In riferimento al futuro della Cassa di Risparmio di Orvieto SPA, nella seduta di giovedì 30 gennaio e dopo ampio dibattito, il Consiglio Comunale ha approvato (14 favorevoli; 1 astenuto: Barbabella) la risoluzione presentata dal Sindaco, Roberta Tardani con la quale si dà mandato al Presidente del Consiglio Comunale di convocare in tempi brevi una Conferenza dei Capigruppo per audire il rappresentante del Comune di Orvieto all’interno del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto al fine di conoscere la situazione che riguarda il futuro della Cassa di Risparmio di Orvieto SPA.
La risoluzione reca le seguenti premesse:
– il dibattito che in queste settimane si è aperto in merito al futuro della Cassa di Risparmio di Orvieto SPA richiede da parte delle Istituzioni un approccio serio, pacato e diligente, soprattutto perché la questione è molto complessa e non può essere trattata con superficialità, così come non può subire strumentalizzazioni finalizzate ad avere una qualche visibilità mediatica;
– mentre la stragrande maggioranza delle banche presenti in Italia non ha più nei propri Consigli di Amministrazione il peso importante delle Istituzioni del territorio, la CRO SPA è in controtendenza nel contesto nazionale, tanto da rappresentare un “unicum”. Ormai, infatti, le Fondazioni bancarie hanno partecipazioni esigue e poco rilevanti nelle banche, mentre la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto ha una consistente partecipazione societaria e questo rappresenta un importante baluardo per la tutela del territorio in tutte le sue più complesse e articolate sfaccettature;
– la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, pur essendo un soggetto regolato da norme di diritto privato, vede nei propri organi statutari la presenza di alcuni membri nominati da Enti pubblici, uno dei quali viene indicato dal Comune di Orvieto;
– la presenza sul nostro territorio della Cassa di Risparmio di Orvieto SPA rappresenta un valore aggiunto anche in prospettive future;
– l’Amministrazione Comunale in questo periodo ha seguito con estrema attenzione e discrezione gli sviluppi e le evoluzioni della situazione dopo il commissariamento della Banca Popolare di Bari, azionista di maggioranza della CRO, non solo attraverso un filo diretto e costante con i vertici della Fondazione Cassa di Risparmio, ma anche con i membri del CdA della Cassa di Risparmio di Orvieto SPA, con le rappresentanze sindacali dell’istituto di credito e con il Presidente della Regione Umbria;
– è prioritaria per l’Amministrazione Comunale l’individuazione di un percorso che tuteli i risparmiatori, il territorio e i livelli occupazionali.
Non è stata approvata, invece (5 favorevoli: opposizione; 10 contrari: gruppi di maggioranza e consigliera Belcapo) l’annunciata mozione presentata da Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”). A tale riguardo il proponente ha sostenuto che la banca di territorio è intesa come “parte integrante della comunità, e soprattutto soggetto protagonista dello sviluppo del territorio stesso, per la qualità e non solo per la quantità dei servizi che assicura e per i progetti che contribuisce a realizzare. Dunque la vendita non dovrà essere una pura operazione finanziaria della BPB commissariata, ma un’operazione che rientri in una logica progettuale di sviluppo dell’intera area di interesse operativo della stessa banca. Ed è compito della comunità affermarlo per via pubblica, l’unica che conta, non certo su un terreno improprio, ma al contrario sul terreno dovuto in quanto connesso con la funzione delle Istituzioni che legittimamente la rappresentano.
La vendita di CRO, il suo significato oggettivo e il suo ruolo nel territorio riguarda necessariamente la comunità orvietana allargata, cioè la nostra città e tutto il territorio in cui la banca storicamente opera: ci riguarda per il destino del personale dipendente, per la vicenda dei titoli deteriorati, per il ruolo e l’attrattività del territorio e per il significato reale che dovrà assumere il suo essere banca locale, o meglio, banca di territorio. Banca di territorio non può significare altro che essere parte integrante della comunità, e soprattutto soggetto protagonista dello sviluppo del territorio stesso, per la qualità e non solo per la quantità dei servizi che assicura e per i progetti che contribuisce a realizzare.
Come comunità abbiamo il diritto/dovere di invocare la conoscenza del piano industriale che supporta l’operazione. Abbiamo il diritto/dovere di dire la nostra su come la banca, che si dice e che diciamo di territorio, intende partecipare al rilancio dell’economia e al miglioramento delle condizioni sociali e culturali della zona. Possiamo e dobbiamo, indicare il modo in cui questo risultato si può raggiungere, peraltro senza avventurarci sul terreno impervio delle vicende proprietarie”.
“Si può fare riferimento – ha precisato – alla competenza legislativa regionale in materia di Casse di Risparmio a prevalente carattere regionale di cui all’art. 117 della Costituzione e al disposto dell’art. 55 dello Statuto della Regione dell’Umbria, che prevede Commissioni speciali per lo svolgimento di indagini e di studi su temi specifici; all’art. 35 dello stesso Statuto, che prevede l’esercizio della potestà legislativa anche in capo ai Comuni singoli o associati, chiedendo da un lato che l’Assemblea legislativa della Regione Umbria istituisca una Commissione d’indagine/di studio finalizzata al monitoraggio dell’intera vicenda, e dall’altra depositare una proposta di legge regionale per l’individuazione di specificità creditizie e finanziarie, veicolate dalla Cassa, a favore di imprese con stabile organizzazione in Umbria e delle famiglie che vi risiedono, con particolare riguardo alle start up, alle imprese a prevalente composizione femminile, alle giovani coppie, in relazione all’acquisto della prima casa in Umbria e comunque alle possibilità che la legge e l’opportunità renderanno possibili”.
(Fonte: Ufficio Stampa Comune di Orvieto)