Convocata dal presidente del Consiglio Comunale, Umberto Garbini, si è riunita venerdì 14 febbraio presso la Sala delle Quattro Virtù, la Commissione Capigruppo per l’audizione del dottor Marco Fratini rappresentante del Comune nel Consiglio di Indirizzo della Fondazione Cassa Risparmio Orvieto. Presenti il sindaco, Roberta Tardani, i vice presidenti del Consiglio Comunale, Federico Giovannini e Silvia Pelliccia e i consiglieri capigruppo Andrea Sacripanti, Alessio Tempesta, Stefano Olimpieri, Giuseppe Germani, Martina Mescolini, Cristina Croce, Franco Raimondo Barbabella e Donatella Belcapo (assente per ragioni di lavoro Andrea Oreto).
In apertura della riunione il sindaco, Roberta Tardani, ha ringraziato il dottor Fratini per aver accolto l’invito dell’Amministrazione, ricordando che, come stabilito nella risoluzione approvata dal Consiglio il 30 gennaio scorso “l’obiettivo dell’audizione è quello di acquisire elementi di conoscenza da parte dei gruppi consiliari e dell’Amministrazione Comunale rispetto alle prospettive future della Cassa di Risparmio di Orvieto dopo il commissariamento della Banca Popolare di Bari, azionista di maggioranza della CRO. Obbiettivo comune è la tutela dei risparmiatori, dell’economia del territorio e dei livelli occupazionali”.
Fratini ha precisato che il suo ruolo all’interno della Fondazione CRO non ha vincolo di mandato e la sua partecipazione all’incontro di oggi sta a significare un atto civico di responsabilità e senso di appartenenza alla comunità. Ha ringraziato, inoltre, la precedente e l’attuale Amministrazione per l’incarico affidatogli. Da tecnico ha quindi invitato tutti ad usare termini appropriati nella vicenda in corso di evoluzione, per non creare fraintendimenti intorno alla questione che ha varie e delicate sfaccettature.
“Innanzitutto – ha chiarito Fratini – la Fondazione non ha messo in vendita la Banca locale. Lo ha fatto la Banca Popolare di Bari che attualmente è commissariata. L’Istituto orvietano, infatti, è una banca sana e solida, quindi la vendita è funzionale al salvataggio di BPB. Siamo in una fase di stallo. Al momento c’è una sola offerta e siamo tutti in attesa delle verifiche che stanno effettuando i commissari e la Banca d’Italia. I tempi si stanno allungando per effetto dell’inchiesta che riguarda la Popolare di Bari. Bisogna evitare errori sapendo che la banca locale è in sicurezza e i clienti sono tutelati e garantiti. Occorre usare attenzione ed equilibrio in quanto vi sono aspetti molto sensibili”.
Il consigliere del Gruppo Misto, Stefano Olimpieri ha ricordato che la conferenza capigruppo nel corso degli anni ha affrontato più volte il problema ed ha evidenziato che il Consiglio di Indirizzo ha altri quattro membri che rappresentano il territorio. “Il concetto di banca di territorio è pertanto quello da cui si deve partire – ha precisato – CRO è rimasta banca di territorio e questo è un valore. La mancata incorporazione un anno fa in BPB è stata una fortuna. Il concetto di territorio va quindi difeso. L’eventuale fusione porterebbe la perdita di posti di lavoro che fanno reddito ed economia in questa città. Doveroso quindi sostenere l’azione volta ad assicurare che la banca continui ad avere queste caratteristiche, il che ci consentirebbe di stare sul mercato”. Olimpieri ha poi chiesto se è praticabile l’eventuale terza ipotesi di acquisto di una quota della CRO da parte dei dipendenti.
A tale quesito il dottor Fratini ha ricordato che “Lo scenario relativo al sistema bancario oggi è mutato. Proprio per il ruolo di radicamento sul territorio, la Fondazione si guarderà comunque intorno per eventuali alternative. Attualmente comunque resta in piedi la sola offerta che è al vaglio di Banca d’Italia”.
Il capogruppo di Orvieto Civica e Riformista, Giuseppe Germani, ha chiesto se la Fondazione CRO ha fatto una valutazione dell’unica proposta di acquisto avanzata ed ha ricordato che “per lunghi anni la politica ha ascoltato, oggi invece siamo nella situazione a tutti nota, quindi come Conferenza dei Capigruppo abbiamo il dovere di tutelare i risparmiatori, la banca e i dipendenti, pertanto dobbiamo sollecitare la politica, ovvero: Regione e Governo per una strategia comune di salvaguardia”.
“Ribadisco che la CRO ha un conto solido e sano – ha replicato Fratini – la valutazione sulla validità, sulla consistenza finanziaria e sulla capacità gestionale del potenziale acquirente non compete alla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto ma a Banca d’Italia”.
Il capogruppo di “Prima gli Orvietani”, Franco Raimondo Barbabella ha ringraziato Fratini per la cortesia nell’aver aderito all’incontro con la Commissione Capigruppo e per il fatto di esprimersi come cittadino e non su mandato della Fondazione ancorché esperto della materia. “Alcune cose però erano già note – ha sottolineato – e se alcuni, come il sottoscritto, si sono occupati di questo problema, non sono state usate parole improprie né sono state fatte invasioni di campo. Il problema di fondo è il seguente: quale è la funzione di una banca che si dice di territorio e come si esercita concretamente questo ruolo?
Da cittadino responsabile mi pongo sul piano che mi spetta e mi chiedo come può incidere la città di Orvieto sul piano industriale? Io non accetto l’impostazione di non poterne parlare e dico che forse se ne doveva parlare prima e meglio. La questione della banca CRO, che ormai è una banca interregionale, non deve riguardare solo la Fondazione. Penso anche che la Banca d’Italia non sia intoccabile. Noi tutti abbiamo il dovere di esercitare il ruolo che ci spetta. Non ci dobbiamo occupare di compravendite né di prezzi, ma assicurarci che le operazioni siano serie e corrette, cose di cui la Banca d’Italia deve essere garante. Continuerò su questa strada”.
Andrea Sacripanti, capogruppo di “Lega. Salvini per Orvieto” ha osservato che “la conoscenza del quadro della situazione è importante. L’esposizione è stata chiara. Invito quindi tutti noi al rispetto dei ruoli e, anche laddove dovesse essere presentato un piano industriale, questo non potrà essere divulgato. La banca locale è un soggetto privato e l’unico elemento che la lega al territorio è proprio la Fondazione la quale in questi anni ha fatto importanti operazioni di sostegno sociale, culturale e di sviluppo del territorio. Intorno alla BPB c’è un disegno di trasformazione in banca pubblica per il rilancio del sud, chiedo allora se, di fronte ad uno scenario simile, non sarebbe utile immaginare una nostra permanenza in BPB con queste prospettive”.
Su tali aspetti Fratini ha precisato che “la Fondazione si interfaccia con il Ministero dell’Economia e con la Banca d’Italia, ma sulla questione della nazionalizzazione non ha titolo. La politica può certamente esercitare il suo ruolo”.
La capogruppo Pd, Martina Mescolini, infine, ha richiamato la recente discussione in Consiglio Comunale evidenziando che “la mozione del consigliere Barbabella è stata forse travisata, in realtà egli invitava ad intraprendere un percorso che portasse la città tutta a conoscere gli attuali sviluppi della vicenda. Pertanto, nel rispetto dei ruoli reciproci, vanno rispettate anche le proposte dei consiglieri. L’unico intervento pubblico da noi fatto è stato quello di richiamare l’attenzione delle forze di governo, affinché ci sia attenzione da parte dei livelli regionali e nazionali perché le operazioni in corso possano avvenire nel rispetto e con garanzie precise per il territorio. Chiediamo che si forniscano le informazioni necessarie affinché il soggetto acquirente rilanci il ruolo della banca di territorio a partire dal piano industriale”.
“Il piano industriale – ha puntualizzato Fratini a tale riguardo – al momento non è noto, e comunque non può che rispondere a delle linee guida per ora solo enunciate. Preciso comunque che i piani industriali si costruiscono con gradualità”.
Fonte: Ufficio Stampa Comune di Orvieto