grandier, amico fraterno, scudiero di Oscar e di lei segretamente innamorato. Contemporaneamente la storia si intreccia con le traversie di due ragazze dei bassifondi di Parigi, Jeanne Valois De La Motte e Rosalie Lamorliere, che arrivano a corte per vie diverse, e di altri personaggi storici come la Contessa di Polignac, Louis Antoine De Saint Just e Maximilen De Robespierre. Nella parte centrale e finale il racconto si staglia sullo sfondo di episodi realmente accaduti, come l’intrigo della famosa collana di Maria Antonietta e la presa della Bastiglia.
Lady Oscar è una ragazza bella, forte e sensibile che nasconde sotto l’aspetto mascolino un’anima romantica molto femminile. Il suo amico fraterno, André, è un giovane leale e passivo: solo alla fine lei comprenderà di averlo sempre amato. I personaggi sono caratterizzati graficamente da grandi occhi ispirati ai personaggi femminili del grande fumettista Osamu Tezuka. Le figure della Ikeda sono eleganti, splendidamente vestite. Tutto richiama l’estetica kawai che in quegli anni si impone in Giappone: la ricerca del “carino”, l’attenzione ai colori pastello e alle forme aggraziate. Per quanto riguarda la storia, invece, l’intenzione dell’autrice era quella di dimostrare che le donne possono fare le stesse cose dei maschi.
Lady Oscar è considerato in patria uno dei primi manga e dei primi anime yuri (giglio), cioè blandamente lesbico. Uno dei temi è, infatti, il coinvolgimento sentimentale tra ragazze.
Nell’edizione italiana del cartone animato, l’amore tra donne, l’ambiguità e la difficoltà a identificarsi con il proprio sesso (abbastanza tipico dell’adolescenza) appaiono più sfumati, rispetto all’anime originale, perché la serie fu profondamente mutata con il doppiaggio.
Fin dalla prima puntata viene dichiarato che Oscar è nata femmina e, a causa del padre che voleva un maschio, è stata chiamata Oscar e allevata come un uomo. Nell’edizione italiana, spesso Oscar viene chiamata madamigella, mentre nell’anime giapponese è chiamata signore.
Nel 1979 venne girato anche un film dal vero, diretto dal francese Jacques Demy. Lady Oscar è interpretata da Catriona MacColl.
In Italia la serie riscosse presto un grande successo. Andò in onda per la prima volta, fino alla 37ª puntata, nel marzo 1982 su Italia 1 con il titolo Lady Oscar, lo stesso che i produttori giapponesi avevano scelto per il film dal vivo diretto da Jacques Demy. Già in questa versione la serie presentava censure nei dialoghi e nelle sequenze video. Nella stagione televisiva successiva (1982-1983), l’anime fu replicato all’interno della trasmissione Bim Bum Bam, con l’aggiunta delle puntate inedite in Italia (tranne l’episodio n° 41), presentate come una “seconda serie”. Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, Mediaset decise di cambiare il titolo in Una spada per Lady Oscar. L’Italia è stata, tra le nazioni europee, quella che ha replicato l’anime con maggiore frequenza, infatti è stato trasmesso anche su Canale 5 dal 1987, su Rete 4 dal 1988, su Italia 7 dal 1990, su Italia Teen Television dal 1º ottobre 2003, su Hiro dal maggio 2010, su La 5 dal 2 agosto 2010, su Boing dal 9 maggio 2013 e infine su Italia 2 dal 2 giugno 2014. Inoltre l’episodio n° 28, cruciale per la trama, è stato anche replicato su Mediaset Extra domenica 11 dicembre 2016 all’interno della maratona speciale “Bim Bum Bam Generation – Gli Anni ’80”.
La prima edizione della serie in VHS risale al 1991, quando GruppoLogica2000 la distribuì in 20 volumi per il circuito delle edicole, nella sua prima edizione televisiva, abbinate a dei fascicoli contenente la pubblicazione dell’anime comics. Nel 1992, venne ripubblicata in 10 VHS per la collana “Bim Bum Bam Video”, nell’edizione televisiva Mediaset e con la sigla cantata da Cristina D’Avena.
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